Intervento del presidente della Provincia su Banca e Fondazione Mps

Le questioni di cui si discute in questi giorni, per essere affrontate correttamente, hanno bisogno di essere contestualizzate. Oltre un anno fa abbiamo sviluppato una profonda analisi critica e autocritica su Banca e Fondazione Mps, che ha preso a riferimento il corto circuito determinatosi da un mix tra scelte sbagliate, la crisi economica e finanziaria più grave dal dopo guerra ad oggi e la rigidità ideologica degli indirizzi politici, ampiamente condivisi. A ciò si aggiunge l’avvio delle inchieste della magistratura, che dovranno appurare se queste scelte sbagliate siano state anche accompagnate da responsabilità di natura penale.
In questo quadro, va inserita la forte spinta al rinnovamento portata avanti dal Comune e dalla Provincia di Siena che, pur in presenza di forti resistenze di varia natura, ha contribuito a creare le condizioni affinché si avviasse una fase di cambiamento, a partire dal radicale rinnovamento dei vertici della Banca. Un anno fa veniva avviato da Banca Mps il percorso per ottenere un prestito dallo Stato, finalizzato a coprire i Tremonti bond, le richieste di irrobustimento patrimoniale formulate dall’Eba e i fabbisogni imprevisti, derivanti da alcune operazioni finanziarie oggetto anche di indagine da parte dell’autorità giudiziaria e di azioni legali intraprese dal nuovo management. A questo difficile quadro, si sono aggiunte le ingenti perdite emerse negli ultimi due bilanci.
Oggi il perfezionamento della procedura per il prestito dallo Stato, che dovrebbe avvenire di fronte all’Unione Europea, rappresenta un passaggio vitale per il futuro della Banca che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare. Stabilizzata la condizione patrimoniale, la partita diventa quella dell’indipendenza e dell’integrità della Banca. Una partita che passerà, inevitabilmente, dalla capacità di rimborsare il prestito attraverso il recupero di redditività, operazioni di revisione del perimetro operativo e aumento di capitale. Il recupero di redditività rappresenta la via maestra su cui concentrare tutti gli sforzi in termini di efficienza, produttività, penetrazione commerciale e innovazione, cercando sempre di coniugare questi aspetti con la sostenibilità sociale degli interventi e con la ricerca di percorsi condivisi con le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Ovviamente, tutto ciò è condizionato da variabili esterne, quali il perdurare della recessione e l’andamento dello spread.
A questa situazione drammaticamente complessa, si aggiunge la delicata condizione patrimoniale della Fondazione Mps, che presenta ancora fattori di rischio tali da poterne minarne l’esistenza. Per questo, continuo a ripetere da mesi, senza mai stancarmi, che la tutela del patrimonio della Fondazione è la priorità assoluta affinché essa possa tornare a espletare la sua mission istituzionale a servizio della comunità e continuare a esercitare un ruolo significativo nella compagine azionaria della Banca. Questo passa, nel breve periodo, dal progressivo rientro dal debito e, nel medio-lungo termine, da una graduale diversificazione dei suoi asset.