"La Toscana ha sottovalutato gli effetti del riassetto istituzionale"
SIENA. “La spending review è l’ennesimo intervento ‘alla cieca’, fatto dal governo e votato a ‘scatola chiusa’ dal Parlamento, sulle Province. Si tratta di un ‘pasticcio’ che non avrà gli effetti auspicati né in termini di riduzione dei costi né in termini di modernizzazione delle istituzioni e provocherà solo il rinascere di campanilismi e divisioni tra territori, come dimostrano anche i toni accesi delle ultime dichiarazioni, rilasciate da alcuni amministratori della Toscana”. Inizia così la lettera inviata dal presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini al presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi sulle conseguenze del riassetto istituzionale e sulle proposte lanciate dal governatore.
La critica sulla mancata discussione. “In questi mesi la Toscana – afferma Bezzini – ha perso l’occasione per essere una delle protagoniste della riorganizzazione istituzionale, senza riuscire a ritagliarsi un ruolo di interlocutore con il governo, con i Comuni e le Province. Il sistema delle autonomie locali avrebbe meritato di essere coinvolte in una discussione approfondita che doveva passare già tempo fa dalle sedi collegiali istituzionali e politiche, piuttosto che sui mass media e sui social network a colpi di comunicati stampa. Credo poi che siano state sottovalutate dal quadro politico e istituzionale toscano le conseguenze che il decreto avrebbe avuto sulla nostra Regione. Si sono volute sacrificare le Province sull’altare dell’antipolitica, piuttosto che battersi, tutti insieme, per tentare di far approvare una riforma dello Stato coraggiosa, innovativa e utile ai cittadini”.
Le tre aree vaste: quali i problemi. “Leggendo le tue dichiarazioni sulla possibilità di istituire in Toscana tre aree vaste – afferma Bezzini – ho avuto l’impressione che oltre a non essere praticabile per i criteri stabiliti dalla norma vigente, tu non abbia considerato come questa proposta si porti dietro anche conseguenze pesanti dal punto di vista delle articolazioni dello Stato, come per esempio, il trasferimento di questure, prefetture, comandi delle forze dell’ordine e uffici statali di varia natura. Un altro punto fondamentale, da non banalizzare con “prese di posizione campanilistiche”, riguarda i Comuni capoluogo, il cui nuovo assetto inciderà profondamente sull’identità delle nostre comunità, sulla localizzazione dei servizi fondamentali e sui livelli occupazionali di ogni realtà”.
Quali funzioni attribuire ai nuovi enti intermedi. “L’altro elemento sul quale vorrei porre la tua attenzione – dice ancora il Presidente della Provincia di Siena – riguarda le funzioni che saranno attribuite ai nuovi enti intermedi, oltre a quelle definite dal Parlamento. Vorrei capire cosa intende fare la Regione rispetto alle competenze che storicamente sono state affidate dalla Toscana alle province, in seguito al percorso di decentramento sviluppatosi in passato. Mi riferisco in particolare alle politiche di sviluppo locale, che hanno da sempre avuto un ruolo centrale nella storia politica ed economica della nostra Regione e che sono passate, per una parte rilevante, dalla delega di funzioni, come il lavoro, la formazione, l’agricoltura e il turismo. Dalla nuova normativa statale le politiche di sviluppo sono attribuite unicamente alle città metropolitane, rischiando di provocare una differenza tra i diversi territori e di decretare la presenza di comunità di serie A e di serie B”.
L’augurio del presidente Bezzini. “Spero che, da oggi in poi, la Toscana lavori, tutta insieme, per recuperare il terreno perso su questi temi, marcando la sua storica originalità positiva e diventando un laboratorio di idee e proposte condivise. E’ già tardi, ma non è mai troppo tardi se c’è la volontà di risolvere insieme i problemi”.