SIENA. Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Simone Bezzini all’assemblea provinciale del Pd.
"Fare un grande sprint finale, dimostrando lucidità e straordinarie capacità di scatto in vista delle elezioni amministrative del 2009. Per arrivare pronti all’appuntamento con le urne dobbiamo iniziare fin da subito a darci da fare, a partire da quegli enti che sono in scadenza, per definire un piano di fine mandato che produca un grande sprint finale, capace di garantire non solo l’attuazione dei programmi ma anche di trasmettere la qualità dei risultati ottenuti. Guai se si diffondesse l’idea che chi guida le nostre istituzioni, a tutti i livelli, dedichi più tempo a occuparsi della propria collocazione futura rispetto allo svolgimento del ruolo che ricopre. Guai poi se ci facessimo dettare l’agenda dal gossip politico e non dalle priorità strategiche. Basta”. Come si risponde all’antipolitica.
“Un gruppo dirigente è responsabile se si preoccupa anche della sua evoluzione e del suo rinnovamento, ma lo fa nei modi e nei tempi giusti. Tutti noi dobbiamo essere consapevoli che la fiducia che riceviamo dai cittadini va ripagata ogni giorno e per tutta la durata del mandato. Tra l’altro così allontaniamo da noi anche i venti dell’antipolitica. A quel sentimento di insofferenza contro le istituzioni e la politica, si risponde con l’assunzione di responsabilità, onorando i mandati e dimostrando di aver lavorato per ripagare, in tutti i modi, la fiducia che ci è stata data. Si risponde proiettandoci tra la gente, valorizzando la voglia dei cittadini di partecipare e di essere ascoltati; facendoci carico delle criticità che ci vengono espresse con una maggiore reattività. Si risponde recuperando una dimensione corretta dei problemi che sappia rifuggire dalla tentazione di chiuderci in noi stessi di fronte alle critiche e che sappia invece andare in direzione del dialogo, del coinvolgimento e infine della decisione. Si risponde, dimostrando che noi viviamo le nostre responsabilità, non come un peso, ma con orgoglio e voglia di guardare avanti.
I tentativi di delegittimazione della classe dirigente politica e istituzionale.
“In questi anni – ha affermato il segretario del Pd – i nostri amministratori e anche noi, come dirigenti di partito, siamo stati al centro di un tentativo di delegittimazione, basato su speculazioni di bassa lega, fondate sull’equivoco; sulle allusioni, sul discredito e sulla distorsione della realtà. Io credo che ci voglia prima di tutto più rispetto e più trasparenza. Io sono pronto a un confronto serio, con chi ha una visione del territorio diversa dalla nostra, con chi crede che in questi anni le nostre scelte siano state sbagliate. Io non accetto però che si tenti di cavalcare il sentimento dell’antipolitica, scegliendo la strada della non trasparenza, cercando di diffondere nei cittadini l’idea che in questa provincia tutto va male e che ci sia una classe dirigente dedita al malaffare. Non è così. Non lo possiamo accettare e per questo non abbiamo paura del confronto”.
La Casta di Siena e i falsi scoop.
“Leggendo “La Casta di Siena” mi sono balenate nel cervello alcune domande. La prima. Da quali fattori sono accomunate le persone che dovrebbero far parte della Casta di Siena? E’ evidente che molte delle figure a cui si fa riferimento hanno una provenienza sociale popolare, sono state elette democraticamente, e soprattutto devono rispondere del loro operato, giorno dopo giorno, alla comunità. E poi, nel libro si enfatizza, come fosse un intreccio incestuoso, il rapporto tra enti locali, Fondazione e Banca dimenticando che lo Statuto della fondazione è frutto di una dura battaglia portata avanti da tutta la comunità senese che ha prodotto un atto che penso possa essere considerato tra i più innovativi, aperti ed avanzati. Ma cosa sarebbe successo se non avessimo lottato per questo? L’alternativa sarebbe stata un sistema chiuso, basato sulla cooptazione e sul corporativismo. La sensazione è che dietro questa serie di falsi scoop in realtà ci sia il riproporsi di vecchie logiche che agiscono nel torbido e che mirano a screditare, talvolta anche sul piano personale, la nostra classe dirigente. Noi non abbiamo niente da nascondere. Noi siamo disposti a discutere a viso aperto sul passato, sul presente e sul futuro”.
Orgogliosi dei risultati e consapevoli di aver avuto difficoltà.
“Dobbiamo essere orgogliosi – ha precisato Bezzini – di quello che abbiamo fatto in questi anni. Ce lo confermano i risultati elettorali, le classifiche nazionali e le tantissime persone che accomunano la Terra di Siena al buon governo. Allo stesso tempo non vogliamo nascondere che abbiamo dovuto far fronte, a volte con fatica, ad alcune criticità. Criticità che, talvolta, non siamo stati pronti ad affrontare e che con il tempo abbiamo cercato di ricondurre nella loro giusta dimensione. E’ successo con Monticchiello prima e dopo con Ampugnano. Una cosa è certa. Non siamo mai fuggiti dall’assumerci le nostre responsabilità, abbiamo fatto tesoro delle difficoltà e ci siamo fatti le ossa con problemi inediti, dovuti anche ai cambiamenti del nostro tempo come è avvenuto con il centro culturale islamico a Colle”.
Il Pd della provincia di Siena e le associazioni.
“Investiamo le nostre energie nella costruzione del Pd della provincia di Siena. Se ci facessimo ingabbiare nelle dinamiche correntizie romane rischieremmo di diventare un territorio a sovranità limitata e lontano dai bisogni delle nostre comunità. A Siena se ci dividessimo, indossando ognuno la casacca di un capo corrente romano, diventeremmo facile preda di scorrerie e vi lascio solo immaginare a cosa mi riferisco”.
La chiusura della fase costituente e il “caso” di Siena.
“In queste settimane si sta concludendo la fase costituente. Significativi sono stati i passaggi che hanno portato all’elezione dei segretari comunali di Castellina, Poggibonsi e Siena. Ad oggi mancano solo Rapolano e Radicofani. Permettetemi di soffermarmi su Siena. Non abbiamo dubbi che la scelta di Franco Ceccuzzi a segretario e di Alessandro Starnini e Alessandro Trapassi a vicesegretari abbia un carattere di straordinarietà, come ribadito da Franco. Una necessità dovuta alla complessità della fase costituente del Pd in città, causata dal radicamento di storie ed esperienze diverse che ha provocato un pluralismo più spiccato rispetto ad altre realtà. Abbiamo scommesso su una graduale mescolanza delle componenti fondative del Pd facendo i conti anche con alcuni ritardi. E’ stato difficile ma l’alternativa era quella di non costruire il Pd in città. Ora abbiamo voluto investire su una guida che rappresenta un elemento di garanzia per tutti e che potrà agevolare il radicamento del Pd e costruire un nuovo rapporto tra il gruppo consiliare, appena formatosi, e la giunta. Il mio augurio e che a luglio tutti insieme possiamo brindare per l’elezione del capogruppo.
La missione per il futuro.
“Dobbiamo affrontare il 2009 con un’idea di provincia che guarda ai prossimi 10 anni. Un progetto all’altezza di problematiche che potrebbero anche compromettere il nostro livello di benessere. Eccola la nostra missione: orientare il futuro. Il valore delle nostre scelte non deve essere misurato nell’immediato ma soprattutto nel domani. Per questo propongo che si apra subito il cantiere per definire la nostra idea di futuro per la provincia di Siena. Nei prossimi mesi il nostro impegno dovrà quindi incentrarsi meno sugli assetti interni e più sui grandi temi di governo, sulle problematiche del territorio e soprattutto sulla nostra idea per il futuro della provincia di Siena. Passerà infatti da qui la nostra capacità di dimostrarci classe dirigente”.