"E va salvaguardato dagli interessi privati di pochi"
SIENA. La candidata di Sì – Toscana a Sinistra interviene sul tema del paesaggio e sulla questione della geotermia e dell’inquinamento dei territori interessati dallo sfruttamento “selvaggio” di tale fonte di energia. Le responsabilità sono di chi “si arricchisce e specula – dice Bettini – incoraggiati e facilitati dallo Sblocca Italia varato recentemente dal governo Renzi e appoggiato con convinzione dal presidente uscente della Regione Toscana Enrico Rossi”.
“Il paesaggio toscano è un bene di tutti, l’ambiente non può essere il luogo della speculazione di pochi. Si tratta di una questione di buon senso, di umanità e gratitudine nei confronti della terra che abitiamo. Invece a livello nazionale il decreto Sblocca Italia varato dal governo Renzi e convertito in legge a colpi di fiducia prevede: raddoppio delle estrazioni petrolifere, megastrutture e grandi opere dalla dubbia utilità, megainceneritori, privatizzazione dei servizi pubblici locali e dei beni comuni. Anche in Toscana governa il partito del “No”, un governo che dice “No” alla strategia Rifiuti Zero e conserva il modello inquinante e distruttivo dell’incenerimento e, più in generale, dice “No” alla tutela del paesaggio e dell’ambiente.
Nella zona senese penso per esempio al territorio della Montagnola e all’annosa vicenda dell’inquinamento del fiume Merse, che dopo decenni di sfruttamento minerario ad opera dell’Eni, e con una bonifica promessa e mai realizzata, ancora oggi presenta molte criticità denunciate dal Coordinamento “Salviamo il Merse” che cita i dati dell’Arpat di Grosseto: “il Merse evidenzia la classe di qualità più bassa tra i fiumi che originano dalle Colline Metallifere”. Il monitoraggio biologico effettuato negli anni 2010-2012 rileva uno stato di qualità del fiume “fortemente degradato”. Proprio sul Merse l’Autorità Idrica Toscana ha presentato nuovamente il progetto di costruzione di una diga, già respinta con successo trent’anni fa dalle popolazioni; un’ennesima grande opera inutile e dannosa e che servirebbe solo a rimpinguare, a spese dei cittadini, le tasche delle lobbie del cemento mentre la rete idrica esistente perde circa il 40 % dell’acqua che viene immessa nelle tubazioni.
Penso ai grandi progetti di geotermia industriale nell’area che interessa i comuni di Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Radicondoli, Volterra, Castelnuovo Val di Cecina e San Gimignano. Il progetto di ricerca, denominato “Mensano” sul quale i cittadini di Casole d’Elsa si sono espressi in un referendum comunale in cui oltre il 93% dei votanti ha dichiarato di essere contrario alla sviluppo della geotermia industriale sul proprio territorio. Si tratta di un’area che ha già investito con successo sul turismo e sull’agricoltura di qualità e tali progetti avrebbero un impatto devastante. Nonostante ciò, la Magma Energy Italia ha ottenuto dalla Regione i permessi per procedere ha ottenuto dalla Regione i permessi per procedere all’occupazione coatta dei terreni laddove non dovesse esserci il consenso dei proprietari. Per far sentire la propria voce gruppi di cittadini assieme al Comitato difensori della toscana hanno organizzato una passeggiata e hanno piantato un albero di mele proprio dove la Magma Energy Italia vorrebbe costruire un pozzo geognostico in previsione di insediamenti di nuove centrali geotermiche.
Penso alla questione delle centrali geotermici sull’Amiata: perché la geotermia non è sempre sinonimo di energia pulita ma può nascondere problemi sanitari e ambientali oltre alla speculazione sugli incentivi. Applicando il principio di precauzione, si deve imporre uno stop deciso alla realizzazione di nuovi impianti geo-termoelettrici quando interferiscono sulla quantità e la qualità delle acque potabili di un territorio. Perché non è ammissibile che nella Regione Toscana le persone siano costrette a scegliere tra lavoro e salute. E’ necessario aprire un tavolo pubblico di confronto con cittadini e associazioni che vivono in comunità spesso dimenticate e ostacolate da scelte di pianificazione territoriale sbagliate che ne impoveriscono anche i servizi più essenziali, dai trasporti ai presidi sanitari territoriali.
Ma sarebbero tanti altri i casi da citare. Per questo noi diciamo Sì ad una transizione verso modelli produttivi ed energetici improntati alla sostenibilità ambientale e sociale, a soluzioni che tengono insieme la dimensione economica, sociale, ed ecologica. Perché le logiche del mercato e del profitto non possono prevalere nella gestione collettiva dei beni comuni.
Oggi, il governo del “NO” ha espropriato le comunità locali di ogni legittimo potere decisionale su acqua, rifiuti, trasporti, casa e sanità.
E invece è necessario ribadire il nostro Sì a dei percorsi che prevedono una reale partecipazione popolare attraverso la crescita della consapevolezza per concorrere nelle decisioni che investono il proprio territorio. E’ necessario “prevedere – come sottolineato in un documento della Rete NoGesi (No geotermia speculativa e inquinante) che pone in 12 punti alcuni limiti fondamentali a quanti finora hanno realizzato impianti senza nessun criterio di selezione a difesa dei beni collettivi – il coinvolgimento delle amministrazioni e delle popolazioni locali nel processo decisionale favorendo l’eventuale applicazione del principio di precauzione.”
Fiorenza Bettini – candidata al Consiglio Regionale per Sì – Toscana a Sinistra