di Augusto Mattioli
SIENA. Da qualche settimana Gabriele Berni ha lasciato Rifondazione comunista dove aveva l’incarico di segretario provinciale seguendo il governatore della Puglia Niki Vendola. Per lui l’esperienza politica di Rifondazione comunista è chiusa. Ma non l’attività politica. Berni ha aderito al manifesto per la costruzione di un soggetto politico di sinistra “che proponga un cambiamento". Secondo Berni è possibile arrivarci. “Ci sono persone di sinistra che la pensano come me su tante cose, a partire dalla necessità di un cambiamento e che oggi non hanno una casa .Perché dalle case che ci sono non si sentono rappresentati per vari motivi”.
Che sinistra va cercando?
Una sinistra per il 21° secolo
Cioè?
Una sinistra che guardi ad un progetto di società che ad esempio sia in grado oggi di elaborare una proposta di uscita dalla crisi perché non ci sia una società che nega i conflitti che vengono generati dal sistema di relazione che si è costruito ad esempio con la globalizzazione. Che sul piano degli scambi commerciali c’è stata ma non per tutti i paesi mentre non c’è stata una redistribuzione dei diritti
Questa sinistra non l’ha trovata in Rifondazione?
Oggi è necessario un soggetto politico che proponga un cambiamento. Laddove nella società di manifestano delle situazioni che questo cambiamento propongono e rifiutano un’interlocuzione con un soggetto politico che dovrebbe stare all’interno delle istanze di trasformazione, per me quel progetto è esaurito, perché guarda al proprio passato.
Forse partite dall’idea che è meglio stare al governo?
Per quanto mi riguarda non è un problema di governo. Credo che debba essere costruita una sinistra che si sappia confrontare con il governo e anche con la nostra difficoltà nell’attraversamento dell’esperienza dell’ultimo centro sinistra. Dopo di che penso che sia necessaria la costruzione di una sinistra che non sia ne necessariamente di governo ne necessariamente di opposizione. Penso si sia in grado di affrontare entrambe le collocazioni nel momento in cui siamo in grado di costruire una nostra idea di società . Non tanto in termini di riproposizione di modelli passati. A non interessa più essere una maceria del muro di Berlino. Penso sia stata una cosa importante la costruzione di Rifondazione comunista al momento della scissione dal partito comunista. Ma credo che l’obiettivo che si poneva era la ricostruzione di una nuova cultura della sinistra che in qualche modo mantenesse ferma la necessità della liberazione, che era la cosa principale del partito comunista, Quando questo si afferma attraverso la negazione dei diritti è la riproposizione di un passato che proprio non mi interessa e verso la quale sono stato critico.
In provincia di Siena che forza potrebbe avere questa idea di sinistra?
La nostra è di sicuro una provincia nella quale sono presenti valori di riferimento che esprimono, e parlo della gente, un orientamento a sinistra. La stessa cosa secondo me c’è nella società italiana in generale. C’è un grosso potenziale. Ci sono persone di sinistra che la pensano come me su tante cose, come la necessità di un cambiamento e che oggi non hanno una casa. Perché dalle case che ci sono non si sentono rappresentati per vari motivi. Per quello che mi riguarda la mia idea rispetto al partito democratico è che ha fatto una scelta sostanzialmente nell’ottica della gestione dell’esistente. Una cosa che la crisi stessa mi dice non sia possibile. Lo stesso avviene per la sinistra più radicale. Quindi l’obiettivo principale è quello di ricostruire uno spazio pubblico dove questa gente di sinistra possa partecipare alla costruzione di un nuovo soggetto politico che sulla scena non c’è.
La collaborazione con il partito democratico è da escludere a priori oppure c’è disponibilità?
In questa provincia non escludo una collaborazione con il Partito democratico. Come, secondo me, in nessuna parte del nostro paese. Credo che questa collaborazione si debba sostanzialmente ricostruire nel tentativo di mettere insieme un blocco sociale su dei valori di riferimento. Dopo di che ognuno lo può fare nella propria autonomia. Penso per chi è di sinistra confrontarsi con la realtà delle cose. Il centro destra governa in questa maniera. Propone una regressione sul piano civile, dei valori, della cultura, attacca la democrazia. Ma non sono uno di quelli che pensa che da una situazione peggiore possa rinascere una sinistra. Penso sia necessario mettere in campo anche delle relazioni politiche per un contenimento della situazione attuale perché all’interno di quello spazio ci sono maggiori possibilità di intervento e anche di costruzione di una nuova forza politica.
E per quanto riguarda le elezioni provinciali ci sarà un candidato di quest’area?
Noi daremo vita ad un percorso di costruzione di un progetto politico e di elaborazione programmatica che si confronterà con il passaggio elettorale. Un programma che dovrà essere messo a centro di un confronto con le tutte forze politiche che vorranno costruire una coalizione in provincia. Il primo obiettivo sarebbe quello di sperimentare a Siena un tentativo di uscita dalla crisi in termini di costruzione diversa di un modello di sviluppo che si basi su relazioni sociali diverse da quella che ci sono state fino ad ora.
Lo sbarramento al 4 per cento alle europee come lo giudica?
aSono un proporzionalista convinto. Un sistema democratico deve garantire l’accessibilità a qualsiasi forza rappresentativa. Ma non mi lamento eccessivamente dello sbarramento al 4%. Se oggi una forza politica manifesta solo ed esclusivamente per essere presente non arrivando al 4% il primo ragionamento che deve fare è come si arriva. Sono sostanzialmente contrario alla proliferazione dei partiti della sinistra. A questa situazione si lega la proposta di una sinistra unita che sappia fare i conti con se stessa”:
SIENA. Da qualche settimana Gabriele Berni ha lasciato Rifondazione comunista dove aveva l’incarico di segretario provinciale seguendo il governatore della Puglia Niki Vendola. Per lui l’esperienza politica di Rifondazione comunista è chiusa. Ma non l’attività politica. Berni ha aderito al manifesto per la costruzione di un soggetto politico di sinistra “che proponga un cambiamento". Secondo Berni è possibile arrivarci. “Ci sono persone di sinistra che la pensano come me su tante cose, a partire dalla necessità di un cambiamento e che oggi non hanno una casa .Perché dalle case che ci sono non si sentono rappresentati per vari motivi”.
Che sinistra va cercando?
Una sinistra per il 21° secolo
Cioè?
Una sinistra che guardi ad un progetto di società che ad esempio sia in grado oggi di elaborare una proposta di uscita dalla crisi perché non ci sia una società che nega i conflitti che vengono generati dal sistema di relazione che si è costruito ad esempio con la globalizzazione. Che sul piano degli scambi commerciali c’è stata ma non per tutti i paesi mentre non c’è stata una redistribuzione dei diritti
Questa sinistra non l’ha trovata in Rifondazione?
Oggi è necessario un soggetto politico che proponga un cambiamento. Laddove nella società di manifestano delle situazioni che questo cambiamento propongono e rifiutano un’interlocuzione con un soggetto politico che dovrebbe stare all’interno delle istanze di trasformazione, per me quel progetto è esaurito, perché guarda al proprio passato.
Forse partite dall’idea che è meglio stare al governo?
Per quanto mi riguarda non è un problema di governo. Credo che debba essere costruita una sinistra che si sappia confrontare con il governo e anche con la nostra difficoltà nell’attraversamento dell’esperienza dell’ultimo centro sinistra. Dopo di che penso che sia necessaria la costruzione di una sinistra che non sia ne necessariamente di governo ne necessariamente di opposizione. Penso si sia in grado di affrontare entrambe le collocazioni nel momento in cui siamo in grado di costruire una nostra idea di società . Non tanto in termini di riproposizione di modelli passati. A non interessa più essere una maceria del muro di Berlino. Penso sia stata una cosa importante la costruzione di Rifondazione comunista al momento della scissione dal partito comunista. Ma credo che l’obiettivo che si poneva era la ricostruzione di una nuova cultura della sinistra che in qualche modo mantenesse ferma la necessità della liberazione, che era la cosa principale del partito comunista, Quando questo si afferma attraverso la negazione dei diritti è la riproposizione di un passato che proprio non mi interessa e verso la quale sono stato critico.
In provincia di Siena che forza potrebbe avere questa idea di sinistra?
La nostra è di sicuro una provincia nella quale sono presenti valori di riferimento che esprimono, e parlo della gente, un orientamento a sinistra. La stessa cosa secondo me c’è nella società italiana in generale. C’è un grosso potenziale. Ci sono persone di sinistra che la pensano come me su tante cose, come la necessità di un cambiamento e che oggi non hanno una casa. Perché dalle case che ci sono non si sentono rappresentati per vari motivi. Per quello che mi riguarda la mia idea rispetto al partito democratico è che ha fatto una scelta sostanzialmente nell’ottica della gestione dell’esistente. Una cosa che la crisi stessa mi dice non sia possibile. Lo stesso avviene per la sinistra più radicale. Quindi l’obiettivo principale è quello di ricostruire uno spazio pubblico dove questa gente di sinistra possa partecipare alla costruzione di un nuovo soggetto politico che sulla scena non c’è.
La collaborazione con il partito democratico è da escludere a priori oppure c’è disponibilità?
In questa provincia non escludo una collaborazione con il Partito democratico. Come, secondo me, in nessuna parte del nostro paese. Credo che questa collaborazione si debba sostanzialmente ricostruire nel tentativo di mettere insieme un blocco sociale su dei valori di riferimento. Dopo di che ognuno lo può fare nella propria autonomia. Penso per chi è di sinistra confrontarsi con la realtà delle cose. Il centro destra governa in questa maniera. Propone una regressione sul piano civile, dei valori, della cultura, attacca la democrazia. Ma non sono uno di quelli che pensa che da una situazione peggiore possa rinascere una sinistra. Penso sia necessario mettere in campo anche delle relazioni politiche per un contenimento della situazione attuale perché all’interno di quello spazio ci sono maggiori possibilità di intervento e anche di costruzione di una nuova forza politica.
E per quanto riguarda le elezioni provinciali ci sarà un candidato di quest’area?
Noi daremo vita ad un percorso di costruzione di un progetto politico e di elaborazione programmatica che si confronterà con il passaggio elettorale. Un programma che dovrà essere messo a centro di un confronto con le tutte forze politiche che vorranno costruire una coalizione in provincia. Il primo obiettivo sarebbe quello di sperimentare a Siena un tentativo di uscita dalla crisi in termini di costruzione diversa di un modello di sviluppo che si basi su relazioni sociali diverse da quella che ci sono state fino ad ora.
Lo sbarramento al 4 per cento alle europee come lo giudica?
aSono un proporzionalista convinto. Un sistema democratico deve garantire l’accessibilità a qualsiasi forza rappresentativa. Ma non mi lamento eccessivamente dello sbarramento al 4%. Se oggi una forza politica manifesta solo ed esclusivamente per essere presente non arrivando al 4% il primo ragionamento che deve fare è come si arriva. Sono sostanzialmente contrario alla proliferazione dei partiti della sinistra. A questa situazione si lega la proposta di una sinistra unita che sappia fare i conti con se stessa”: