Il candidato punta sulla sua esperienza da ex amministratore e da ex dirigente politico per conquistare i democratici senesi
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di Augusto Mattioli
SIENA. Un candidato alla segreteria provinciale del Pd da 110 (senza la lode) laureato in economia politica. I renziani della prima ora, quelli per intenderci che fanno riferimento al consigliere regionale Stefano Scaramelli, si affidano all’esperienza di Massimo Bernazzi, molto lunga, leggendo il suo curriculum di amministratore locale, dirigente politico, componente di vari consigli d’amministrazione. Anche lui, come la sua compagna di partito Fiorenza Anatrini, candidata a Siena città a segretario comunale per la lista Orlando, un usato sicuro? “Perché – risponde alla provocazione – l’opposto dell’usato sicuro è il nuovo insicuro? Se abbiamo bisogno di un chirurgo andiamo a cercare l’esperienza, la capacità o lo specializzando a cui tremano le mani?”.
Conta dunque l’esperienza secondo Bernazzi per riuscire a venire a capo di una situazione, quella del Pd senese e provinciale, molto difficile dove ci si affronta con molta durezza. Una bella gatta a pelare.
“Meglio che me la prenda io questa gatta da pelare. Dove mettere le mani francamente lo so. La prima cosa è ricostruire il gruppo dirigente del partito. E’ assolutamente indispensabile. Senza quello non andiamo da nessuna parte” dice Bernazzi.
Da possibile segretario provinciale il candidato dei renziani-scaramelliani non rifiuta qualche domanda sulla politica senese che si sta muovendo in vista delle amministrative a Siena città. A partire dalla ipotesi di candidatura di Luigi De Mossi. “Ho già dichiarato che nessuno mi farà dire male dell’avvocato. Siamo stati insieme in un Cda (quello di Ampugnano), con lui c’è un rapporto di simpatia. Giudico la sua candidatura, se ci sarà, da valutare con grande attenzione senza nessuna prosopopea o sottovalutazione”. Sulla vicenda Rossi e sulla possibilità che sia utilizzata anche in campagna elettorale, cosa da non escludere, Bernazzi puntualizza: “Penso che questa vicenda sia un fatto tragico e se c’è qualche aspetto di rilievo penale debba occuparsene la magistratura. Se qualcuno ha gli elementi, vedi Pier Luigi Piccini, che siano affidabili e che lo portano a concludere che di suicidio non si è trattato, non deve fare altro che salire le scale della procura e raccontare i fatti. Quando mi trovai nelle liste massoniche, una magata che qualche radicamento a palazzo pubblico ce l’aveva, nel giro di pochi minuti andai dal procuratore della repubblica di allora Pappalardo e decisi la querela. Il giorno dopo Pappalardo era nelle liste e anche il mio avvocato” . E su Piccini candidato sindaco? “C’è usato e usato. C’è un usato che può essere un’Elba ( auto quasi sconosciuta prodotta anni fa dalla Fiat ndr ) e ci può essere un’Aston Martin”.