“Può Francesco tollerare che l’azienda che contribuisce all’anno giubilare risparmi sui lavoratori?”
SIENA. – Con una lettera all’arcivescovo di Siena e presidente della Conferenza episcopale della Toscana, il cardinale Augusto Paolo Lojudice, la consigliera regionale del Partito Democratico Elena Rosignoli si appella al Papa, affinché intervenga nei confronti della società turca Berko Europe, multinazionale degli elettrodomestici (con i marchi Ariston, Ignis, Indesit, Hotpoint, Whirpool, Grundig e altri), che nei mesi scorsi ha annunciato un piano che prevede quasi 2000 esuberi e che nello stabilimento di Siena mette a rischio trecento lavoratori.
“Eminenza reverendissima – scrive Rosignoli al cardinale Lojudice –, Le scrivo nell’auspicio che io possa Suo tramite raggiungere il Santo Padre per richiamare l’attenzione a una questione di grande importanza per il nostro territorio senese, ma non solo. Avendo appreso dal sito del Giubileo che Beko Europe è tra le aziende ‘supporter’ https://www.iubilaeum2025.va/it/supporters-licenziatari-logo.html dell’Anno Santo, mi rivolgo a Lei, che ha già avuto modo di incontrare e solidarizzare con i lavoratori, per far arrivare la voce di questo territorio fino in Vaticano: può Papa Francesco, il cui nome stesso si richiama agli ultimi, accettare di avere come sponsor una società che ha annunciato la chiusura dello stabilimento senese e altre fabbriche in Italia con i conseguenti esuberi dichiarati di 1935 addetti a livello nazionale, di cui 299 a Siena? Faccia sentire la voce dei lavoratori e delle loro famiglie e porti a Roma il grido di speranza per far intervenire il Santo Padre con la multinazionale”
“Mi domando infatti – continua l’esponente Pd nella lettera –, se può la logica della razionalizzazione dei costi fatta da chiusure di stabilimenti essere eticamente accettabile per chi vede nel lavoro l’opera con cui l’uomo acquisisce la sua dignità. Io credo che la Chiesa non faccia bene ad accostare il proprio nome e la propria immagine, nell’anno il cui motto è ‘Pellegrini di speranza’, a un’azienda che proprio in Italia sta mettendo a dura prova la speranza di duemila famiglie. Certamente immagino che i costi per l’organizzazione siano ingenti e che quindi il supporto di questa azienda possa fare comodo, immagino che anche vendere i gadget con la mascotte Luce serva a questo, però mi domando come cose del genere non possano smarrire e confondere i fedeli. Sarebbe importante che le aziende scelte dalla Santa Sede per le loro opere o come sue fornitrici rispondessero ad un alto senso di responsabilità sociale. Per questo auspico che il Santo Padre possa intercedere per noi nei confronti della proprietà dal momento che avrà canali privilegiati per le comunicazioni”.