In 131 chiedono il reintegro nel Monte dei Paschi
MANTOVA. 131 dipendenti ex Monte dei Paschi sono finiti, due anni e mezzo fa, alle dipendenze di Fruendo, la joint venture creata da Bassilichi e Accenture per le attività di back office di Mps (attualmente svolte al Boma), ma ora Bassilichi è in vendita. Il problema è che il probabile acquirente, l’ex Istituto centrale delle banche popolari italiane (Icbp) ora di proprietà di alcuni fondi italiani ed esteri, non pare interessato alle attività di Fruendo.
“Per questo chiediamo a Mps, che ci ha messo fuori dal perimetro bancario, di essere reintegrati”, dice Michele De Finis della Fisac-Cgil. A spingere il nuovo acquirente a disfarsi della quota Fruendo detenuta da Bassilichi (partecipata da Mps) sono sia l’età media elevata dei lavoratori che i numerosi ricorsi pendenti in vari Tribunali (cento solo a Mantova) per il reintegro in Mps. “Attendiamo la sentenza a Mantova per settembre – dice De Finis – e siamo ottimisti perché in giro per l’Italia i giudici hanno già accolto, in primo grado, i ricorsi di 300 persone e a giugno ci sarà l’appello. A Mps chiediamo rispetto dopo che si sono disfatti di noi. E alla politica che si interessi di noi a Mantova, dove finora nessuno si è visto”.
L’unico a muoversi è il deputato di Si-Sel Giovanni Paglia che prima di un’iniziativa sul referendum anti-trivelle ha incontrato i sindacalisti della Fisac. “Il nostro parlamentare – dice Fausto Banzi, capogruppo di Si-Sel in Comune – ha promesso un’interrogazione sulla vicenda. Quei lavoratori chiedono di rientrare in Mps per avere garanzia di continuità lavorativa; alcuni di loro, inoltre, potrebbero fruire del fondo di accompagnamento alla pensione, un diritto ora disatteso”.