"L'attuale gestione pensa più al partito di riferimento"

SIENA. Negli ultimi giorni la cronaca locale è stata affollata da valutazioni e prese di posizione sulla revisione dello statuto della Fondazione MpS ed a tal riguardo desidero fare alcune considerazioni.
La prima riguarda la scarsa autorevolezza dell’organo proponente, ossia la deputazione in carica che nulla ha fatto per preservare una istituzione patrimonio della città e che proprio per questo non riteniamo legittimata ad operare una scelta così delicata. Ancora più paradossale sarebbe l’approvazione del nuovo statuto da parte di un Comune commissariato: la città merita un più ampio coinvolgimento!
Dalle notizie giornalistiche non è poi emerso se la deputazione della Fondazione MpS abbia preso in considerazione un argomento specifico, ovvero quello riguardante gli emolumenti. Questi ultimi, a mio avviso, dovrebbero essere eliminati per la deputazione generale ritenendola nomina onorifica e drasticamente limitati per l’organo esecutivo con la previsione di un compenso fisso e la abolizione dei gettoni di presenza e delle diarie.
So bene che tale argomento è di competenza della Deputazione Generale, ma ritengo che in un momento in cui si parla in modo ricorrente di spending review e nel quale vengono chiesti sacrifici a tanti e soprattutto ai più deboli, la sua trattazione dovrebbe essere affrontata direttamente dallo statuto.
Per quanto riguarda la composizione della Deputazione Generale, non sono per niente convinto che solo la metà dei membri debba essere nominata scegliendo tra soggetti appartenenti agli enti locali territoriali. Il patrimonio della Fondazione appartiene alla collettività senese nel suo complesso e non appare giustificato uno ‘spacchettamento’ della rappresentanza a favore di singoli raggruppamenti della società senese. Secondo logica sarebbe sicuramente consigliabile assegnare le nomine ad un organo che rappresenta tutta la collettività cittadina come il Consiglio Comunale, ma sono consapevole che a tal proposito necessitano approfondimenti sui compiti del Consiglio comunale in relazione alle limitazioni imposte dalla normativa di settore.
In alternativa potremmo pensare ad una elezione di tipo popolare (comunale e provinciale) ed alla esclusione di rappresentanze regionali che nulla hanno a che fare con il patrimonio della Fondazione. Sarebbe, inoltre, utile prevedere una rappresentanza (se pur minoritaria) da parte di voglia contribuire patrimonialmente attraverso donazioni alla Fondazione stessa.
Una considerazione finale sulla notizia secondo la quale non sarebbe più garantita la presenza a Siena della Direzione Generale della Banca. Credo che questa sia la logica conseguenza di ciò che è avvenuto. Oggi la città non detiene più la maggioranza assoluta e forse domani non avrà più neppure quella di riferimento. Ciò per responsabilità e colpa dell’attuale gestione che, invece di difendere il patrimonio della Fondazione, si è dimostrata molto più interessata a tutelare le posizioni di potere del gruppo politico di riferimento.
Massimo Bandini – Movimento Civico Senese