Fonsai e MPS: due storie italiane di cattiva gestione borsistica e non solo
di Red
SIENA. Questo venerdì di borsa non era condizionato dal “17” portasfortuna della scorsa settimana, ma non c’è stata differenza. Nessuno è riuscito a spiegare cosa sia successo a Piazza Affari dalle 12.00 alle 13.00, quando nel giro di pochi secondi i titoli del comparto bancario sono improvvisamente crollati per poi riprendersi con cali più contenuti. Unicredit è rimasta sospesa per circa mezz’ora con un ribasso teorico di oltre 8 punti percentuali, Intesa SanPaolo è arrivata a -7%, Monte dei Paschi e Popolare di Milano appena meglio. Eppure le notizie sugli stress test riguardanti l’incidenza dei titoli di stato greci sulle banche italiane dovrebbe essere limitatissima, e per MPS quasi inesistente.
Nel dopo borsa Moody’s ha posto i programmi di covered bond del Banco Popolare, di Carige, della Cassa depositi e prestiti, di Intesa Sanpaolo e ancora di MPS in revisione per un possibile downgrade. La decisione segue le iniziative analoghe prese sul merito di credito sovrano e sul sistema bancario tricolore. Il titolo di Rocca Salimbeni ha chiuso con un altro segno negativo –2,47 a euro 0,533. Intanto è esploso l’emblematico caso di Fonsai e Milano Assicurazioni, che tanto simile a MPS ci sembra. Queste due società quotate fanno capo a Antonino Ligresti, un vecchio finanziere che non riscuote più gran credito a Piazza Cordusio, che ha penalizzato anche il titolo Unicredit che partecipa all’aumento di capitale Fonsai per tutelare i suoi crediti a rischio verso lo stesso Ligresti. All’annuncio delle condizioni dell’aumento di capitale che prenderà avvio da lunedì, i titoli sono stati oggetto di una pioggia di vendite. L’azione della capogruppo, a fine giornata, ha lasciato sul terreno il 9,89% lambendo quota 4 euro mentre la Milano ha perso quasi un terzo del suo valore (-28,13 a 0,55 euro) incapace di fare prezzo per buona parte della seduta di Borsa. Deve aver pesato, nelle decisioni di vendita degli investitori, l’aspettativa di ricoprirsi successivamente acquistando a sconto i diritti di opzione sui nuovi titoli che fino all’8 luglio saranno negoziabili staccandosi, per così dire, dalle azioni preesistenti, ed esercitabili fino al 15 luglio.
Anche MPS ha aperto il suo aumento di capitale con un forte sconto sul prezzo delle nuove azioni, e i diritti venerdì hanno chiuso con un –9,74% a euro 0,063 che non lascia spazio a discussione alcuna. E’ certo che la “furbata” di offrire forti sconti agli azionisti per convincerli a aderire in massa all’aumento di capitale non ha lasciato indifferenti i mercati. Ovvero si è creato artificiosamente un pericoloso spazio per la speculazione in un momento di massima debolezza della società quotata. Ma l’operazione Fondiaria è stata così studiata perché la società verrà salvata dagli “amici” Unicredit e Generali, limitando l’influenza e la posizione di comando della famiglia Ligresti; chi salverà Banca Monte Paschi di Siena, limitando la ormai praticamente inesistente capacità di guida della Fondazione MPS? Infatti si sta rompendo il fronte di silenziosa compattezza dei consiglieri di amministrazione di banca e fondazione, che mai hanno espresso critiche alla gestione della galassia MPS.
La compravendita dei diritti d’opzione scade il prossimo 1° luglio, il consigliere Gorgoni (di cui abbiamo già riferito in altro articolo v. News dal mondo) potrebbe già ricomprare con una bella plusvalenza e partecipare all’aumento di capitale, cosa che oggi ha poca voglia di fare. Siena piange, i suoi azionisti privati cadono sempre in piedi. Forse sono favoriti da improvvide mosse dirigenziali dei nominati dalla politica volte a salvare la poltrona, posizioni di potere da difendere a qualsiasi costo. Già. Ma qui finiscono le analogie con Antonino Ligresti, che non dovrà mai passeggiare scortato per Banchi di Sopra per evitare di dover dare spiegazioni ai cittadini, quando dallo sconcerto si passerà alla furia. Ligresti sceglie il prezzo da pagare per salvare se stesso dai propri errori, ma quali scelte avranno i cittadini senesi? Nessuna.
(Foto Corrado De Serio)