L'istituto senese al G20 grazie al progetto Paschi senza frontiere
L’impegno in tale direzione fu a suo tempo individuato nel corso del Vertice G8 de L’Aquila e, in quell’occasione, venne prefissato come obiettivo, per la prima volta a livello internazionale, la riduzione del costo medio globale di invio delle rimesse che passa dall’attuale 10% al 5% in 5 anni (progetto “5×5”). Il progetto consiste nel dimezzamento degli attuali costi di invio di rimessa ed è capace di generare un incremento netto del reddito dei migranti e delle loro famiglie stimato, dalla Banca Mondiale quale partner dell’iniziativa, in circa 10-15 miliardi di dollari all’anno.
In Africa il costo medio di invio delle rimesse è sensibilmente superiore alla media globale (del 10%) e pertanto l’iniziativa italiana ha particolare rilevanza per i Paesi del continente. Ma la tematica delle rimesse dei migranti e la valorizzazione dei suoi risparmi, rientrano in un contesto ben più ampio all’interno della Banca Monte dei Paschi di Siena. Un progetto, quello di ‘Paschi senza frontiere’, che si preoccupa anche dell’inclusione finanziaria della clientela immigrata rispetto alla quale è stata definita un’articolata struttura di prodotti, servizi, relazioni e accordi internazionali.
La sensibilità verso la clientela immigrata affonda, oramai, le sue radici nel passato. La Banca senese realizzò, infatti, già nel 1998 una delle prime formule di approccio strutturato al settore del migrant banking grazie anche alla filosofia del marketing interculturale quale strumento di integrazione e confronto.
(Foto Corrado De Serio)