Una tavola rotonda su due grandi marchi del Made in Italy - Brunello di Montalcino e Brunello Cucinelli - per parlare di investimenti, mercati ed export
SIENA. La nascita e lo sviluppo dei grandi marchi italiani, dal panorama nazionale ai mercati esteri. E’ questo il tema della tavola rotonda dal titolo “Banca Monte dei Paschi di Siena e le eccellenze del territorio” organizzata da Mps, e Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, che si è tenuta ieri (15 luglio) nella Fortezza di Montalcino. All’incontro, moderato da Tommaso Strambi, caporedattore de La Nazione, sono intervenuti Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Mps, Brunello Cucinelli, fondatore dell’omonima azienda leader della produzione di abbigliamento pregiato in cashmere a colori, Fabrizio Bindocci, presidente del Consorzio del Vino Brunello e Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino.
“Brunello di Montalcino e Brunello Cucinelli sono la dimostrazione che si possono creare storie e brand di successo partendo da territori decentrati e, a volte, svantaggiati rispetto ai siti di maggior sviluppo industriale – dice Fabrizio Viola, AD di Banca Monte dei Paschi –. Cucinelli e il Brunello sono due esempi da seguire per chi vuole costruire qualcosa partendo dal genius loci, rispettando e valorizzando il territorio, cogliendo e sviluppando le capacità locali e attraendo professionalità e capitali da fuori, trainando altri attori della filiera, raggiungendo punte elevatissime di qualità del prodotto tali da essere apprezzato dai mercati esteri, fattore determinante per il superamento delle difficoltà causate dalla contrazione del mercato domestico. Perciò occorre non sedersi mai sugli allori del successo ed essere consapevoli che il mercato globale ci offre opportunità ma le offre anche a molti competitor a volte dotati di prodotti peggiori ma con maggior capacità di trovare ascolto grazie a costi ridotti e ad una crisi che limita le possibilità di acquisto dei consumatori tradizionali. Il mercato è in costante evoluzione e va ricercato, educato, interpretato per non perdere il vantaggio acquisito. Costruire un marchio richiede il tempo e la fatica di generazioni. Per distruggerlo bastano poche pecore nere”.
“Il Brunello ha saputo conquistare la leadership internazionale in un settore difficile come quello dell’enogastronomia grazie alla competenza e al duro lavoro dei propri produttori, uniti al rispetto del territorio e ai valori della tradizione – ha commento Fabrizio Bindocci Presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino – Per produrre vino, e farlo bene, sono indispensabili però anche capacità di innovazione e, soprattutto, ci vogliono le persone a fare in modo che la creatività renda unica e vincente la competenza. Tutto questo però non basta se non ci sono le risorse per sostenere gli imprenditori del Made in Italy. Mi riferisco agli istituti di credito e alle istituzioni che possono realmente far decollare il sistema Italia”.
Montalcino e Solomeo sono oggi due luoghi che evocano fascino e attraggono ammirazione. Ma la loro considerazione e la loro condizione era ben diversa soltanto una trentina di anni fa. Sono due località che, grazie alla valorizzazione di un prodotto – vino e cashmere –, sono riuscite a cambiare il proprio destino e passare da una condizione di difficoltà ad una di forza in pochi lustri.
Questa rapida risalita della china è stata possibile in un tempo relativamente breve attraverso lo sviluppo e la concretizzazione di intuizioni innovative, attente pianificazioni, gestioni imprenditoriali. Il risultato di fronte al quale siamo oggi è composto da due marchi distintivi famosi in tutto il mondo, vere eccellenze del territorio rispettivamente toscano ed umbro, in sintesi due icone indiscusse del Made in Italy. Brunello di Montalcino e Cucinelli rappresentano oggi uno dei biglietti da visita più prestigiosi fuori dai confini nazionali, con prodotti al top nei rispettivi comparti commerciali che, merita ricordarlo, sono di nicchia per quantità e qualità di prodotto e per l’apprezzamento dei valori sottostanti alle due realtà. Infatti, chi si accosta al cashmere di Cucinelli e al Brunello di Montalcino è consapevole di indossare o bere la concretizzazione di un sogno, la realizzazione di quella capacità di menti sapienti che sanno ottenere il meglio rispettando il rapporto tra uomo, ambiente, risorse locali, valorizzando la qualità degli uomini che a vario titolo contribuiscono all’impresa.