Utile netto di 310 milioni di euro. Il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 2.980 mln
SIENA. Il Consiglio di Amministrazione di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha esaminato ed approvato oggi i risultati al 31 Dicembre 2021.
I risultati di conto economico di Gruppo al 31 Dicembre 2021
Al 31 dicembre 2021 il Gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 2.980 mln di euro, in crescita dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Escludendo la stima del contributo del portafoglio dell’operazione Hydra la crescita si attesterebbe al 5,0%.
Tale dinamica è da ricondurre soprattutto alla crescita delle commissioni nette, principalmente per i maggiori proventi sulla gestione del risparmio e, in particolare, sul collocamento prodotti e alla crescita degli altri ricavi della gestione finanziaria per i maggiori utili derivanti dalla cessione dei titoli e per il maggior contributo generato dalla partnership con AXA in ambito Bancassurance. Si assiste,
invece, ad un calo anno su anno del margine di interesse soprattutto per il minor contributo (circa 106 mln di euro) del portafoglio non performing derivante, in particolare, dal deconsolidamento del portafoglio dell’operazione Hydra avvenuto a fine 2020, oltre che per il calo dei rendimenti dell’attivo causato dall’andamento dei tassi di interesse e dalla ricomposizione delle esposizioni che vedono
una riduzione delle componenti a vista e breve termine e una crescita della componente a medio/lungo termine. Il margine di interesse ha beneficiato, invece, del minor costo della raccolta commerciale, nonché degli effetti positivi legati all’accesso alle aste TLTRO3, per quanto parzialmente compensati dal costo dei maggiori depositi presso banche centrali. Escludendo la stima del contributo del portafoglio Hydra, su base annua si registrerebbe una crescita del 2,2% del margine di interesse.
I ricavi del quarto trimestre 2021 registrano un aumento del 3,2% rispetto al trimestre precedente. In particolare, si assiste ad una crescita del margine di interesse (+3,1%), che ha beneficiato della prosecuzione delle azioni di ottimizzazione del costo della raccolta, e delle commissioni nette (+3,6%), riferibile principalmente alle commissioni sui servizi di pagamento. In riduzione rispetto al trimestre precedente gli altri ricavi della gestione finanziaria, che risentono del peggioramento del risultato da negoziazione/copertura. In crescita, invece, il contributo generato dalla partnership con AXA in ambito Bancassurance.
Il margine di interesse al 31 dicembre 2021 è risultato pari a 1.222 mln di euro, in riduzione del 5,4% rispetto al 2020. La flessione è stata guidata prevalentemente (i) dal minor contributo (circa 106 mln di euro) del portafoglio non performing derivante, in particolare, dal deconsolidamento del portafoglio dell’operazione Hydra avvenuto a fine 2020, oltre che (ii) dal maggior costo della raccolta
istituzionale legato alle emissioni effettuate nel secondo semestre 2020, (iii) dal minor contributo del portafoglio titoli di BMPS, anche a seguito delle vendite realizzate nel corso del 2020 e proseguite nel 2021, iv) dal contributo negativo dei derivati di copertura e v) dal calo dei rendimenti dell’attivo causato dall’andamento dei tassi di interesse e dalla ricomposizione delle esposizioni con una
riduzione delle componenti a vista e breve termine e una crescita della componente a medio/lungo termine. Il margine di interesse ha beneficiato, invece, del minor costo della raccolta commerciale e degli effetti positivi, pari complessivamente a 279 mln di euro, legati all’accesso alle aste TLTRO3, per quanto parzialmente compensati dal costo, pari a 93 mln di euro circa, dei maggiori depositi
presso banche centrali.
Escludendo la stima del contributo del portafoglio Hydra, su base annua si registrerebbe una crescita del 2,2% del margine di interesse. Il margine di interesse del quarto trimestre 2021, si pone in crescita rispetto al trimestre precedente (+3,1%) grazie soprattutto alla
prosecuzione delle iniziative poste in essere dalla Capogruppo per l’ottimizzazione del costo della raccolta da clientela, al maggior contributo del portafoglio di MPS Capital Services e al minor costo dei depositi presso Banche centrali a seguito di volumi medi in flessione.
Le commissioni nette al 31 dicembre 2021, pari a 1.484 mln di euro, risultano in crescita rispetto a quelle consuntivate l’anno precedente (+3,8%). L’incremento è riconducibile ai maggiori proventi sulla gestione del risparmio (+17,3%), sia per le maggiori commissioni sul collocamento prodotti, che per le maggiori commissioni di continuing che hanno beneficiato di una crescita delle masse medie gestite e del rendimento medio. Risultano, invece, in calo le commissioni da servizi bancari tradizionali per la riduzione delle commissioni su credito (-5,3%), anche a seguito della ricomposizione degli impieghi verso forme a più lunga scadenza.
Il contributo dell’ultimo trimestre dell’esercizio 2021 risulta in crescita nel confronto con il trimestre precedente (+3,6%) grazie principalmente all’aumento delle commissioni da servizi bancari tradizionali (+16 mln di euro) trainate dai proventi da servizi di pagamento.
I dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni ammontano a 113 mln di euro e risultano in crescita rispetto al 31 dicembre 2020 (+12 mln di euro), grazie ai maggiori proventi generati dalla partnership con AXA9 in ambito Bancassurance che ha determinato altresì un contributo del quarto trimestre 2021 in aumento rispetto al trimestre precedente.
Il risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti al 31 dicembre 2021 ammonta a 185 mln di euro, in crescita di 16 mln di euro rispetto ai valori registrati nell’anno precedente. Il contributo dell’ultimo trimestre del 2021 risulta, invece, in calo di 20 mln di euro rispetto al trimestre precedente. Dall’analisi dei principali
aggregati emerge quanto segue:
• Risultato netto dell’attività di trading positivo per 25 mln di euro, in calo di 11 mln di euro rispetto al valore registrato l’anno precedente per il minor contributo dei risultati di MPS Capital Services che ha comportato altresì un risultato del quarto trimestre 2021 in calo rispetto al trimestre precedente (-18 mln di euro).
• Risultato netto delle altre attività/passività valutate al fair value in contropartita del conto economico positivo per 19 mln di euro in miglioramento rispetto al contributo positivo di 15 mln di euro consuntivato l’anno precedente, grazie anche alle plusvalenze registrate sugli OICR.
Il contributo del quarto trimestre 2021 risulta pari a 5 mln di euro; sostanzialmente nullo il contributo del terzo trimestre 2021 che era stato impattato da minusvalenze su titoli di debito.
• Risultati da cessione/riacquisto (esclusi i finanziamenti clientela al costo ammortizzato) positivi per 141 mln di euro, in aumento rispetto all’anno precedente (+19,6%) grazie ai maggiori utili derivanti dalla cessione di titoli. Il contributo del quarto trimestre 2021 si pone in riduzione rispetto al trimestre precedente di 7 mln di euro per i minori utili derivanti dalla cessione di titoli.
Contribuiscono alla formazione dei ricavi anche le voci:
• Risultato netto dell’attività di copertura pari a +13 mln di euro, in crescita rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a +3 mln di euro) e con un contributo del quarto trimestre 2021 in calo rispetto a quello del trimestre precedente.
• Altri proventi/oneri di gestione negativi per 36 mln di euro, in miglioramento rispetto a quanto registrato nel 2020 (pari a -51 mln di euro) e con un contributo del quarto trimestre 2021 (pari a -11 mln di euro) in miglioramento rispetto al trimestre precedente (pari a -13 mln di euro).
Al 31 dicembre 2021 gli oneri operativi sono risultati pari a 2.106 mln di euro, in calo rispetto all’anno precedente (-3,6%) e con un contributo dell’ultimo trimestre 2021 in crescita rispetto al trimestre precedente (+1,1%). Esaminando in dettaglio i singoli aggregati emerge quanto segue:
• Le spese amministrative si sono attestate a 1.926 mln di euro e risultano in diminuzione del 2,6% rispetto all’anno precedente, con un contributo del quarto trimestre 2021 sostanzialmente stabile rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente. All’interno dell’aggregato:
o Le spese per il personale, che ammontano a 1.428 mln di euro, si pongono in aumento dello 0,9% rispetto al 31 dicembre 2020, nonostante la dinamica in flessione degli organici (legata – in primis – alle 560 cessazioni per Fondo di Solidarietà
registrate tra il 1° novembre 2020 e il 1° gennaio 2021), in relazione agli aumenti
contrattuali derivanti dal rinnovo del CCNL e al venir meno di risparmi conseguente
al mancato rinnovo dell’accordo sindacale. Il contributo del quarto trimestre 2021
risulta in flessione del 2% rispetto a quello del trimestre precedente.
o Le altre spese amministrative, che ammontano a 498 mln di euro, risultano in
diminuzione rispetto all’anno precedente (-11,6%), grazie alle azioni di saving poste
in essere. Il contributo dell’ultimo trimestre dell’esercizio 2021 risulta in crescita
rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente (+7,4%) a seguito della tipica
accelerazione di fine anno delle spese.
• Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali al 31 dicembre 2021
ammontano a 180 mln di euro e risultano in flessione rispetto all’anno precedente (-12,7%)
anche per gli effetti dell’introduzione delle valutazioni al fair value degli immobili. Il contributo del
quarto trimestre risulta in crescita rispetto al trimestre precedente (+10,1%).
Per effetto delle dinamiche sopra descritte, il risultato operativo lordo del Gruppo risulta pari a 874
mln di euro (758 mln di euro quello relativo al 31 dicembre 2020), con un contributo dell’ultimo
trimestre 2021 pari a 201 mln di euro, in aumento di 16 mln di euro circa rispetto al trimestre
precedente.
Al 31 dicembre 2021 il Gruppo ha contabilizzato un costo del credito clientela pari a -250 mln di
euro, che si confrontano con -773 mln di euro dell’anno precedente. Il dato del 2021 include:
• Un effetto positivo di 124 mln di euro circa di riduzione di rettifiche derivante dall’aggiornamento
degli scenari macroeconomici.
Un impatto negativo di 136 mln di euro derivante dall’aggiornamento dei modelli di valutazione
statistica (di cui -99 mln di euro e -37 mln di euro per l’aggiornamento rispettivamente dei modelli
di LGD e di PD).
• Un impatto negativo di -75 mln di euro derivante da taluni affinamenti metodologici afferenti la
valutazione delle esposizioni coperte da garanzia statale e delle inadempienze probabili
unsecured aventi una determinata vintage.
Il valore del 2020 includeva un effetto negativo di circa 348 mln di euro legato al mutato contesto
macroeconomico delineatosi con il diffondersi della pandemia COVID-19.
Anche escludendo tali effetti l’aggregato si pone, comunque, in riduzione rispetto al 2020
principalmente per riprese di valore (pari a circa 130 mln di euro) registrate su alcune posizioni
significative, per le quali si sono verificati eventi societari che ne hanno migliorato il profilo di rischio.
Il costo del credito del 2021 beneficia, inoltre, del venir meno delle rettifiche sulle posizioni del
portafoglio “Hydra M”, deconsolidato a fine dicembre 2020.
Il costo del credito clientela del quarto trimestre 2021, pari a 222 mln di euro, risulta in peggioramento
di 357 mln di euro rispetto a quello del trimestre precedente, che includeva i sopracitati i) rilasci per
l’aggiornamento degli scenari macroeconomici (+124 mln di euro), ii) costo per l’aggiornamento dei
modelli LGD (-99 mln di euro), iii) le riprese registrate su alcune posizioni significative (+130 mln di
euro circa). Anche al netto di queste componenti, il costo del quarto trimestre si pone, comunque, in
crescita rispetto al trimestre precedente principalmente per le minusvalenze registrate sui titoli
rivenienti da cessioni/cartolarizzazioni di crediti non performing, per l’effetto del sopracitato
affinamento metodologico afferente la valutazione delle inadempienze probabili e per i maggiori
flussi di default.
Al 31 dicembre 2021 il rapporto tra il costo del credito clientela e la somma dei finanziamenti clientela
e del valore dei titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non performing
esprime un tasso di provisioning di 31 bps (93 bps al 31 dicembre 2020).
Il risultato operativo netto del Gruppo al 31 dicembre 2021 è positivo per circa 629 mln di euro,
a fronte di un valore negativo pari a 20 mln di euro registrato l’anno precedente. Il contributo
dell’ultimo trimestre dell’esercizio 2021, pari a -19 mln di euro, è in peggioramento rispetto al
trimestre precedente, che aveva registrato un valore positivo di circa 321 mln di euro.
Alla formazione del risultato di esercizio concorrono anche le seguenti voci:
• Accantonamenti al fondo rischi e oneri negativi per -99 mln di euro, in miglioramento rispetto
all’anno precedente (pari a -984 mln di euro) per i minori accantonamenti per rischi legali. In
peggioramento il contributo del quarto trimestre 2021 rispetto a quanto registrato nel terzo
trimestre a fronte di maggiori accantonamenti per rischi legali.
• Altri utili (perdite) da partecipazioni pari a +2 mln di euro, a fronte di un utile di 3 mln di euro
registrato nel 2020, con un contributo dell’ultimo trimestre dell’esercizio 2021 sostanzialmente
nullo rispetto ai 2 mln di euro registrati nel terzo trimestre.
Oneri di ristrutturazione/Oneri una tantum, pari a -7 mln di euro, in miglioramento rispetto ai
-154 mln di euro registrati l’anno precedente, che includevano le spese (interessi, commissioni
e altre spese amministrative) relative all’operazione Hydra e i costi per la manovra di esodo del
personale. Il contributo del quarto trimestre 2021 (pari a +0,8 mln di euro) risulta in miglioramento
rispetto a quanto registrato nel trimestre precedente (pari a -3,9 mln di euro).
• Rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari, saldo pari a -169 mln di euro costituito
dal contributo a carico del Gruppo dovuto al Fondo di Risoluzione Unico (SRF) contabilizzato nel
primo trimestre 2021 pari a 67 mln di euro, dalla quota addizionale a favore del Fondo di
Risoluzione Nazionale (FRN) contabilizzata nel secondo trimestre 2021 pari a 22 mln di euro e
dalla quota dovuta al FITD (DGS) pari a 77 mln di euro, contabilizzata per 69 mln di euro nel
terzo trimestre 2021 e per 8 mln di euro nel quarto trimestre 2021, nonché dalla minusvalenza
netta sull’esposizione verso lo Schema Volontario del FITD (principalmente per l’intervento
Carige) pari a complessivi 3 mln di euro. La quota dovuta al FITD (DGS) risulta in crescita rispetto
a quanto registrato l’anno precedente a seguito dell’incremento dei volumi dei depositi.
• Canone DTA, pari a -63 mln di euro. L’importo, determinato secondo i criteri del DL 59/2016
convertito in Legge n. 119 del 30 giugno 2016, rappresenta il canone di competenza al 31
dicembre 2021 sulle DTA (Deferred Tax Assets) trasformabili in credito di imposta.
• Risultato della valutazione al fair value di attività materiali e immateriali, pari a -44 mln di
euro accoglie la svalutazione degli immobili ad uso funzionale (ex IAS 16) di proprietà, in
applicazione del nuovo criterio di valutazione del patrimonio immobiliare di Gruppo.
• Utili da cessione di investimenti pari a 14 mln di euro legati alla cessione degli immobili. Al
31 dicembre 2020 l’aggregato risultava positivo per 54 mln di euro.
Per effetto delle dinamiche sopra evidenziate, l’utile di esercizio al lordo delle imposte del Gruppo
è stato pari a 263 mln di euro, rispetto al 31 dicembre 2020, che aveva registrato un risultato
negativo di 1.341 mln di euro.
Le imposte sul reddito dell’operatività corrente registrano un contributo positivo di 49 mln di
euro (pari a -342 mln di euro al 31 dicembre 2020) imputabile principalmente alla valutazione delle
DTA.
Con riferimento ai redditi imponibili dei futuri esercizi, si segnala che la valutazione delle DTA è stata
determinata sulla base delle medesime proiezioni reddituali utilizzate per il Bilancio Consolidato del
2020 e per le Relazioni infra-annuali Consolidate del 2021. Le proiezioni reddituali incluse nel nuovo
Piano Strategico 2022-2026, approvato dal Consiglio di amministrazione il 17 dicembre 2021, non
sono state utilizzate essendo tale documento ancora al vaglio delle autorità competenti.
Considerando gli effetti netti della PPA (-3,6 mln di euro), l’utile di esercizio di pertinenza della
Capogruppo ammonta a 310 mln di euro, a fronte di una perdita di -1.687 mln di euro conseguita
nel 2020. Il quarto trimestre dell’esercizio 2021 registra una perdita di pertinenza della Capogruppo
pari a -79 mln di euro, a fronte di un utile di 186 mln di euro conseguito nel trimestre precedente.
Gli aggregati patrimoniali di Gruppo al 31 dicembre 2021
Al 31 dicembre 2021 i volumi di raccolta complessiva del Gruppo sono risultati pari a 194,7 mld di
euro con un calo delle masse di 2,9 mld di euro rispetto al 30 settembre 2021 legato al decremento
della raccolta diretta (-2,6 mld di euro). L’aggregato si pone in calo di 11,1 mld di euro rispetto al 31
dicembre 2020 per il decremento della raccolta diretta (-13,4 mld di euro) solo in parte compensato
dall’aumento della raccolta indiretta (+2,4 mld di euro).
I volumi di raccolta diretta si sono attestati a 90,3 mld di euro e risultano in calo di 2,6 mld di euro
rispetto ai valori di fine settembre 2021. Il decremento è imputabile principalmente alla flessione dei
PCT (-2,7 mld di euro), legata alla minore operatività di MPS Capital Services, solo parzialmente
compensata dalla crescita dei conti correnti (+1,0 mld di euro). In diminuzione i depositi vincolati (-
0,5 mld di euro), le altre forme di raccolta (-0,4 mld di euro) e il comparto obbligazionario (-0,1 mld
di euro).
Rispetto al 31 dicembre 2020 l’aggregato si pone in calo di 13,4 mld di euro, con una flessione che
caratterizza tutte le forme tecniche. In particolare, si registra un calo dei conti correnti (-1,8 mld di
euro) e dei depositi vincolati (-2,4 mld di euro) guidato dalla prosecuzione delle azioni, poste in
essere dalla Capogruppo, di ottimizzazione del costo del funding. Si assiste, inoltre, ad una minore
operatività in PCT (-5,2 mld di euro), ad un calo delle altre forme di raccolta (-2,2 mld di euro) e ad
una riduzione del comparto obbligazionario (-1,8 mld di euro), quest’ultimo derivante principalmente
dalla scadenza di un covered bond.
La quota di mercato10 del Gruppo sulla raccolta diretta si è attestata al 3,54% (dato aggiornato a
ottobre 2021) in calo rispetto a dicembre 2020 (pari a 3,93%).
La raccolta indiretta si è attestata a 104,4 mld di euro, in calo di 0,3 mld di euro rispetto al 30
settembre 2021 per la riduzione della componente dell’Amministrato (-1,2 mld di euro), su cui
impattano flussi netti negativi (in relazione a movimenti su un grande cliente) in parte compensati
dall’effetto mercato positivo. In crescita, invece, la componente del gestito (+0,9 mld di euro),
principalmente per l’effetto mercato positivo.
Nel confronto con il 31 dicembre 2020 si assiste ad una crescita della raccolta indiretta di 2,4 mld di
euro imputabile alla componente del risparmio gestito (+4,9 mld di euro), che ha beneficiato di flussi
netti positivi e di un effetto mercato positivo. Risulta, invece, in calo la componente dell’Amministrato
(-2,5 mld di euro), in relazione a movimenti rilevati su due grandi clienti, in parte compensati
dall’effetto mercato positivo.
Al 31 dicembre 2021 i finanziamenti clientela del Gruppo si sono attestati a 79,4 mld di euro, in
diminuzione rispetto a fine settembre 2021 (-1,8 mld di euro) per la minor operatività in PCT (-1,0
mld di euro), per il calo dei mutui (-0,7 mld di euro) e per la flessione dei conti correnti (-0,2 mld di
euro). In crescita gli altri finanziamenti (+0,2 mld di euro).
L’aggregato risulta in calo di 3,3 mld di euro nel confronto con il 31 dicembre 2020 principalmente
per la minor operatività in PCT (-3,5 mld di euro) e per il calo degli altri finanziamenti (-0,5 mld di euro) e dei conti correnti (-0,3 mld di euro). In aumento, invece, il comparto dei mutui (+1,1 mld di
euro), influenzati anche dall’effetto delle erogazioni concesse nell’ambito dei decreti governativi
emanati a seguito dell’emergenza COVID-19.
La quota di mercato11 del Gruppo risulta pari al 4,53% (ultimo aggiornamento disponibile ottobre
2021) in crescita di 10 b.p. rispetto a fine 2020.
L’esposizione lorda dei crediti classificati nel primo stadio, pari a 64,9 mld di euro, registra un
decremento sia rispetto al 30 settembre 2021 (pari a 67,2 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre
2020 (pari a 65,5 mld di euro).
Le posizioni classificate nel secondo stadio, la cui esposizione lorda ammonta a 12,7 mld di euro,
risultano in aumento rispetto ai 12,0 mld di euro del 30 settembre 2021 e in calo rispetto ai 15,4 mld
di euro del 31 dicembre 2020.
La dinamica osservata sullo stage 1 è riconducibile principalmente all’acquisizione dei bilanci 2020
delle aziende avvenuta nel quarto trimestre 2021, che ha comportato la classificazione di alcune
posizioni nella filiera high risk e, conseguentemente, il loro passaggio dallo stage 1 allo stage 2. A
questo va aggiunta la fisiologica riduzione dello stage 1 derivante dal normale flusso di scadenze
dei finanziamenti a medio lungo termine con il pagamento delle rate in scadenza a fine dicembre
2021. Il decremento dello stage 2 rispetto al 31 dicembre 2020 è riconducibile principalmente al
miglioramento della qualità dei crediti oggetto di moratoria Covid, che hanno ripreso regolarmente i
pagamenti. La dinamica complessiva evidenzia una sostanziale stabilità del livello dello stage 3, con
livelli di copertura in crescita.
Il totale finanziamenti clientela deteriorati del Gruppo al 31 dicembre 2021 è risultato pari a 4,1
mld di euro in termini di esposizione lorda, in lieve decremento rispetto al 30 settembre 2021 (pari
a 4,3 mld di euro) e in aumento rispetto al dato del 31 dicembre 2020 (pari a 4,0 mld di euro). In
particolare,
• L’esposizione lorda delle sofferenze, pari a 1,7 mld di euro, risulta stabile rispetto al 30 settembre
2021 (pari a 1,7 mld di euro) e in aumento rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 1,5 mld di euro).
• L’esposizione lorda delle inadempienze probabili, pari a 2,3 mld di euro, risulta in riduzione sia
rispetto al 30 settembre 2021 (pari a 2,5 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a
2,4 mld di euro).
• L’esposizione lorda dei finanziamenti scaduti deteriorati, pari a 60,7 mln di euro, registra una
flessione sia rispetto ai 89,4 mln di euro del 30 settembre 2021 che rispetto ai 75,6 mln di euro
del 31 dicembre 2020.
Al 31 dicembre 2021 l’esposizione netta in termini di finanziamenti clientela deteriorati del
Gruppo si è attestata a 2,1 mld di euro in leggera diminuzione rispetto al 30 settembre 2021 (pari a
2,3 mld di euro) e sostanzialmente stabile rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a 2,2 mld di euro).
L’incidenza dei finanziamenti clientela deteriorati netti sul totale finanziamenti clientela netti al 31
dicembre 2021 risulta pari al 2,7% (2,8% al 30 settembre 2021 e 2,6% al 31 dicembre 2020). In
dettaglio, l’incidenza in termini percentuali delle sofferenze (pari a 0,8%) e quella degli scaduti
deteriorati (pari a 0,1%) rimangono sostanzialmente stabili sia rispetto a settembre 2021 che rispetto
a dicembre 2020. L’incidenza in termini percentuali delle inadempienze probabili, pari all’1,8%,
risulta in calo sia rispetto a settembre 2021 che rispetto a dicembre 2020 (pari a 2,0% e 1,9%,
rispettivamente).
Al 31 dicembre 2021 la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 47,9%, in
aumento rispetto al 30 settembre 2021 (pari a 46,5%) principalmente per effetto dell’incremento della
percentuale di copertura delle inadempienze probabili (che passa dal 34,5% al 36,7%).
Il coverage delle inadempienze probabili al 30 settembre 2021 era stato influenzato dalla ripresa di
valore registrata su una posizione significativa per la quale la classificazione da inadempienza
probabile a performing era avvenuta il 1° ottobre 2021. Se la riclassifica fosse avvenuta nel mese di
settembre, il coverage delle inadempienze probabili si sarebbe attestato al 38,2%. A parità di
condizioni, quindi, si assiste ad un calo della copertura media delle inadempienze probabili
sostanzialmente imputabile all’uscita verso la sofferenza di posizioni con percentuali di copertura
molto elevata accompagnata dall’ingresso nella categoria di posizioni principalmente secured e,
quindi, con una percentuale di copertura inferiore alla media. Tali dinamiche sono state solo in parte
bilanciate dall’incremento di copertura derivante dagli affinamenti metodologici che hanno riguardato
le inadempienze probabili unsecured aventi una determinata vintage.
In calo rispetto al 30 settembre 2021 la percentuale di copertura degli scaduti deteriorati (che passa
dal 25,2% al 22,7%) e quella delle sofferenze (che passa dal 64,9% al 63,7%). Quest’ultimo è
ascrivibile agli stralci effettuati nel trimestre che hanno riguardato posizioni con coperture molto
elevate al di sopra della media. Tale effetto è stato solo in parte attenuato dagli ingressi nella
categoria di posizioni con coperture al di sopra della media.
La percentuale di copertura dei crediti deteriorati risulta in aumento anche rispetto al 31 dicembre
2020, quando era pari al 46,2% grazie all’incremento della percentuale di copertura delle sofferenze
(che passa dal 62,3% al 63,7%).
Al 31 dicembre 2021 le attività in titoli del Gruppo sono risultate pari a 22,1 mld di euro, in calo
rispetto al 30 settembre 2021 (-2,8 mld di euro) per la flessione delle attività Finanziarie detenute
per la negoziazione riferibili, in particolare, alla controllata MPS Capital Services. In calo anche i titoli
al costo ammortizzato (-0,5 mld di euro) per effetto delle cessioni e delle scadenze del trimestre.
Stabili le altre componenti.
L’aggregato risulta in aumento rispetto al 31 dicembre 2020 (+0,5 mld di euro) in relazione
all’incremento della componente di negoziazione riferibile, in particolare, alla controllata MPS Capital
Services, compensato dalla flessione delle attività finanziarie valutate al FV con impatto sulla
redditività complessiva e della componente a costo ammortizzato imputabile alle cessioni realizzate
nell’anno. Si segnala che il valore di mercato dei titoli presenti nei Crediti verso clientela al costo
ammortizzato è pari a 8.871,5 mln di euro (con plusvalenze implicite per circa 59,9 mln di euro).
Le passività finanziarie di negoziazione per cassa, riferibili, in particolare, alla controllata MPS
Capital Services, si attestano al 31 dicembre 2021 a 3,1 mld di euro e risultano in diminuzione sia
rispetto al 30 settembre 2021 (-0,2 mld di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (-1,4 mld di euro).
Al 31 dicembre 2021 la posizione netta in derivati, pari a -255 mln di euro risulta in peggioramento
sia rispetto al 30 settembre 2021 (pari a -227 mln di euro) che rispetto al 31 dicembre 2020 (pari a –
235 mln di euro).
Al 31 dicembre 2021, la posizione interbancaria netta del Gruppo si è attestata a 7,0 mld di euro
in raccolta, a fronte di 8,0 mld di euro in raccolta al 30 settembre 2021. La variazione è
principalmente legata al calo dell’attività in PCT di raccolta con banche.
Rispetto al 31 dicembre 2020 (che vedeva una posizione interbancaria netta pari a 4,0 mld di euro
in impiego), la variazione è dovuta all’incremento della raccolta ascrivibile agli ulteriori accessi alle
aste TLTRO3 per complessivi 5,5 mld di euro, in parte compensati dalla minore operatività in PCT
e dalla riduzione degli impieghi in relazione al calo dei depositi sul conto della riserva obbligatoria.
Al 31 dicembre 2021 la posizione di liquidità operativa presenta un livello di counterbalancing
capacity non impegnata pari a circa 25,4 mld di euro, sostanzialmente stabile rispetto al 30
settembre 2021. In calo rispetto al 31 dicembre 2020 (-7,8 mld di euro) per la minore raccolta
commerciale e la scadenza di obbligazioni di mercato (in particolare per la scadenza di covered
bond nel secondo trimestre 2021). Il saldo al 31 dicembre 2020 includeva, inoltre, la liquidità
derivante dal closing dell’operazione “Hydra M”.
La voce altre attività include i crediti d’imposta connessi con il Decreto Legge “Rilancio”, che ha
introdotto misure fiscali di incentivazione a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza
energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture
per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici (cd. Superbonus).
Alla data del 31 dicembre 2021, il Gruppo ha perfezionato circa 5.000 operazioni di acquisto, di cui
circa il 66% con privati e condominii, per un valore nominale di 189 mln di euro, utilizzabili a partire
dall’anno in corso. Il valore contabile dei suddetti crediti rilevati alla voce “altre attività” è pari, alla
data del 31 dicembre 2021, a 168 mln di euro.
Si evidenzia altresì che il Gruppo, alla data del 31 dicembre 2021, ha ricevuto richieste di cessione
di tali crediti per un ammontare complessivo di circa 1,8 mld di euro, attualmente in corso di
verifica/lavorazione.
Al 31 dicembre 2021 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta pari a circa 6,2
mld di euro in flessione di 78 mln di euro rispetto al 30 settembre 2021 per effetto della perdita
registrata nel quarto trimestre.
Rispetto al 31 dicembre 2020 il patrimonio netto del Gruppo e di pertinenza di terzi risulta in aumento
di 401 mln di euro, ascrivibili i) all’incremento delle riserve da valutazione, ii) all’utile di esercizio e
iii) all’effetto netto del decremento delle azioni proprie per 313,7 mln di euro conseguente alle vendite
effettuate dal Gruppo compensato dal risultato di negoziazione negativo per 270,7 mln di euro iscritto
nelle altre Riserve.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, al 31 dicembre 2021 il Common Equity Tier 1 Ratio
si è attestato a 12,5% (rispetto al 12,1% di fine 2020 e al 12,3% del 30 settembre 2021) e il Total
Capital Ratio è risultato pari a 16,1% (rispetto al 15,8% di fine 2020 e al 15,9% del 30 settembre
2021).
*****
Informazioni fornite su richiesta Consob ai sensi dell’art 114 comma 5 del D.Lgs. n. 58/98
Rispetto alle stime formulate nel Bilancio 2020, che evidenziavano uno shortfall già a partire dal
primo trimestre 2021 con una crescita a 1,5 mld di euro al 1° gennaio 2022, si porta all’attenzione
che anche al 31 dicembre 2021, come nei trimestri precedenti, non è emerso alcuno shortfall.
Nell’orizzonte di 12 mesi dalla data di riferimento, ovvero al 31 dicembre 2022, nell’ipotesi che
l’aggiornamento dei modelli interni alle EBA Guidelines si concluda entro la fine dell’esercizio 2022,
potrebbe emergere uno shortfall di 150 mln di euro.
La riduzione progressiva dello shortfall atteso a 12 mesi, rispetto alle stime formulate nel bilancio al
31 dicembre 2020, deriva dagli effetti delle azioni di capital management già realizzate,
dall’evoluzione del capitale e dei risk weighted assets. La posizione patrimoniale prospettica è
stimata tenendo conto dei risultati dell’esercizio 2021 e in ipotesi di conferma del modello di
business/operativo attuale, escludendo l’operazione di rafforzamento patrimoniale, o altri contributi
straordinari di capitale, o emissioni subordinate.
Si evidenzia, altresì, che nel primo trimestre 2023, considerando la riduzione programmata di
capitale collegata al phase-in IFRS9 e assumendo il pieno recepimento nel corso del quarto trimestre
2022 degli effetti inflattivi sui risk weighted assets connessi alle evoluzioni sui modelli di misurazione
del rischio di credito per effetto delle EBA Guidelines, lo shortfall sull’aggregato patrimoniale Tier 1
potrebbe arrivare a 500 mln di euro. Tale shortfall non tiene conto di possibili iniziative di capital
management a disposizione della Banca.
Con riferimento a una possibile “soluzione strutturale”, come noto, nel secondo semestre 2021
UniCredit ha svolto una due diligence finalizzata a valutare l’acquisizione di un perimetro selezionato
di MPS, sulla base di determinati presupposti concordati con il MEF. Il 24 ottobre scorso le parti
hanno comunicato l’interruzione dei negoziati.
A valle di tale comunicato e preso atto dell’attuale impercorribilità di una “soluzione strutturale” sono
state avviate le attività per le necessarie iniziative sul capitale che la Banca dovrà assumere.
Tenuto conto di quanto sopra, il 17 dicembre il CdA ha approvato il Piano Strategico 2022-2026 che
sostituisce integralmente il precedente Piano Strategico 2021-2025, approvato dalla Banca nel
dicembre 2020, che era stato redatto sottendendo un’operazione strutturale da realizzare nel breve
periodo. Il Piano 2022-2026 conferma l’entità del rafforzamento patrimoniale già stimato nel
precedente Piano 2021-2025 nella misura di 2,5 mld di euro e per il quale è ragionevole attendersi
il sostegno del socio di riferimento.
Il Piano è stato presentato alla Banca Centrale Europea, al Single Resolution Board e alla DG
Competition nell’ambito dei vari iter informativi, approvativi e regolamentari, cui è soggetto Le posizioni delle predette Autorità costituiscono un presupposto per l’operazione di rafforzamento
patrimoniale prevista dal Piano. La Banca sta fornendo tutti i chiarimenti necessari richiesti dalle
Autorità ma attualmente non vi è una stima precisa dei tempi necessari alle autorità competenti per
portare a termine i rispettivi processi.
Il Piano, che costituisce la base per l’avvio dei processi di approvazione di cui sopra, potrebbe inoltre
dover recepire eventuali modifiche e cambiamenti, anche rilevanti, per riflettere quanto derivante dal
confronto con le competenti Autorità.
Nel contesto delineato, DG Comp e BCE devono valutare, per quanto di competenza, l’intervento
dello Stato sulla base della viability stand alone della Capogruppo alla luce del Piano Strategico
2022-2026. Non può escludersi che nell’ambito di tale valutazione possano insorgere, in linea di
principio, elementi allo stato non prevedibili che potrebbero incidere sul percorso di rafforzamento
patrimoniale della Capogruppo e sulla struttura e realizzabilità di un aumento di capitale a condizioni
di mercato; la valutazione di DG Comp pone, quindi, in linea di principio, incertezze rilevanti. La
Banca rileva comunque la conferma del requirement P2R ricevuto dalla BCE in data 3 febbraio 2022
e già incluso nelle stime prospettiche di capitale.
Al fine di agevolare qualunque soluzione, la Capogruppo, dopo gli incisivi interventi sul rischio di
credito operati dal 2018 che hanno ridotto in modo significativo l’incidenza delle esposizioni non
performing, sta proseguendo nelle iniziative finalizzate alla riduzione dei rischi aziendali, operando
attivamente al fine di ridurre i rischi legali. Nel corso del 2021 la Banca ha perfezionato transazioni
che hanno ridotto di ca. il 40% il petitum dei rischi legali; tale riduzione costituisce un significativo
fattore abilitante per qualunque operazione funzionale al miglioramento della posizione patrimoniale.
Alla luce del rinvio al 2022 del possibile aumento di capitale e dell’assenza di emissioni di titoli di
debito nel corso del 2021 la Banca presenta al 1° gennaio 2022 un temporaneo breach dei vigenti
requisiti MREL, oggetto di esame da parte della SRB nell’ambito delle discussioni relative al Piano
Strategico 2022-2026. Tale sconfinamento sarebbe comunque destinato a rientrare qualora fosse
effettivamente realizzato l’aumento di capitale previsto dal Piano Strategico 2022-2026.
In relazione al suddetto breach, in data 25 gennaio 2022 l’SRB ha notificato alla Banca la richiesta
di un reporting mensile di monitoraggio a norma del paragrafo 140 della SRB- MREL Policy 2021.
Alla luce di tali elementi, tenendo conto dei significativi miglioramenti registrati dal Gruppo nel corso
del 2021 sotto il profilo patrimoniale e di riduzione dei rischi, nonché delle interlocuzioni finora tenute
con le Autorità, si ritiene che lo shortfall patrimoniale potrà essere superato attraverso un’operazione
di rafforzamento patrimoniale su base stand alone, previa approvazione da parte di DG Comp del
nuovo business plan 2022 – 2026.
L’implementazione di tale piano industriale potrebbe essere soggetta a successivi aggiornamenti
alla luce dell’evoluzione del mutato scenario economico e, comunque, subire modifiche, anche
rilevanti, qualora maturassero nuovamente i presupposti per la realizzazione di una eventuale
“soluzione strutturale” mediante l’implementazione di un progetto aggregativo, come peraltro
previsto dal citato DPCM del 16 ottobre 2020.
Al riguardo, pur valutata la rilevante incertezza relativa alle modalità di esecuzione del rafforzamento
patrimoniale, è ragionevole ritenere che la Banca continui a operare come un’entità in funzionamento
in un futuro prevedibile ritenendo altresì appropriato l’utilizzo del presupposto della continuità
aziendale nella predisposizione del bilancio al 31 dicembre 2021.
Si precisa che tali informazioni, su richiesta della CONSOB, sono diffuse mensilmente e
contestualmente alla diffusione delle informazioni finanziarie periodiche previste dalla normativa
regolamentare vigente.
Prospetti gestionali riclassificati
A partire dal 31 marzo 2021 e limitatamente al patrimonio immobiliare, il Gruppo ha optato per la
modifica del criterio di valutazione successiva all’iscrizione iniziale prevedendo:
• Il passaggio dal modello del costo a quello della rideterminazione del valore (di seguito anche
“revaluation model”) per gli immobili ad uso funzionale in base alla disciplina dello IAS 16
“Immobili, impianti e macchinari”.
• Il passaggio dal modello del costo a quello del fair value per gli immobili detenuti a scopo di
investimento in base alla disciplina dello IAS 40 “Investimenti immobiliari”.
I valori economici relativi al 2020 sono stati riesposti, rispetto a quanto pubblicato alle rispettive date
di riferimento, a seguito dell’applicazione retrospettiva del cambiamento del criterio di valutazione
degli investimenti immobiliari (ex IAS 40). Diversamente, il cambiamento nel criterio di valutazione
degli immobili strumentali, ex IAS 16, ha trovato applicazione prospettica a partire dal 31 marzo
2021, nel rispetto delle disposizioni dello IAS 8.
A seguito del cambiamento nel criterio di valutazione del patrimonio immobiliare, a partire dalla
informativa al 31 marzo 2021 si specifica che:
• La voce “attività materiali” di stato patrimoniale include la valorizzazione degli immobili ad
uso funzionale ex IAS 16 e degli investimenti immobiliari ex IAS 40, rispettivamente al “valore
rivalutato” e al “fair value”.
• La voce “rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali” di conto economico
include, per quanto concerne il patrimonio immobiliare, i soli ammortamenti relativi agli
immobili ad uso funzionale, non essendo gli investimenti immobiliari- valutati al fair value –
oggetto di ammortamento.
• La voce “risultato della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali” include
il risultato della variazione di fair value degli immobili nel periodo, in ossequio al nuovo criterio
di valutazione adottato.
Si precisa altresì che, ai fini di una maggiore comparabilità, le svalutazioni degli immobili ad uso
funzionale (ex IAS 16) riferibili al 2020 sono state riclassificate dalla voce “rettifiche di valore nette
su attività materiali ed immateriali” alla voce “risultato della valutazione al fair value di attività
materiali e immateriali”.
Si evidenzia inoltre che, a partire da dicembre 2021 sono state introdotte le seguenti variazioni:
• Gli effetti economici relativi a titoli rivenienti da operazioni di cessione di tipo multi-originator
di portafogli creditizi non performing riconducibili allo schema della cessione a (i) un fondo
comune di investimento con attribuzione delle relative quote agli intermediari cedenti o ad (ii)
un veicolo di cartolarizzazione ex legge 130/99 con contestuale sottoscrizione dei titoli ABS
da parte delle banche cedenti, e contabilizzati nella voce 110 “risultato netto delle altre
attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”, sono stati
ricondotti nella voce “costo del credito clientela”. Tale riclassifica è stata adottata anche per
i trimestri precedenti e per l’esercizio precedente al fine di consentire confronti omogenei.
• In ottemperanza con il 7° aggiornamento della circolare 262 di Banca d’Italia, i saldi degli
impieghi a vista con banche, in precedenza rendicontati nello Stato Patrimoniale tra i
“finanziamenti Banche”, vengono contabilizzati all’interno della voce “Cassa e disponibilità
liquide”. I dati patrimoniali dei trimestri e dell’esercizio precedenti sono stati riesposti al fine
di consentire confronti omogenei.
Si precisa che la società di revisione sta completando la revisione legale del bilancio nonché le
attività finalizzate al rilascio dell’attestazione prevista dall’art. 26 (2) del Regolamento dell’Unione
Europea n. 575/2013 e dalla Decisione della Banca Centrale Europea n. 2015/656.
Conto economico riclassificato
Di seguito si riportano i criteri di riconduzione adottati per la predisposizione degli schemi riclassificati
di conto economico:
• La voce “margine di interesse” è stata depurata del contributo negativo (pari a -4,4 mln di euro)
imputabile alla Purchase Price Allocation (PPA), riferibile a passate aggregazioni aziendali, che
è stato ricondotto in una voce specifica.
• La voce “commissioni nette” accoglie il saldo delle voci di bilancio 40 “commissioni attive” e 50
“commissioni passive” ed è stata depurata del contributo positivo (pari a 0,1 mln di euro), relativo
ad uno storno di commissioni passive inerenti l’operazione “Hydra M”, che è stato imputato alla
voce riclassificata “oneri di ristrutturazione / oneri una tantum”.
• La voce “dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni” comprende la voce
di bilancio 70 “dividendi proventi e simili” e la quota di pertinenza dell’utile delle partecipazioni
collegate in AXA, consolidate con il metodo del patrimonio netto, pari a 104,4 mln di euro, inclusa
nella voce di bilancio 250 “Utili (Perdite) delle partecipazioni”. L’aggregato è stato, inoltre,
depurato dei dividendi percepiti su titoli azionari diversi dalle partecipazioni (4,7 mln di euro),
ricondotti alla voce “risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di
attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti”.
• La voce “risultato netto della negoziazione, delle valutazioni al fair value di
attività/passività e degli utili da cessioni/riacquisti” comprende i valori delle voci di bilancio
80 “risultato netto dell’attività di negoziazione”, 100 “utile (perdite) da cessione o riacquisto”,
depurata dal contributo dei finanziamenti alla clientela (-1,5 mln di euro), ricondotto alla voce
riclassificata “costo del credito clientela”, e 110 “risultato netto delle altre attività e passività
finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”, depurata dai contributi dei
finanziamenti alla clientela (-10,1 mln di euro) e dei titoli rivenienti da operazioni di
cessione/cartolarizzazione di crediti non performing (-38,4 mln di euro) ricondotti alla voce
riclassificata “costo del credito clientela”. Tale aggregato incorpora altresì i valori afferenti i
dividendi percepiti su titoli azionari diversi dalle partecipazioni (4,7 mln di euro), mentre è stato depurato della minusvalenza rilevata sull’esposizione verso lo Schema Volontario del FITD per
circa 2,7 mln di euro ricondotta alla voce “Rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari”.
• La voce “risultato netto dell’attività di copertura” comprende la voce di bilancio 90 “risultato
netto dell’attività di copertura”.
• La voce “altri proventi/oneri di gestione” accoglie il saldo della voce di bilancio 230 “altri
oneri/proventi di gestione” al netto delle imposte di bollo e di altre spese recuperate dalla clientela
che vengono ricondotte alla voce riclassificata “altre spese amministrative” (237,7 mln di euro),
al netto di altri recuperi di spesa che vengono ricondotti alla voce “rettifiche di valore nette su
attività materiali ed immateriali” (20,2 mln di euro) e al netto dei rilasci su fondi accantonati in
anni pregressi (1,9 mln di euro) riclassificati alla voce “oneri di ristrutturazione/oneri una tantum”.
• La voce “spese per il personale” accoglie il saldo della voce di bilancio 190a “spese per il
personale” dalla quale sono stati scorporati costi per 3,7 mln di euro, relativi ai costi per le
risoluzioni consensuali definite dal Gruppo mediante accordi bilaterali con i dipendenti
parzialmente compensati da rilasci su fondi accantonati in anni pregressi, riclassificati alla voce
“oneri di ristrutturazione/oneri una tantum”.
• La voce “altre spese amministrative” accoglie il saldo della voce di bilancio 190b “altre spese
amministrative” decurtato delle seguenti componenti di costo:
o Oneri, pari a 166,6 mln di euro, derivanti dalle direttive comunitarie Deposit Guarantee
Schemes Directive – DGSD nel seguito – e Bank Recovery Resolution Directive – BRRD
nel seguito – per la risoluzione delle crisi bancarie, ricondotti alla voce riclassificata “Rischi
e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari”.
o Canone sulle DTA trasformabili in credito di imposta, per 63,2 mln di euro, ricondotto alla
voce riclassificata “Canone DTA”.
o Oneri pari a 4,3 mln di euro, riferiti alle iniziative volte anche alla realizzazione dei
commitment assunti con DG Comp, ricondotti alla voce riclassificata “oneri di
ristrutturazione/oneri una tantum”.
La voce incorpora, inoltre, l’ammontare delle imposte di bollo e delle altre spese recuperate dalla
clientela (237,7 mln di euro) contabilizzati in bilancio nella voce 230 “altri oneri/proventi di
gestione”.
• La voce “rettifiche di valore nette su attività materiali ed immateriali” ricomprende i valori
delle voci di bilancio 210 “rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali” e 220
“rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali” ed è stata depurata del contributo
negativo (pari a -0,9 mln di euro) riferibile alla Purchase Price Allocation (PPA), che è stato
ricondotto in una voce specifica, mentre incorpora l’ammontare dei recuperi di spesa (20,2 mln
di euro) contabilizzati in bilancio nella voce 230 “altri oneri/proventi di gestione”. Dall’aggregato
sono stati, inoltre, scorporati i costi pari a 0,7 mln di euro relativi riferiti alle filiali chiuse nell’anno.
• La voce “costo del credito clientela” comprende le componenti economiche afferenti i
finanziamenti alla clientela delle voci di bilancio 100a “utili/perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” (-1,5 mln di euro), 110b “risultato netto delle
attività e passività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value” (-10,1 mln di euro), 130a
“rettifiche e riprese di valore nette per rischio di credito di attività finanziarie valutate al costo
ammortizzato” (-198,9 mln di euro), 140 “utili/perdite da modifiche contrattuali senza
cancellazioni” (-7,6 mln di euro) e 200a “accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per
impegni e garanzie rilasciate” (+6,5 mln di euro). La voce comprende inoltre le componenti
economiche afferenti i titoli rivenienti da operazioni di cessione/cartolarizzazione di crediti non
performing iscritte nella voce di bilancio 110b “risultato netto delle altre attività finanziarie
obbligatoriamente valutate al fair value” (-38,4 mln di euro).
• La voce “rettifiche di valore nette deterioramento titoli e finanziamenti banche” comprende
la quota relativa ai titoli (2,0 mln di euro) e ai finanziamenti alle banche (+0,5 mln di euro) della
voce di bilancio 130a “rettifiche e riprese di valore nette per rischio di credito di attività finanziarie
valutate al costo ammortizzato” e la voce di bilancio 130b “rettifiche/riprese di valore nette per
rischio di credito di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività
complessiva” (+2,8 mln di euro).
• La voce “altri accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” accoglie il saldo della voce di
bilancio 200 “accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri” decurtato della componente relativa
ai finanziamenti clientela della voce 200a “accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per
impegni e garanzie rilasciate” (+6,5 mln di euro), che è stata ricondotta alla voce specifica “costo
del credito clientela”.
• La voce “altri utili (perdite) da partecipazioni” accoglie il saldo della voce di bilancio 250 “utili
(perdite) delle partecipazioni” decurtato della quota di pertinenza dell’utile delle partecipazioni
collegate in AXA – consolidate con il metodo del patrimonio netto – pari a 104,4 mln di euro
ricondotto alla voce riclassificata “dividendi, proventi simili e utili (perdite) delle partecipazioni”.
• La voce “oneri di ristrutturazione/oneri una tantum” accoglie i seguenti importi:
o Contributo di 0,1 mln di euro per lo storno di commissioni passive relative all’operazione
“Hydra M”, contabilizzate in bilancio nella voce 60 “commissioni nette”.
o Oneri per 3,7 mln di euro contabilizzati in bilancio nella voce 190a “spese per il
personale”.
o Oneri per 4,3 mln di euro riferiti alle iniziative progettuali, volte anche alla realizzazione
dei commitment assunti con DG Comp, contabilizzati in bilancio nella voce 190b “altre
spese amministrative”.
o Oneri per 1,3 mln di euro riferiti alle filiali chiuse nell’anno, contabilizzati in bilancio per
0,6 mln di euro nella voce 260 “risultato netto della valutazione al fair value delle attività
materiali e immateriali” e per 0,7 mln di euro nella voce 210 “rettifiche di valore nette su
attività materiali”.
o Contributo positivo per 1,9 mln di euro per rilasci su fondi accantonati in anni pregressi
contabilizzati in bilancio nella voce 230 “altri oneri/proventi di gestione”.
La voce “rischi e oneri connessi a SRF, DGS e schemi similari” accoglie gli oneri derivanti
dalle direttive comunitarie DGSD per la garanzia dei depositi e BRRD per la risoluzione delle
crisi bancarie, pari a 166,6 mln di euro, contabilizzati in bilancio nella voce 190b “altre spese
amministrative”, nonché la minusvalenza rilevata sull’esposizione verso lo Schema Volontario
del FITD per 2,7 mln di euro contabilizzata in bilancio nella voce 110 “risultato netto delle attività
e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”.
• La voce “canone DTA” accoglie gli oneri relativi al canone sulle DTA trasformabili in credito di
imposta previsto dall’art. 11 del DL n. 59 del 3 maggio 2016 convertito in Legge n. 119 del 30
giugno 2016, contabilizzati in bilancio nella voce 190b “altre spese amministrative”, pari a 63,2
mln di euro.
• La voce “risultato della valutazione al fair value di attività materiali e immateriali” accoglie
il saldo della voce di bilancio 260 “risultato netto della valutazione al fair value delle attività
materiali e immateriali”, depurata del contributo negativo di 0,6 mln di euro relativi alla chiusura
filiali, che sono stati ricondotti alla voce “oneri di ristrutturazione/oneri una tantum”.
• La voce “utili (perdite) da cessione di investimenti” accoglie il saldo della voce di bilancio 280
“utili (perdite) da cessione di investimenti”.
• La voce “imposte sul reddito di esercizio” accoglie il saldo della voce 300 “imposte sul reddito
di esercizio dell’operatività corrente” ed è stata depurata della componente fiscale teorica relativa
alla Purchase Price Allocation (PPA), ricondotta in una voce specifica per un importo pari a 1,7
mln di euro.
Gli effetti complessivamente negativi della Purchase Price Allocation (PPA) sono stati ricondotti
alla specifica voce scorporandoli dalle voci economiche interessate (in particolare “margine di
interesse” per -4,4 mln di euro e “rettifiche di valore nette su attività materiali ed immateriali” per -0,9
mln di euro, al netto della componente fiscale teorica per +1,7 mln di euro che integra la relativa
voce).
Stato patrimoniale riclassificato
Di seguito riportiamo i criteri di riconduzione adottati per la predisposizione degli schemi riclassificati
di stato patrimoniale:
• La voce dell’attivo “finanziamenti banche centrali” ricomprende la quota relativa ai rapporti con
banche centrali della voce di bilancio 40 “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato”.
• La voce dell’attivo “finanziamenti banche” ricomprende la quota relativa ai rapporti con banche
delle voci di bilancio 40 “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” e 20 “attività
finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”.
• La voce dell’attivo “finanziamenti clientela” ricomprende la quota relativa ai finanziamenti con
clientela delle voci di bilancio 20 “attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”, 40 “attività finanziarie valutate al costo ammortizzato” e 120 “attività non correnti e
gruppi di attività in via di dismissione”.
• La voce dell’attivo “attività in titoli” ricomprende la quota relativa ai titoli delle voci di bilancio 20
“attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico”, 30 “attività finanziarie
valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva”, 40 “attività finanziarie valutate al
costo ammortizzato” e 120 “attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.
• La voce dell’attivo “derivati” ricomprende la quota relativa ai derivati delle voci di bilancio 20
“attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” e 50 “derivati di
copertura”.
• La voce dell’attivo “partecipazioni” ricomprende la voce di bilancio 70 “partecipazioni” e la quota
relativa alle partecipazioni della voce 120 “attività non correnti e gruppi di attività in via di
dismissione”.
• La voce dell’attivo “attività materiali e immateriali” ricomprende le voci di bilancio 90 “attività
materiali”, 100 “attività immateriali” e gli importi relativi alle attività materiali e attività immateriali
della voce di bilancio 120 “attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione”.
• La voce dell’attivo “altre attività” ricomprende le voci di bilancio 60 “adeguamento di valore delle
attività finanziarie oggetto di copertura generica”, 130 “altre attività” e gli importi della voce 120
“attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione” non ricondotti nelle voci precedenti.
• La voce del passivo “debiti verso clientela” ricomprende la voce di bilancio 10b “passività
finanziarie valutate al costo ammortizzato – debiti verso clientela” e la componente relativa a titoli
clientela della voce di bilancio 10c “passività finanziarie valutate al costo ammortizzato – titoli in
circolazione”;
• La voce del passivo “titoli emessi” ricomprende le voci di bilancio 10c “passività finanziarie
valutate al costo ammortizzato – titoli in circolazione”, da cui è stata scorporata la componente
relativa a titoli clientela, e 30 “passività finanziarie designate al fair value”.
• La voce del passivo “debiti verso banche centrali” ricomprende la quota della voce di bilancio
10a “passività finanziarie valutate al costo ammortizzato – debiti verso banche” relativa a rapporti
con banche centrali.
• La voce del passivo “debiti verso banche” ricomprende la quota della voce di bilancio 10a
“passività finanziarie valutate al costo ammortizzato – debiti verso banche” relativa a rapporti con
banche (escluse le banche centrali).
• La voce del passivo “passività finanziarie di negoziazione per cassa” ricomprende la quota
della voce di bilancio 20 “passività finanziarie di negoziazione” depurata dagli importi relativi a
derivati di negoziazione.
• La voce del passivo “derivati” ricomprende la voce di bilancio 40 “derivati di copertura” e la quota
relativa ai derivati della voce di bilancio 20 “passività finanziarie di negoziazione”.
21
• La voce del passivo “fondi a destinazione specifica” ricomprende le voci di bilancio 90
“Trattamento di fine rapporto del personale” e 100 “fondi per rischi e oneri”.
• La voce del passivo “altre passività” ricomprende le voci di bilancio 50 “adeguamento di valore
delle passività finanziarie oggetto di copertura generica”, 70 “passività associate a gruppi di
attività in via di dismissione” e 80 “altre passività”.
• La voce del passivo “patrimonio netto di Gruppo” ricomprende le voci di bilancio 120 “riserve
da valutazione”, 130 “azioni rimborsabili”, 150 “riserve”, 170 “capitale”, 180 “azioni proprie” e 200
“utile (perdita) d’esercizio”.