Siena Cambia trova "deludenti" i riisultati di Mps
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SIENA. L’esito degli stress test BCE ha inevitabilmente aperto una nuova stagione di speculazioni su Banca Monte dei Paschi. Alla speculazione finanziaria, infatti, se ne associa un’altra non meno insidiosa, che è quella di ambito politico, con facili tirate demagogiche e dichiarazioni ad effetto, ma con esiti poco più che populistici e scevri di proposte concrete.
Attaccare il management che in tre anni ha saputo soltanto adottare un piano di “lacrime e sangue” a discapito dei dipendenti e che, tuttavia, non ha prodotto i risultati sperati, appare ovvio, ma è forse sin troppo semplicistico. “Ancor più ingiustificabili – ha dichiarato il Capogruppo di Siena Cambia Lorenzo Di Renzone – appaiono le continue revisioni al rialzo che si sono succedute nel giro di un anno sull’effettivo fabbisogno di capitale della Banca”. Revisioni al rialzo che, comunque, non sono state sufficienti ad evitare un nuovo aumento di ulteriori 2,5 miliardi da effettuarsi nel 2015, a seguito dell’approvazione del bilancio. Stime sbagliate nei numeri, parametri BCE punitivi o, peggio, una realtà amara che viene portata alla luce un poco alla volta? Se sull’inadeguatezza patrimoniale della Banca, l’attuale management può ancora chiamare in causa l’eredità del passato, sulla redditività e sulla poca chiarezza di questi ultimi passaggi non può trovare giustificazioni. Né può essere taciuto un forte richiamo alla sobrietà e alla doverosa correlazione tra retribuzioni dei livelli manageriali e raggiungimento dei risultati.
Tuttavia, la politica cittadina non può certo limitarsi a dibattere sulle capacità manageriali e sulle scelte strategiche della Banca, le quali sempre più devono rispondere al mercato e sempre meno possono assoggettarsi ai desiderata e agli equilibrismi della politica stessa. Questa presa di coscienza pare scontata. “Prima di ogni altra cosa – ha dichiarato il Responsabile del Programma di Siena Cambia, Francesco Fasano – la politica, attraverso le Istituzioni, dovrebbe impegnarsi per creare e mantenere le migliori condizioni generali affinché per un’azienda sia ancora conveniente rimanere vicina al nostro territorio. Altrimenti, potremmo finire per convincerci che ogni impresa sia destinata ad abbandonarci se gli enti locali non ne detengono una quota di controllo o se la politica non ne benedice gli organi di gestione”.
Altrettanta consapevolezza deve essere acquisita sulla necessità di valorizzare il patrimonio della Fondazione, questo sì a servizio diretto del territorio e dell’utilità sociale. Ancora una volta il prossimo aumento di capitale porrà la città, e dunque le sue rappresentanze politiche e istituzionali, di fronte ad un bivio: quali sono le priorità per la Fondazione e per il suo territorio di riferimento? Le scelte della Fondazione dovranno essere soprattutto mirate a difendere il valore dell’investimento fatto nel giugno 2014. E’ soprattutto su questo tema di indirizzo generale che dovrebbe incanalarsi il dibattito cittadino dei prossimi mesi. Come Siena Cambia, ci impegneremo per diffondere questa consapevolezza, aprendo una discussione costruttiva con la cittadinanza e andando oltre le mere speculazioni.