La crisi di Mps, il 51 per cento della Fondazione e le forze politiche in campo
di Augusto Mattioli
SIENA. Premessa doverosa. Le responsabilità politiche della crisi Mps sono ovviamente di quel gruppo dirigente del Pd di allora, di chi da politico di provincia aveva la velleità di poter mettersi alla pari con i grandi della finanza italiana. Detto questo occorre fare qualche sottolineatura sul resto della politica senese, che non è proprio “vergine” su Mps. Tenuto conto che certi benefici in termini di utili della Fondazione Mps e di qualche importante posto di potere sono arrivati anche all’allora quota di opposizione.
La recente presa di posizione del gruppi consiliari di Forza Italia-Udc e Lega, in risposta alle critiche dei parlamentari del Pd sul taglio dei finanziamenti al Biotecnopolo, contiene qualche dimenticanza. Ci interessa in particolare la questione del mantenimento da parte della Fondazione Mps del 51% delle azioni di Mps. E’ vero: in molte occasioni esponenti del Pd rimarcavano questa necessità, anche perché si temeva che una decisione del genere avrebbe portato alla sconfitta elettorale al Comune. Ma non risulta, se la memoria non ci inganna, che da parte dell’opposizione ci fosse una spinta per scendere sotto il 51%. Vorremmo chiedere quindi ai firmatari del documento di farci avere le prese di posizione di allora dei loro partiti favorevoli a scendere sotto il 51%. Allora si contavano sulle dita di una mano coloro che sostenevano questa ipotesi. Si trattava di veri esperti nel settore, anche del Pd, ma inascoltati, secondo i quali la Fondazione poteva controllare la banca con una percentuale anche più ridotta di azioni.
E veniamo al Centrodestra. Che pur non essendo all’epoca al governo della città ha avuto in ogni caso qualche vantaggio. Non dimentichiamo che alla presidenza di Antonveneta, acquistata da Mps – operazione sulla quale si registrarono pochissimi commenti contrari e molti positivi da destra e sinistra, compreso Mario Draghi – fu posto il professor Pisaneschi area centrodestra. L’interesse a contare in Mps era forte. Ricordiamo che Silvio Berlusconi, cliente della Banca, da cui ha avuto ai sui tempi ingenti finanziamenti per la sua attività imprenditoriale, non ha mai detto qualcosa di critico nei confronti della gestione di Mps e della politica della maggioranza al Comune di Siena. Fa pensare la proposta di candidatura a sindaco alle comunali del 2011 di Alessandro Nannini ottimo pilota di Formula 1, ma digiuno di politica. Una candidatura, si disse allora, “a perdere”. E’ anche da capire quali fossero i rapporti della maggioranza politica di allora (democratica) con Denis Verdini, allora esponente di spicco in Forza Italia.