di Augusto Mattioli
SIENA. 30 settembe 2019: il consiglio comunale decide di uscire dalla Fondazione Musei senesi. Perché, come argomentò l’allora sindaco Luigi De Mossi eletto dal centro destra, “l’adesione alla Fondazione non appare indispensabile per il raggiungimento delle finalità espresse da questa amministrazione nel DUP 2019-2021, in particolare relativamente all’obiettivo di valorizzazione integrata e fruizione dei beni culturali della città”.
Oggi 15 marzo: la sindaca Nicoletta Fabio fa sapere in una nota che nel prossimo Consiglio Comunale fissato per il 22 marzo, sarà discussa una proposta di delibera relativa al rientro del Comune di Siena nel ruolo di partecipante istituzionale all’interno della Fondazione Musei Senesi.
Viene da chiedersi: come si comporteranno quei consiglieri comunali di oggi che erano presenti anche quando sostennero la proposta di De Mossi? E questo in fondo è un aspetto secondario. Da rilevare come questo centrodestra voglia far dimenticare il periodo del governo comunale di De Mossi con il quale i rapporti erano sempre più tesi. A volte addirittura preferendo far finta di ignorare cosa faceva il sindaco pur evitando di chiederne le dimissioni: insomma, una situazione da “separati in casa”.
Del resto, se ne avessero chiesto le dimissioni sarebbe arrivato un commissario… e si sarebbe coronata una pessima figura politica. Bisogna dare atto agli strateghi del centrodestra che avevano scelto De Mossi, pur sapendo dei suoi limiti in politica, di avere messo, la sordina a questa situazione. Aggiungendo – dall’altra parte – che l’area di centrosinistra, nella sua languida campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio, non è riuscita a sfruttare.