Il consulente nell'affare Antonveneta è lo stesso del nuovo statuto della Fondazione
di Red
SIENA. Anche Il Sole 24 Ore si è accorto della “strana connection” fra il Monte dei Paschi e la fondazione Astrid di Bassanini & Amato. Scriveva, qualche giorno fa, del piemontese Francesco Maria Pizzetti, il candidato alla poltrona di presidente della Fondazione MPS a cui è stato concesso un rinvio nella nomina (Ufficialmente per studiare le carte) di cui ha indirettamente (?) usufruito per prendere la residenza a Sovicille prima del 20 agosto. E scriveva: “L’ex leader dell’Autorità per la privacy è stato infatti consigliere giuridico di Romano Prodi e di Franco Bassanini. E proprio con Bassanini collabora ancora all’interno del centro studi Astrid, di cui fa parte anche Giuliano Amato. Un club d’élite con buone radici in terra di Toscana”. Buone per chi?
Un piddino di ferro insomma, ma fuori dai giochi miseri della politica cittadina. La nota del quotidiano di Confindustria però verteva anche sulla piemontesità di Angelo Benessia. L’uomo che ha scritto per Gabriello Mancini il nuovo statuto della Fondazione, lì dove è candidato il nostro Pizzetti che, se la residenza l’ha presa, certo non rischia alcun ballottaggio come certe voci ahimè, locali, vorrebbero far credere per una sorta di democrazia che non esiste nella città del Palio.
Certo Mancini, che all’epoca dei fatti Antonveneta c’era, poteva scegliere un consulente più appropriato, perché alcune norme, così come scritte, lasciano molto a desiderare: a cominciare dalla norma mal scritta per cui essere senese è questione di un giorno, anche del giorno dopo, garanzia per difendere meglio i legittimi interessi locali. L’avvocato Angelo Benessia è il personaggio che grazie alla sua “consulenza e assistenza continuativa” ricevette da Mussari nel biennio 2007-08 la bella somma di 950.000,00 euro (più 3.450 di rimborsi spese) per i preziosi consigli offerti all’avvocato di Catanzaro nell’affare Antonveneta. “Riunioni, analisi di contratti, di comunicati stampa, relazioni alle autorità di viglianza e rapporti con i consulenti legali in Spagna e Olanda: insomma, la regìa legale dell’operazione che per MPS è poi diventata una maledizione” scrive L’Espresso.
Due avvocati non fanno un banchiere, evidentemente! Camilla Conti ricorda che dall’ufficio di Benessia sono state prelevate tante carte dalla Procura di Siena, ma per l’opera compiuta non ci sarà la restituzione dell’assegno quasi milionario che Mussari gli staccò nel 2009. Visti anche i risultati dell’operazione, che sono sotto gli occhi di tutti. Invece chissà perché Mancini nel 2012 gli affida l’indifferibile compito di riscrittura dello Statuto per toglierlo dalle mani della politica, che continua a spadroneggiare in banca e Fondazione come tante prove quotidiane stanno lì a dimostrare.