La Regione fiduciosa nella magistratura
SIENA. “Apprendiamo dalla stampa che la Procura di Siena ha aperto un’indagine sulla gestione del bilancio 2011 dell’Asl di Siena. A presentare la denuncia è stato il direttore generale insieme ai sindaci revisori della stessa Asl 7”. Con questa precisazione, affidata ad una nota stampa, la Giunta della Regione Toscana interviene sulla vicenda della Asl senese. “Sullo squilibrio di circa 10 milioni – continua la nota – non abbiamo nulla aggiungere a quanto già detto: se l’Asl di Siena ci avesse comunicato per tempo la differenza tra il preconsuntivo 2011 – inviato a gennaio e poi di nuovo aggiornato a maggio e in entrambi i casi in equilibrio – e il consuntivo definitivo, chiuso solo pochi giorni fa, non ci sarebbe stato nessun problema a conferire alla stessa Asl, con la delibera del 7 maggio numero 382, le risorse necessarie per raggiungere il pareggio di bilancio. Anzi, in base alle quote di accesso al Fondo sanitario regionale, l’azienda senese avrebbe dovuto ricevere ben 23,9 milioni, ovvero più del doppio dello squilibrio successivamente registrato. Risorse invece non assegnate perché dalle comunicazioni ricevute – preconsuntivi di gennaio e maggio – dal nuovo direttore generale, Nicolò Pestelli (nominato a gennaio 2012), risultava un andamento del bilancio in equilibrio. Oggi non c’è nessun problema nel pareggiare i conti della sanità di Siena, come avverrà se necessario anche per altre aziende, avendo la Regione i fondi destinati per tali esigenze”.
“Rispetto ai contenuti della denuncia presentata in Procura – a quanto risulta alla Giunta regionale -, essi non riguardano il presunto buco di bilancio ma eventuali presunte irregolarità. Ci auguriamo pertanto che la magistratura possa fare, in tempi rapidi, luce su questa vicenda. Da parte della giunta regionale c?è fiducia nel lavoro dei magistrati. La Regione Toscana non ha assolutamente nulla da nascondere”.
Chi paragona la vicenda di Siena a quella di Massa: “non conosce la sanità, né si intende di conti, oppure è in totale malafede”.