
di Mario Ascheri
SIENA. Non credevo di dover tornare cosi presto sulle elezioni senesi ma il pensiero agli elettori del Piccini e di suoi candidati come Laura Sabatini seriamente antivalentiniani mi costringe.
La sua preziosa intervista a Magrini che puntava tutto sulla amministrazione poteva autorizzare il contratto con De Mossi ma non con l ‘avversato e certamente mai stimato Valentini.
Pierluigi – che ho spesso difeso in questi mesi da attacchi ingiusti – ha dovuto ricordare la passata tradizione del buon governo di sinistra a Siena per bypassare il Valentini e garantirà ora la sua inedita buona gestione con cariche (lo vedo bene vice alla Salvini) e consiglieri che terranno Valentini sul filo del rasoio… Non ho dubbi che sarà giunta migliore della attuale.
Ma non c’è stata scelta più politica di questa!
Pierluigi salva il Pd e quello che ha significato. Non per niente non ha parlato delle liste civiche di cui è stato efficiente coordinatore né dei blogger che hanno tenuto in alto la schiena in tempi neri così come questo giornale e sparsi spelacchiati opinionisti.
Piccini ha abdicato non alla amministrazione ma al suo profilo alto, morale direi, alleandosi con Valentini. Doveva lui prendere l”auspicio di grande civismo che De Mossi non sembra aver colto.
Questa è la Siena della Decadenza.
Ne ho parlato tante volte ma speravo di essere contraddetto.
Chiudo con un epitaffio che dedico ai dipendenti del MPS (e ai contribuenti italiani), che non pare debbano rallegrarsi per Buongoverno (ma Piccini ne parla?).
Da un decreto del 10 aprile 2014 dei procuratori Nastasi Grosso e Natalini:
“Tali indagini valorizzano infatti in modo deciso ed inequivocabile il profilo della sussistenza in capo ai vertici di BMPS nel quinquennio 2006/2011 (Mussari quale presidente, Vigni quale direttore generale) di un modus operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di interessi in generale distonici rispetto a quelli dell’ente.
Ciò vale con particolare riferimento alla presenza di interessi e di applicazioni esterne alla banca e ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”.
Gli anni in cui si battagliava assieme in Consiglio, caro Pierluigi: che faceva allora il tuo Valentini?