di Mario Ascheri
SIENA. Si sta giustamente attribuendo importanza ai profili degli assessori nominati dal nuovo sindaco.
La varietà è il connotato più evidente: dalla giovane di dubbia competenza tecnica al navigato fiorentino competente in tante cose di sicuro ma messo al Palio forse per essere super partes? Non sarà piuttosto sub partibus?
A parte il gioco di parole, Luigi De Mossi sconta la molteplicità delle forze partitiche e civiche che l’hanno appoggiato. Non è colpa sua, ma della frammentazione deplorevole con cui si è giunti a queste elezioni e contro la quale si è fatto francamente troppo poco – almeno così è parso al normale cittadino esterno ai giochi in atto, come me e la stragrande maggioranza dei senesi.
Si riprodurrà la situazione vissuta con Valentini, spesso bloccato dalla sua maggioranza? Ogni nomina all’orizzonte sarà oggetto di sotterranee aspirazioni?
Se per gli assessori erano difficili valutazioni comparative in pochi giorni, per le nomine i tempi sono più distesi.
E allora De Mossi nel suo discorso programmatico del 12 deve essere esauriente al proposito (noi abbiamo proposto preventiva discussione dei curricula in commissione consiliare). Gli darei invece un po’ di tempo per parlare dei provvedimenti sulle partecipate, delle quali deve poter conoscere vita morte e miracoli, ma intanto dovrebbe prometterci una semplificazione nell’interesse dei tartassati utenti, anche con l’aiuto dei sindaci ‘naturalmente’ amici della Toscana meridionale – giustamente invitati al palio. Gli aumenti dei costi di servizi e beni essenziali per tutti (rinviati, furbescamente?, a dopo il 4 marzo e le amm.ve) devono impegnare a risparmi nell’interesse delle famiglie.
Ma i compiti non sono solo per De Mossi.
Le forze politiche, partiti e movimenti, devono presto decidere come andare avanti. Potremo sapere per la ripresa post Palio dell’Assunta se confermeranno la loro identità attuale o vorranno iniziare processi di unificazione? E se sì, in che senso, con quali procedure?
Lo stesso problema lo porrei ai blogger e ai profili facebook che variamente si occupano dei problemi cittadini. Io rilevo senza grande genialità che la facilità della scrittura on line aiuta la partecipazione, ma la frammentazione è anche qui, e non aiuta a condividere delle conclusioni.
Bisognerebbe convenire che le proposte più condivise o importanti (pur difficili da giudicare), non tanto per aiutare la maggioranza ma in primo luogo la città, debbano preferibilmente avere un punto di raccolta neutrale. Naturalmente mi diranno che sono sogni! Già, lo ammetto, ed è anche per questo che preciso che non sono adatto a fare l’assessore alla cultura, come alcuni sostengono invece in questi giorni.
Non c’è bisogno di assessori particolarmente studiosi: ma di persone che si impegnino seriamente valorizzando il personale comunale e che abbiano l’accortezza e l’umiltà di ascoltare, di raccordarsi alla ricca di energie ma dispersa società senese.
Rispettando tutti, senza riguardo soprattutto all’orientamento politico. Basterebbe questo per ‘voltare pagina’ e chiudere con una stagione non propriamente esaltante di storia senese.