“In base alle nuove norme – spiega Cenni – la qualifica di restauratore dei beni culturali spetta a chi ha conseguito un diploma presso una scuola di restauro riconosciuta (ci sono solamente tre istituti in Italia), scuole accreditate e corsi con riconoscimento regionale. Per tutti coloro che già svolgono la professione, esiste la possibilità di accedere alla qualifica tramite esame di Stato, previa presentazione di una documentazione talmente complessa da reperire, facendo riferimento al periodo precedente all’anno 2000, da rendere di fatto impossibile l’accesso a migliaia di professionisti e imprese che da anni operano nel restauro con riconosciuta competenza”.
“Non si contesta la volontà di perseguire la ricerca di nuove strade per formare nuovi e preparati operatori – continua la parlamentare – ma questo deve avvenire parallelamente alla valorizzazione della professionalità e dell’esperienza maturata nel corso degli anni da un’intera generazione di restauratori e riconosciuta dagli enti, a partire dalle Soprintendenze, che ne hanno certificato il lavoro. Per questo crediamo sia necessario perseguire quanto prima, attraverso un iter legislativo concertato con i rappresentanti del settore, una serie di norme che possano sopperire al repentino caos legislativo introdotto dalle nuove prescrizioni”.
“Quella del restauratore - afferma Cenni – è una professione fondamentale per il nostro Paese: è giusto che il governo si impegni per riconoscere il lavoro di chi, fino ad oggi, ha contribuito a promuovere e conservare il patrimonio artistico, architettonico e culturale nazionale e a tramandare alle nuove generazioni le tecniche e le professionalità acquisite. Non è il momento, data la difficile situazione congiunturale, di creare ostacoli burocratici che possono aggravare un contesto economico ed occupazionale, già messo alla prova. Certi della sensibilità del Ministro Sandro Bondi, ci auguriamo che la richiesta di attenzione da parte di un settore così importante del nostro artigianato possa essere presa seriamente in considerazione”. La lettera di Susanna Cenni si aggiunge all’interrogazione a prima firma del parlamentare Pd Ermete Realacci e al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento del Decreto Ministeriale numero 53, promosso dalla Cna di Firenze. Alla firma di Cenni seguono quelle dei parlamentari toscani Rosa De Pasquale, Maria Grazia Gatti, Silvia Velo, Donella Mattesini, Vannino Chiti, Ermete Realacci, Paolo Fontanelli, Francesco Bosi e Raffaella Mariani.