Pucci (Lcs) commenta la presenza del "rottamatore2 al fianco del candidato sindaco "veltroniano", "dalemiano" e "bersaniano"

SIENA. “Viene da chiedersi se Ceccuzzi abbia letto il libro di Renzi. Riteniamo di no perché altrimenti si sarebbe accorto che parla di quelli come lui. In occasione della riunione dei “rottamatori” alla stazione Leopolda di Firenze, svoltasi – lo ricordiamo – in contemporanea con una direzione nazionale convocata a bella posta a Roma, Ceccuzzi dove sedeva? A Firenze o a Roma?”. Commenta la notizia dell’arrivo di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, il candidato al Consiglio comunale per le Liste civiche senesi Silvio Pucci, a sostegno della candidatura a sindaco di Gabriele Corradi.
“Appare evidente come Ceccuzzi sia alla disperazione tanto da risultare incomprensibile, nel PD, a quale linea politica faccia riferimento e saltabecca scompostamente alla ricerca di sponsors purché siano. Ad una rapida disamina sono passati da Siena Veltroni, D’Alema, Bersani e, ora, Renzi. Veltroni, ufologo d’eccezione, che sicuramente ha fatto la propria parte nel far perdere qualche voto a Ceccuzzi. Poi è stata la volta di D’Alema – elenca Pucci – con tutta una coda di polemiche su presunti intrecci tra appalti ed intercettazioni in cui viene tirato in ballo un dalemiano doc. Quindi Bersani, che già di per sé non suscita entusiasmi stellari e che a Siena è stato anche più moscio del solito e al quale molti militanti del PD attribuiscono la spaventosa perdita di consenso del loro partito. Ora arriva Renzi nelle cui dichiarate intenzioni, messe per iscritto addirittura, c’è la volontà di mandare a casa tutti e tre, Veltroni, D’Alema e Bersani. E non è finita! Dovrebbe venire, udite! udite!, Franceschini, fresco romanziere sul tema delle prostitute, tema di scottante attualità politica (?)”.
“Saremmo tentati di dire che bisogna essere proprio alla canna del gas per raccomandarsi a chiunque per avere nomi conosciuti che risollevino il suo evidente scarso o nullo peso politico. Questo di Renzi, tuttavia, è un incontro pericoloso – analizza il candidato di Lcs – perché delle due l’una: o Renzi smentisce tutto quanto ha detto e scritto dalla Leopolda in poi (lo vogliamo ricordare che Ceccuzzi è da dieci anni che ha le mani in pasta dappertutto qui a Siena?) oppure il buon Matteo rimane sulle proprie posizioni e allora veramente a Ceccuzzi ci vuole una faccia tosta incredibile per stare lì accanto a sentirsi distruggere”.
“Perché, diciamoci la verità, i due sono su posizioni diametralmente opposte: il primo ha vinto le elezioni di Firenze CONTRO l’apparato di partito e governa la Città sempre contro il medesimo apparato; il secondo è proprio un uomo di apparato. E basta. Non c’è altro dietro Ceccuzzi. Solo l’apparato – dice Pucci – E bastava essere all’incontro su Ampugnano per rendersene conto: una claque di funzionari e funzionarietti pronti ad applaudire chi ha salito tutto il cursus honorum del partito. E d’altro canto a Ceccuzzi va bene che Renzi stia a Firenze perché se stava a Siena avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche e cercarsi un lavoro davvero. Come tutti”.
“E vediamo se Ceccuzzi dirà che Renzi ha ragione e che lui condivide il principio della rottamazione. Se così fosse – conclude – dovrebbe essere così gentile da rottamare quei giovanotti di primo pelo (anagrafico e politico) che rispondono ai nomi, poco noti in città, di Anna Gioia, Mauro Marzucchi, Pierpaolo Fiorenzani, Alberto Monaci, ecc. Ecc. E, in un impeto di coerenza, ritirarsi dalla candidatura”.