Niente erogazioni, riduzione del personale, diluizione. E Mps...
SIENA. “Lacrime e sangue” anche in Fondazione Mps. Sta per partire la cura-Mansi che punta a ridurre i costi generali di Palazzo Sansedoni. In arrivo tagli del personale, blocco dei progetti futuri e rallentamento per quelli non ancora avviati, grossa riduzione dei compensi per i revisori, e – naturalmente – erogazioni azzerate per il 2013. Si parla anche di una possibile ricontrattazione per quelle già assegnate.
E’ il contenuto del documento programmatico del prossimo triennio che è stato discusso in Fondazione nel corso di una riunione durata più di quattro ore e che ha provocato, secondo le voci di palazzo, anche contrasti in seno alle Deputazioni. Che conservano intatto il gettone di presenza, già ridotto nella precedente gestione. Il documento dovrà essere approvato nel corso della prossima riunione, fissata per il 15 ottobre. Prima, però, e più precisamente il 4 ottobre, Mansi e i deputati della DA (escluso il provveditore Pieri), dovrebbero incontrare i vertici di banca Montepaschi, che pare sia stato uno dei temi caldi della riunione. Nell’incontro con il top management dovrebbero essere discussi i temi del piano industriale e delle variazioni richieste dalla Commissione Ue.
Il cda di martedì 24 settembre non ha approvato il nuovo piano “imposto” da Almunia poiché mancavano alcune integrazioni formali, ma vi sono due scuole di pensiero sulla mancata approvazione: una è che il cda stesse aspettando l’intesa tra Commissisone Ue e Ministero dell’Economia sui dettagli “formali”,; l’altra che il pomo della discordia siano stati i tagli richiesti al manament e non condivisi. Inoltre, è possibile che il primo piano presentato da Mps al Ministero e da quest’ultimo alla Ue fosse sin troppo “severo” e che Almunia abbia chiesto misure diverse. ma può anche essere in atto un altro progetto: “testare” il fatdico bail in con il Monte dei Paschi, per costringere poi le altre banche (che pare non se la pasino poi tanto meglio del Monte) ad utilizzare questo sistema per rimettere a posto i conti senza gravare sulla comunità, anzi, tutelando i contribuenti ed evitando così i “salvataggi di stato” già applicati in altri paesi.
Le nuove norme sul salvataggio delle banche potrebbero già essere applicate all”istituto senese, tanto “per vedere l’effetto che fa”?
Nel frattempo continua l’opera dei magistrati per perfezionare la richiesta di rinvio a giudizio delle 12 persone (gli 11 a cui è stato comunicata la chiusura delle indagini, più l’avvocato Crisostomo, iscritto nel registro degli indagati dopo l’interrogatorio di oltre 3 ore avvenuto ieri), coinvolte nell’operazione Antonveneta.
Il 3 ottobre è il giorno previsto per la scadenza della domanda di rinvio, ma è anche il giorno in cui riprenderà il processo iniziato la scorsa settima a e rinviato per consentire ai giudici di decidere sull’ammissione come parte civile di Bankitalia (parte offesa), Montepaschi, 3 associazioni di consumatori e circa 200 “privati” che hanno richiesto di essere ammessi. Nella stessa udienza sarà deciso quali testimoni saranno ammessi al processo contro Vigni, Mussari e Baldassarri.