Sul tema intervengono anche il presidente della Toscana Rossi e Vescovi, segretario della Lega
AREZZO. Federconsumatori Arezzo ha inviato oggi (28 dicembre) tre lettere: una al presidente della Repubblica Mattarella, una a quello del Consiglio Gentiloni e la terza al ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan.
“In esse – annuncia il presidente Pietro Ferrari – segnaliamo la situazione di disparità in cui verrebbero a trovarsi i risparmiatori di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, CariFerrara” rispetto a quelli di Mps. “A prescindere dal fatto che la normativa sugli arbitrati, che il Governo doveva emanare entro il 30 Giugno non è ancora stata varata, fra i requisiti richiesti per poter presentare la richiesta di rimborso ce ne sono due che pongono intere famiglie in condizioni di disparità rispetto ad altre in analoga condizione”, si legge nella lettera. “A nostro avviso – conclude Ferrari – si rende necessario un nuovo intervento legislativo che correggendo gli effetti del decreto del 22 Novembre 2015, modifichi, corregga o integri quanto previsto dalle norme vigenti in materia di rimborsi forfettari o di arbitrato per gli obbligazionisti subordinati delle quattro Banche in risoluzione in modo da parificare nella sostanza per tutti i risparmiatori, gli stessi trattamenti previsti dal Governo con il provvedimento del 22 dicembre”.
Sul tema si è speso anche il presidente della Regione toscana, Enrico Rossi, che dice: “Per Mps e Banca Etruria e Popolari si sono usati due pesi e due misure. Ha ragione il vescovo di Arezzo, monsignor Riccardo Fontana – dice Rossi riferendosi a quanto affermato dal prelato il giorno di Natale – Non ci possono essere due pesi e due misure per gli obbligazionisti di Banca Etruria e per quelli di Mps. La tutela del risparmio, come recita l’articolo 47 della Costituzione, deve valere per tutti. Non solo per i 40mila risparmiatori del Monte dei Paschi, cui vennero vendute 2,1 miliardi di obbligazioni subordinate per acquistare Antonveneta, ma anche per le decine di migliaia di obbligazionisti subordinati delle banche venete e dei quattro istituti falliti dell’Italia centrale, tra cui Banca Etruria, che aspettano ancora i rimborsi. Cosa diciamo a quei cittadini che nelle obbligazioni subordinate hanno investito gran parte dei loro risparmi? Che lo Stato non poteva intervenire? Eppure lo ha fatto, seppur con grande ritardo, nel caso di Mps. Io mi chiedo anche un’altra cosa: qualcuno pagherà per quello che è accaduto? E ora che lo Stato diventa azionista di maggioranza assoluta, possono restare alla guida della banca più antica del mondo persone legate alle gestioni passate?”.
Rossi è tornato anche a chiedere, come in passato, i nomi delle prime cento società che hanno avuto “prestiti facili per almeno 15 miliardi e che ora non li restituiscono. Aspettiamo risposte. Ma insisteremo. Ricordo che a Berlusconi si rivolsero insistentemente 10 domande. Sarebbe carino che la stampa ne rivolgesse tre o quattro sulla vicenda Mps ai vertici della banca e soprattutto al governo, visto che si stanno usando i soldi di tutti gli italiani”.
Infine, Rossi chiede “se sia vero, come da comunicato della banca, che il compenso di Marco Morelli, ad del Monte dei Paschi, sia di 1,4 milioni? E se, dopo l’ingresso dello Stato con i nostri soldi, debba restare al suo posto con lo stesso esoso stipendio milionario, avendo anche fallito la ricapitalizzazione con fondi privati. Io credo di no. Vorremmo risposte dal governo”.
“Come purtroppo accade, colpevolmente, nel nostro Paese – afferma Manuel Vescovi, segretario toscano della Lega Nord e commissario provinciale aretino – ecco che, puntualmente, nell’affrontare i casi Banca Etruria e Mps si sono utilizzati due pesi e due misure. Respingo al mittente ogni dotta precisazione che riferisce di come si tratti di due situazioni tra loro diverse, ma punto, viceversa, la mia attenzione sulla naturale considerazione che prevede uguale trattamento per le persone coinvolte nelle tristi vicende bancarie. Per Montepaschi fior di milioni reperiti tempestivamente, mentre per l’Istituto aretino si naviga ancora in alto mare, con tutte le inevitabili conseguenze del caso per tantissime persone. E’ intollerabile quello che sta avvenendo e la Lega Nord, come testimoniato anche più volte dall’impegno del segretario federale Matteo Salvini, intervenuto personalmente a più riprese ad Arezzo a difesa degli obbligazionisti di Banca Etruria, auspica fortemente che venga trovata rapidamente una soluzione, affinchè non vi sia un palese disequilibrio in termini di supporto(questo è quello che contestiamo, non certo l’inevitabile, a questo punto, aiuto statale a Mps – ndr) fra due Istituti che, da sempre, sono radicati in altrettante importanti località della Toscana, come Arezzo e Siena. Se il Governo aiuta tempestivamente Mps, uguale trattamento lo pretendiamo anche per l’Etruria”.
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