SIENA. Da Per Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Signor Sindaco,
la situazione economica e sociale legata alla pandemia ci obbliga a un lavoro congiunto e solidale, perché è necessaria una visione obiettiva e condivisa di ciò che sta accadendo. Va bene dire «state tutti a casa», ma al tempo stesso occorre essere consapevoli che l’emergenza irrompe in un processo già in atto e ne accelera i tempi. Ad esempio era già importante il sistema tecnico-scientifico rispetto alla politica, ma ora diventa preminente una maggiore collaborazione fra i due aspetti della decisione amministrativa.
La crisi di un modello economico e sociale era già chiara anche a Siena, al di là delle vicende del Monte dei Paschi. Tuttavia, la presenza di rendite finanziarie ne ha coperto le lacune. Ora, la realtà è ancora più cruda. A maggior ragione dopo questa emergenza non si potrà più vivere senza investire e produrre, puntando solo su entrate legate ad affitti e turismo di massa. Gli esperti sono, quindi, indispensabili: non è più il tempo dei piccoli giochi politici, delle ripicche, di un isolamento ideologico che vince sulle scelte amministrative, rimandando all’infinito opzioni strategiche e coraggiose.
Il Movimento Per Siena ha cercato di condividere idee ma ha anche criticato – rispettando il ruolo che l’elettorato gli ha affidato – atteggiamenti e decisioni dell’Amministrazione comunale come l’attuale posizione attendista sul Palio, tenendo conto dell’interesse della città. Ma ci rendiamo conto che, in questa fase, Siena ha bisogno di altro. Il nodo da sciogliere è: siccome non arrivano risultati positivi dal modello di economia senese da anni, cosa potrà mai succedere se le strategie non cambiano? Esiste l’occasione di salvare la città nell’unico modo possibile: coinvolgendo competenze vere, trovando il modo di dialogare in maniera costante con il mondo accademico, le associazioni, i movimenti civici, naturalisti, le sensibilità religiose e le forze di opposizione. Serve subito un piano di ripresa, condiviso, perché una situazione così critica impone la costruzione di una prospettiva credibile. Non possiamo baloccarci su finanziamenti per coprire le difficoltà del momento, sull’opportunità di uscire o di indossare la mascherina: dobbiamo produrre redditività la più larga possibile, e abbiamo gli asset per poterlo fare. I cittadini, i professionisti, gli imprenditori hanno il diritto di essere coinvolti in un progetto di rinascita del quale si indichino le fasi e le azioni necessarie. Un progetto che va elaborato prima possibile, per dare certezze alla nostra comunità.
Se l’Amministrazione comunale si chiude, non dà indicazioni, rimane in una situazione attendista come ha fatto per due anni, per Siena sarà la fine. L’Arcivescovo di Siena, Augusto Paolo Lojudice, ha dichiarato alla stampa: «In momenti del genere si pensasse al lavoro comune, bisogna uscire dal clima distruttivo o non ci saranno grosse prospettive. Bisogna consolidarci». Ecco, noi siamo disponibili a farlo. Attendiamo una analoga disponibilità da parte Sua e dell’Amministrazione che rappresenta, per il bene comune”.