Chiederemo gli atti che hanno portato a questo progetto, chi lo ha sostenuto e quali siano i rischi idrogeologici sia per le abitazioni esistenti sia per quelle future
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A Pian delle Fornaci verranno costruiti nuovi appartamenti: a chi giova tutto questo?
In un territorio già ampiamente urbanizzato come quello di Pian delle Fornaci è in progetto la costruzione di un nuovo insediamento abitativo al limite di una zona considerata di secondo livello come pericolosità geomorfologica, e a soli 10 metri di distanza dalle abitazioni già esistenti.
Per inserire questa ennesima cementificazione del nostro territorio all’interno del Regolamento Urbanistico, è stata richiesta l’eliminazione dalla Carta di Tutela del Territorio del Bacino Regionale Ombrone. È anche utile ricordare che per non far allagare i garage delle abitazioni esistenti si debba ricorrere ad una pompa idraulica, il terreno sorge infatti su una zona paludosa interessata anche da corsi d’acqua e falde acquifere provenienti soprattutto dalla collina soprastante dove sorge il Monastero di Costafabbri.
Molti residenti lamentano, giustamente, che quando acquistarono le case il progetto era ben diverso, non erano previste nuove costruzioni che avrebbero tolto ulteriore luce a delle case già molto umide, ma un’area verde con degli impianti sportivi che avrebbe invece migliorato la vivibilità dell’intero quartiere.
Come Consiglieri Comunali chiederemo nelle sedi opportune gli atti che hanno portato a questo progetto, chi lo ha sostenuto e quali siano i rischi idrogeologici sia per le abitazioni esistenti sia per quelle future.
Se non dovessero apparire irregolarità formali rimarrà la nostra contrarietà Politica all’ennesima cementificazione del nostro territorio, un territorio che vede migliaia di immobili inutilizzati sia pubblici che privati, che ha visto negli ultimi decenni crescere a dismisura e senza una reale richiesta abitativa le abitazioni in molti quartieri. Residenze oggettivamente brutte e scollegate con il contesto ambientale, nate più per una speculazione edilizia che per reali esigenze abitative o commerciali.
L’esperienza negativa, una delle tante ma che dista solo poche centinaia di metri da Pian delle Fornaci, come quella della Colonna di San Marco non ha insegnato nulla; come appaiono vuote di significato le promesse sul nuovo Piano Operativo del Sindaco di Siena, visto che si continua a costruire e consumare suolo.
Noi abbiamo un altro progetto per il futuro di Siena, che parte da una mappatura specifica dell’esistente e inutilizzato per arrivare ad un progetto coordinato di RECUPERO, un recupero che sia collegato con le esigenze residenziali, turistiche e universitarie e che veda nella reale salvaguardia del nostro territorio un valore imprescindibile per la nostra azione politica.
Ernesto Campanini e Giuseppe Giordano