Commento all'incontro organizzato dalla minoranza

Un altra interessante osservazione di Bari è stata quella sul raffronto del bilancio 2013 con quelli degli ultimi anni; con il raffronto si “vede” meglio la direzione politica, se c’è, dell’amministrazione; cosa aumenta e cosa diminuisce. Anche su questo però l’amministrazione centrale “ci mette del suo”; se si cambiano tutti gli anni i criteri per la compilazione del bilancio, i raffronti sono difficili. Si pensi all’importante voce della tassa sugli immobili, passata varie volte da tassa statale e comunale e viceversa, o a quella della raccolta dell’immondizia che ancora non è definita neppure dal livello nazionale…
Terzo elemento interessante introdotto da Bari “la nostra prospettiva”; detto in poche parole Bari suggeriva per esempio il rientro di tutte le attività comunali passate alla gestione tramite società partecipate. É ormai provato che le esternalizzazioni, oltre ad allontanare il cittadino dai responsabili del servizio hanno accresciuto i costi per la collettività (a volte lo dicono anche esponenti del PD!); se su questo tema venisse formalizzato un referendum sarebbe sicuramente vinto (anche se c’è sempre il rischio che faccia la fine di quello sull’acqua!). Siena Parcheggi per esempio, ha anche un bilancio in attivo, è di totale proprietà comunale, che senso ha che sia gestita come una S.p.A.?
Colgo anche l’occasione per dire la mia su una affermazione che è stata fatta dal consigliere Tucci: ha sostenuto che 1200 appartamenti di proprietà comunale sono troppi, che ne basterebbero 200 (immagino che gli altri vorrebbe venderli, pratica che ormai è diffusa a livello nazionale). Mi permetto di dissentire per vari motivi: non credo che le necessità della popolazione “povera” siano così scarse, e non credo neppure che vadano a diminuire (si parla di 500 sfratti per morosità incolpevole nel nostro territorio); se la ricchezza dei cittadini dovesse crescere si potrebbe aumentare la quota di affitto da pagare al Comune, sempre però facendo attenzione a non cadere nelle regole che il cosiddetto mercato libero degli affitti ha prodotto: oggi un affitto di un appartamento decente costa praticamente quanto uno stipendio di un lavoratore, euro più euro meno, e se non ci fossero le “case del Comune” immagino quale sarebbe la situazione.
Francesco Andreini – PRC