La stagione della solitudine di Ceccuzzi si può dire conclusa. Merito della democrazia
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Oh quante belle figlie, madama Dorè!… Sembra solo ieri (ed in effetti non è tanto di più) che il nostro quasi sindaco Franco Ceccuzzi – candidato per la coalizione di centro-sinistra Pd-Sel-IdV-Rifondazione – era solo, libero e bello, nell’agone politico. Lui, felice, per amor di cronaca, non lo è mai stato, durante tutta questa stagione pre-elettorale. Prima i guai in casa, la difficile quadratura dei circoli, il fantasma, poi sfumato, delle primarie di partito e quello, pure sparito, delle primarie di coalizione… e poi gli alleati recalcitranti, incerti, critici. Ma di questo ora, in verità, si sente parlare sempre meno. Beati gli accordi su poltrone ed incarichi.
Dalla solitudine dei “potenti” alla moltitudine di voci e volti – è l’inconveniente della democrazia – che si sono fatti avanti per proporre delle alternative, il passo è stato breve; il tempo ristretto. Neppure i migliori commentatori di politica si sarebbero aspettati questo fiorire di liste e di candidati pronti a spodestare il già insediato ex segretario provinciale del Pd. E la sua già composta Giunta. Ed i suoi già stabiliti Consiglieri Comunali.
Ci si aspettava la candidatura di Laura Vigni, scaturita dalla rottura della sinistra senese. Sinistra Insieme ha riunito i delusi dai soliti “inciuci” molto di centro e poco di sinistra ed ha l’intenzione di attirare quell’elettorato stanco della politica mortificata, delle manovre dei potenti attaccati con il Bostik alla poltrona e che, pur di non dare il proprio voto a destra, e neppure al Pd, sono intenzionati a rimanere a casa e disertare le urne.
Loretana Battistini, fino a qualche giorno fa, stava combattendo una battaglia tutta personale per restare in sella alla sua candidatura. Il Carroccio, dopo aver perso pezzi al suo interno, a furia di “tenere duro” ha ottenuto di correre da solo ed ha lasciato il PdL alle prese con i suoi sondaggi e le sue difficili scelte.
Tra un “sì” e un “no”, alla fine ci s’è fatta. L’imprenditore dolciario, ex pilota di Formula Uno, Alessandro Nannini si è presentato, solo, alla ufficializzazione della sua lista civica che, il giorno dopo, ha avuto l’appoggio degli uomini di Berlusconi. E poi di un non ben definito Movimento Difesa Senesità Istituzioni Cittadine, che prima di presentarsi ha creato un logo e affisso qualche manifesto. Per il resto: niente nomi, niente indicazioni. Un mistero. Proprio come appare misteriosa la decisione di Nannini di buttarsi in un agone politico in cui parte decisamente svantaggiato: vuoi per il ritardo nella presentazione, vuoi per il tentennamento iniziale, troppo farraginoso. Ed anche perchè, come ha detto non tanto tempo fa un politico che conosce bene la piazza: “a Siena si vince a sinistra”.
E siamo a quattro.
A questo punto, avrà pensato il quasi sindaco, possiamo anche chiudere i giochi… l’aria di ballottaggio comincia a soffiare e, una volta a quel punto, non è più tutto così scontato come appare adesso. E invece no. La divinità benevola ai potenti pare non aver ascoltato le preghiere di Franco.
E’ arrivato Gabriele Corradi, candidato delle Liste civiche senesi e Nuovo Polo. Perbacco! Non ci voleva! Anche perchè si è tirato dietro due nomi che non si possono proprio ignorare, archiviare: Pierluigi Piccini e Claudio Martelli. Pare che, in camera caritatis, Ceccuzzi abbia ammesso di essere preoccupato per la presenza dell’ex ministro nell’agone politico senese. Il nome di Martelli ha già catalizzato l’attenzione dei media nazionali, pronti a commentare, lontano dal controllo dei politici locali, la situazione senese. E guardare il mondo senza gli occhiali “colorati” che sono costretti ad indossare i giornalisti locali è un altro guardare!
Piccini, poi, diciamocelo chiaro, è quell’incubo piddiino che non pare passare mai. Ricorrente, si chiama, nel gergo degli “strizzacervelli”. Quell’immagine che si insinua nei pensieri di alcuni e che mette la smania… E, infine, lo stesso Corradi, con la sua provenienza da una società civile lontana dalla politica, è già di per sè un personaggio da temere.
Ma non bastava. Ci voleva anche qualche altra novità dirompente nel panorama politico senese. L’ennesima sferzata ad una rete di potere che pare avere qualche maglia allentata. E di segnali se ne sono letti tanti, ultimamente. In queste ore si sta concretizzando la possibilità di una lista “Cinque stelle”. I grillini potrebbero tirare fuori un candidato sindaco e, puntando sull’appeal che hanno sui giovani, potrebbero anche portare a casa un buon risultato per una lista al suo primo esordio.
E sei.
Ben sei candidati a contendersi la poltrona a sindaco. Non era previsto. E certamente non era auspicabile, soprattutto per Ceccuzzi che viene dato dai sondaggi ad un ridotto 40 per cento. Ceccuzzi, insomma, gioca su numeri risicati, molto più dell’ultimo Cenni. Che se l’è cavata con un 54 per cento. Già per quei tempi, è stato un vantaggio che non si credeva di poter raggiungere. Oggi, quei numeri, sono ancora più lontani. Ed i candidati ben più agguerriti di allora.
Di punti dolenti su cui battere, del resto, non ne mancano visti i disastri dell’Università, la crisi economica, il Monte dei Paschi di Siena, l’ospedale, Ampugnano e la fitta schiera di indagati in settori strategici della città. Insomma i tempi sono cambiati! La conferma mi giunge anche da un insolito riconoscimento che mi viene attribuito dalle pagine della Nazione di Siena. Sono addirittura comparsa, mi dicono, nel borsino del quotidiano, con tanto di freccia in su…
L’aria è proprio cambiata. Dal momento che, prima di ora, i colleghi mai si erano accorti della presenza del Cittadino. Silenzio totale: che voleva dire “non esisti”. Invece, improvvisamente, il miracolo! Qualcuno si accorge della mia presenza come moderatrice ad un convegno sul “Risorgimento a Siena”, con la partecipazione di esponenti di spicco delle Liste civiche senesi. Da qui a ipotizzare il mio “ingresso in politica” ci vuole proprio la fantasia di un cronista. O la malizia di qualcuno che mira a danneggiare l’immagine imparziale del quotidiano che modestamente dirigo. Per questo non faccio affatto fatica ad immaginare “il piacere” con il quale la non notizia è stata data.
Certo, se avessi saputo che moderare un incontro, seppure politicizzato, fosse “entrare in politica”, avrei saputo come commentare – ed anche salutare con lietezza – la presenza di illustri colleghi – capi servizio e vice direttori compresi – alle varie Feste de L’Unità (o Feste Democratiche) di Siena e provincia. Alle quali, in verità, non sono mai stata invitata a partecipare come moderatirce. Alla faccia della democrazia! Ed a cui, non mi sarei certo sottratta e non mi sottrarrei. Perchè a me, la politica piace. E’ con certi politici (o almeno con una buona fetta di presunti tali, tanta protervia e poche capacità), che non lego particolarmente. E viceversa.
Ma questo credo che sia nella natura delle cose. Intelligenti pauca.