Restano i soldi per la Città Aromatica ed il concerto di fine anno
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di Renato Lucci
SIENA. L’immagine sembra quella dell’ultimo elicottero Usa che si alza da un tetto di Saigon mentre arrivano i vietcong. Ceccuzzi, alle porte dell’uscita dal palazzo comunale che lui stesso ha innestato con quelle dimissioni che non erano affatto dovute e con le quali pensava di piegare i contestatori interni, non ha potuto fare a meno di effettuare la prima (ed ultima) manovra di bilancio.
Glielo imponeva il duro giudizio della Corte dei Conti sull’eccessivo indebitamento del bilancio 2010, lo rendeva opportuno la doppia bocciatura consiliare del consuntivo 2011, era un tentativo da compiere per rendere meglio presentabile il preventivo 2012 e provare, almeno su questo, a “rubare” il voto favorevole di una maggioranza raccogliticcia e temporanea. In ogni caso, una manovra non poteva negarla a quei dirigenti comunali che avevano finora avallato “ogni cosa” e che ora rischiano di doverne rendere conto ad uno sconosciuto commissario, vero motivo di allarme dentro le stanze del palazzo. Infine, Ceccuzzi non poteva certo sperare di potersi un domani ricandidare a sindaco lasciandosi alle spalle la “macelleria sociale” che aveva prodotto con i tagli ai servizi ed i rincari tariffari e fiscali.
La medicina della manovra senese è amara come sempre in questi casi, ma si tenta di non farlo capire. Basta sottolineare quanti siano i servizi sociali che si continua a garantire e passare in sott’ordine quelli che si riducono o si rincarano, aggiungendo, quasi in sordina, un ritocco dell’addizionale. Per contrastare i debiti si usano soprattutto due strade: mettere altri immobili comunali nell’elenco di quelli da vendere (ma chissà quando si venderanno con la crisi immobiliare in atto) e prevedere un robusto allungamento dei tempi di rimborso dei Boc così da ridurre la rata 2012 (ma, anche qui, si dà per scontato che l’allungamento venga subito concesso dalle banche).
Vi sono poi tagli e taglietti che saranno analizzati per la loro reale portata in consiglio comunale, ma su due interventi possiamo subito dire qualcosa. Uno riguarda la riduzione del 15% dei compensi di Sindaco e Giunta. Ma il Sindaco non lo sa che ha presentato delle dimissioni irrevocabili? Eventualmente il taglio doveva essere del 50%, visto che i primi sei mesi dell’anno ormai li ha riscossi.
La seconda osservazione riguarda invece un “non taglio”.Il comunicato del Sindaco rassicura infatti la cittadinanza che gli spettacoli delle Città Aromatica e del calendario di Natale e Capodanno, due dei cavalli di battaglia delle giunte Cenni, si terranno come di consueto, tanto li paga con lo sponsor della Banca MPS. Qui ci attendiamo l’immediata reazione degli “indignados” locali. Ma come? In un momento in cui si arriva a richiedere la revoca della parata militare del 2 giugno (i cui costi sono relativi, considerando che trattasi di personale e mezzi nella disponibilità dello Stato) perché incompatibile con la crisi e con gli impegni conseguenti alle tragedie sismiche, ci si permette di fare spallucce di fronte al costo di inutili spettacoli di piazza solo perché li pagherà il solito “babbo Monte” (che tanto “babbo” non è più)? Ma, invece di spendere per continuare a far festa come se niente fosse successo, non si potrebbe canalizzare lo sponsor verso iniziative con vero richiamo turistico nell’ambito della cultura (eventi museali o simili) così da dare una mano al contrasto della crisi? Oppure verso sostegni sociali visibili e mirati?
Ma la fretta di sistemare i cassetti non ha probabilmente dato tempo di ragionare in termini nuovi nemmeno sugli aspetti più clamorosi. La campagna elettorale è già iniziata per Ceccuzzi e, di certo, non può tagliare troppo nei territori dei più stretti sostenitori.
In tutto questo sconquasso, risalta infine l’imperturbabile serenità dell’assessore al bilancio e vice sindaco Marzucchi. Non è passato nemmeno un mese da quando cercò di “tirarsi fuori dalle guazze” sostenendo che tutti i problemi stavano nel condominio del PD perché i bilanci andavano più che bene e tutto era regolare. Ed ora, improvvisamente, si trova di fronte ad un riassestamento che riguarda sia i consuntivi 2010 e 2011, sia il preventivo 2012 e perfino il triennale fino al 2014. E non gli viene da arrossire neppure un po’!