La scusa è stata la manifestazione "Mps incntra la città"
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SIENA. Sul palco di un Teatro dei Rinnovati gremito di addetti ai lavori, bella gente e persone comuni ieri sera sono apparsi i “grandi” delle istituzioni senesi, dal sindaco Cenni a Simone Bezzini, da Giuseppe Mussari al rettore Riccaboni, fino al direttore generale MPS Antonio Vigni.
MPS Incontra la città, questo il titolo di una manifestazione che, se da un lato poteva sembrare la semplice autocelebrazione del terzo gruppo bancario italiano, dall’altra ha in effetti ascoltato e dato spazio a moltissimi imprenditori senesi su un tema che riguarda tutti noi: la ripresa di Siena dopo gli anni della crisi. Un tema sentito, affrontato senza paraocchi, con domande dirette come: “Ma qualcuno vuole dirci se l’aeroporto si farà oppure no?” – domanda caduta nel vuoto – con spunti di riflessione offerti da quegli imprenditori che hanno detto “Investire di più per noi ha significato uscire dalla crisi”, e quelli che hanno affermato di aver trasferito parte dell’impresa in Polonia “per diminuire i costi”. E abbiamo scoperto che il turismo ha attratto 4 milioni e 800 mila persone a Siena nel 2009, con un incremento dell’oltre 2%, ma che i turisti rimangono sempre troppo poco a Siena, che il settore occupa 3mila persone a Siena e produce 100 milioni di euro ma che gli operatori del settore non sono contenti delle infrastrutture – linee ferroviarie e bus di linea, ad esempio. Che la mostra del Rinascimento ha attratto 400 mila persone a Siena, ma che la crisi dell’agricoltura è dato grave nella provincia di Siena, e che l’unico modo per far sopravvivere molte nostre imprese sembra quello di espandersi verso i nuovi mercati dell’est del mondo. Il ritratto che ne esce di Siena dal punto di vista degli imprenditori è quello di una città operosa, basata sull’impresa famigliare, ma insoddisfatta per la lenta e complicata burocrazia, per un sistema viario da rafforzare, soddisfatta della presenza dei grandi gruppi come la Novartis, certo, ma preoccupata sul quando la crisi finalmente rientrerà del tutto per lasciare un po’ di respiro alle aziende. Si sono sentiti manager che hanno ringraziato il Monte dei Paschi per aver loro accordato fiducia ed averli sostenuti nei momenti difficili, e si sono ascoltati quei preoccupanti dati sui molti artigiani che chiudono bottega, sul settore tessile che ha perduto il 40% delle esportazioni, sulla Fondazione MPS che ha elargito 70 milioni di euro in meno rispetto allo scorso anno pur continuando a sostenere la provincia con i suoi 110 milioni di contributi a molti progetti di vario tipo. Di hotel senesi occupati solo al 30%, ma anche di aziende che sono cresciute dell’8% in un anno. La discussione è stata stimolata da due ottimi giornalisti, il direttore di Class CNBC Andrea Cabrini e la conduttrice dello stesso canale Jole Saggese, e ravvivata dalla presenza via satellite di Dante Roscini, docente di Government and International Economy alla Harvard Business School. In modo diretto e senza giri di parole Roscini ha delineato un panorama internazionale dove, per fronteggiare la grave crisi dell’Irlanda e del Portogallo a quella in corso in Europa e in Italia, bisogna lavorare insieme in una Europa dove l’unione monetaria non corrisponde certo ad una unione fiscale, dove l’incertezza regna ovunque al momento, e dove i costi delle piccole aziende talvolta rendono difficile proprio a queste di continuare la propria attività.
Un ritratto, insomma, che forse potevamo aspettarci, ma che riserva anche qualche sorpresa: ad esempio un vivaio che dà lavoro a 230 persone, una camera di commercio che si apre al dialogo con Tirana e i mercati più vicini. Sopra tutto comunque un’aria di timido ottimismo che, lungi da toni trionfali, ha comunque fatto intuire che i segnali di ripresa ci sono. Il che non è poco, visto il deprimente panorama europeo ed internazionale.
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