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di Red
SIENA. La BCE, capricciosa e potente come Madame Pompadour, cambia idea a ogni refolo di vento. Il vento della recessione effettivamente soffia sia dall’Atlantico (Trump) che dal Pacifico (Cina): è da tanto tempo, ma chi ci faceva caso? Disdetta, gli uomini di Francoforte avevano decretato per il 31 dicembre 2018 la fine del quantitative easing e il rialzo dei tassi nell’Eurozona per cui le banche – MPS in testa, ovviamente – si dovranno preparare a nuovi scenari, tra cui il matrimonio per aggregazione bancaria. E dovranno aver sistemato le zavorre degli NPL in maniera pressoché definitiva.
Non è che in giro ci sia una gran voglia di aggregazione, visto quello che costa in termini di teste di presidenti, amministratori delegati, consigli di amministrazione che vengono a cadere. I sindacati stanno zitti, e sanno bene che ogni fusione porterà nuovo personale in esubero e filiali – acquistate a suon di bei soldoni nel primo decennio del Duemila – alla chiusura senza lode e tanta infamia. E poi per cosa? Per creare un terzo polo bancario in Italia che abbia la taglia di Intesa San Paolo e Unicredit? Accozzare quello che rimane delle Popolari e unirlo al Monte dei Paschi per darlo in pasto a Ubi – che per la verità potrebbe essere interessata solo all’asset Antonveneta di Rocca Salimbeni per crescere in quel NordEst in cui non è di casa – per poi affrontare quale scenario macroeconomico?
L’ultimo anno della presidenza di Mario Draghi alla BCE ci potrà riservare molte sorprese. Chi dice che davanti alle difficoltà dei prossimi mesi una crescita di taglia di MPS (nonostante tutto dove sarebbe la sede del nuovo soggetto che si sta cercando di fare immaginare alla gente) sia la giusta medicina? Oggi i dati economici contraddicono quasi tutte le previsioni dell’estate scorsa. Ma è con quelle che si è sviluppato anche il contenzioso sul bilancio dello Stato italiano con la UE, per esempio.
E poi c’è da collocare l’altro boccone poco ghiotto della Carige, di cui si vocifera che l’aumento di capitale occorrente non sia di 400 milioni, come stimato, ma di 500. Noi, che veniamo da anni di numeri al lotto sugli aumenti di capitale di mussiana e profumiana memoria, ci avevamo già fatto un pensiero che la previsione a 400 fosse farlocca. A chi toccherà il pacco?
P.S. Ieri la BCE “presa di sorpresa” come ammesso da un suo funzionario NON ha aumentato i tassi di interesse. Forse sarebbe utile aprire un dibattito sulle previsioni che non prevedono nulla ma condizionano il presente a scapito del futuro.