ROMA. La crisi del sistema bancario, generato da una vigilanza ‘a la carte’, con una Banca d’Italia di proprietà delle banche, che ne aveva sempre contrabbandato la stabilità, è principalmente dovuta ad una gestione scellerata del credito e del risparmio, che ha generato gli scandali Mps, Carige, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti, CariFerrara e tanti altri di malagestio.
Per superare la crisi, occorrono riforme urgenti, con la Banca d’Italia che deve tornare ad essere pubblica, come in tutti i paesi del mondo, con una responsabilità oggettiva delle autorità di vigilanza, che qualora sbagliano devono pagare in solido anche con la galera; abrogare il ridicolo ostacolo alla vigilanza; ri-pubblicizzare le banche, anche con l’istituzione delle vecchie Bin, banche di interesse nazionale.
Ci auguriamo vengano accolte queste proposte, assieme a quelle di Giulio Sapelli, professore di storia economica all’Università degli studi di Milano, che, riferendosi al caso della Popolare di Vicenza, ha affermato che il fondo Atlante è troppo piccolo, troppo poco capitalizzato per gestire la crisi dei crediti deteriorati e la soluzione per affrontare una montagna di 80 miliardi di sofferenze nette, resta la nazionalizzazione degli istituti in difficoltà e la creazione di una bad bank.
Elio Lannutti (Adusbef)