"Il governo si faccia sentire in UE per evitare ennesima rapina ai risparmiatori"
ROMA. Il sospetto tempismo della Bce, che alla vigilia del referendum sul Brexit ha inviato una lettera al Monte dei Paschi di Siena chiedendo di presentare al più presto un piano triennale per riportare a livello fisiologico la percentuale dei crediti in sofferenza della banca, ossia smaltire circa 10 miliardi di euro di crediti ammalorati su 27 mld in 3 anni, ha innescato l’ennesima preoccupazione per correntisti e famiglie angosciate per i loro depositi ed i loro risparmi in banca, specie dopo il decreto del 22 novembre 2015 che ha espropriato 130.000 famiglie di CariChieti, CariFerrara, Banca Etruria e Banca Marche.
Ai telefoni cerchiamo di rassicurare i depositanti, ripetendo che in caso di malaugurato bail-in, che Governo ed Autorità hanno il dovere di evitare, non andando più in Europa ed a Francoforte col cappello in mano, essendo insostenibile l’egemonia tedesca su Ue e Bce, che hanno tollerato e giustificato senza battere ciglio, che Deutsche Bank, banca casinò denunciata da Adusbef oltre 1 anno fa, detenesse 54.700 miliardi di euro di derivati, pari a 20 volte il Pil tedesco, 7 volte quello europeo, chiedendo al contrario rigore, sacrifici ed inaccettabili svalutazioni su alcune banche, con un accanimento degno di miglior causa, rischiano i depositi superiori a 100.000 euro e 5 mld di obbligazioni subordinate.
Qualora le soluzioni cosiddette ‘di mercato’, quali ‘Atlante’ o ‘Giasone’, nomi attinti liberamente dalla mitologia greca per evocare labirinti, arti occulte e spedizioni di Argonauti finalizzata alla conquista del Vello d’Oro, dovessero mettere a rischio il risparmio delle Casse di Previdenza ed il risparmio postale gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, dopo che il Tesoro ha annesso Sga; o l’emissione di bond triennali convertibili del Monte in azioni, non fossero sufficienti, l’unica strada è quella dell’intervento del Mef nel capitale e la nazionalizzazione del MPS, che metterebbe 60.000 famiglie in possesso di bond subordinati ed i correntisti al riparo dal bail-in.
Adusbef e Federconsumatori, preoccupate dai bond subordinati per 5 miliardi di euro della banca MPS venduti in grande maggioranza e per quasi il 65% ad oltre 60.000 piccoli risparmiatori e famiglie, con tagli a partire da 1.000 euro, piazzati direttamente agli sportelli per finanziare l’avventura di Antonveneta, quei 2,1 miliardi di euro in scadenza nel maggio 2018, ad altissimo rischio e basso rendimento, come dimostra la cedola dell’obbligazione da 2,16 miliardi pari al 2,31% lordo, chiedono che il Governo faccia sentire le sue ragioni in Europa; la Consob – che ha consentito di tutto e di più vietando solo in extremis le vendite allo scoperto, cominci a sanzionare comportamenti fraudolenti; e la Banca d’Italia, che funge da bella statuina nei vertici internazionali e Bce, non giochino più sulla pelle, i sacrifici e le rinunce delle famiglie formichine, che non possono più subire passivamente, l’esproprio criminale dei loro sudati risparmi.
Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)