L'associazione continuerà la lotta a tutela della legalità
EOMA. Il parlamento non ha avuto il coraggio di respingere il ricatto allo Stato, da parte di Banca Intesa piegandosi ad un maxi emendamento, approvato oggi a maggioranza al Senato, che regala Veneto Banca e BpVi ad una banca privata, con un costo fino a 17 mld di euro, avallando la conversione in legge del decreto sulla liquidazione ordinata di Popolare Vicenza e Veneto Banca, con successiva cessione degli asset ‘buoni’ a Intesa Sanpaolo al prezzo simbolico di 1 euro, sospendendo con leggi speciali, oltre 37 norme imperanti che regolano lo Stato di diritto, diventato così una dependance degli interessi esclusivi dei banchieri e di Bankitalia, dietro il comodo ed ingannevole paravento, secondo il quale le banche non possono fallire, coii banchieri autori di crac e bancarotte ed i distratti Governatori, non devono mai andare in galera.
Se il governo impegna soldi pubblici per salvare le banche, invece di subire un vero e proprio ricatto in piena regola a cui sono adusi i banchieri, nell’antica arte di strangolare i contraenti deboli, che stavolta è purtroppo lo Stato privo di diritto che imbastisce un decreto incostituzionale, avrebbe avuto il dovere di nazionalizzare Veneto Banca e BpVi, come nel salvataggio di Mps, il cui piano industriale 2017-2021, prevede lacrime e sangue per i lavoratori, con una riduzione di circa 5.500 unità entro il 2021 (di cui 4.800 uscite attraverso l’attivazione del Fondo di solidarietà, 450 uscite legate alla cessione/chiusura di attività, 750 uscite derivanti da turnover fisiologico e circa 500 nuove assunzioni).
Padoan, da Ministro all’Economia della Repubblica Italiana negli ultimi 4 anni, che ha avallato i peggiori decreti salva banche di un sistema bancario pieno di buchi, spacciato per solido dalla sua narrazione e da quella dei suoi sodali di Bankitalia, ha la responsabilità della tenuta e del buon funzionamento del sistema bancario, direttamente responsabile assieme al governatore Visco dei disastri e dei dissesti delle due banche venete, costate 708 euro a famiglia e ben 28,8 mldi di euro a 207 mila soci delle venete, tra aumenti di capitale, perdite di bilancio, azzeramento del valore delle azioni baciate, il cui valore gonfiato ed i metodi estorsivi per diventare azionisti, pena la mancata concessione di mutui, prestiti, fidi, già denunciato da Adusbef dal 18 marzo 2008, erano ben noti a tutti compreso il Mef ed i distratti controllori.
I risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate ed azioni gonfiate, beffati dalla distratta, forse collusa vigilanza che aveva scelto il presidente della BpVi Giovanni Zonin, ancora a piede libero, come spiccia faccende del Governatore, potranno contare ancora una volta sulle battaglie solitarie di Adusbef, che solleverà eccezioni di costituzionalità nelle citazioni in giudizio dei responsabili dei crac delle due banche venete, di Consob, Bankitalia e Mef, per il doveroso risarcimento dei danni subiti, per non aggiungere al danno la beffa, di un decreto fraudolento approvato in pochi minuti per salvare i banchieri, il presidente Consob Giuseppe Vegas e di Bankitalia Ignazio Visco.
Elio Lannutti (Adusbef)