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SIENA. Durante la seduta consiliare di ieri (6 settembre), con un’interrogazione urgente a firma di Rita Petti e Simone Vigni (PD) sono state chieste informazioni al sindaco sull’esito della partecipazione al bando della Regione Toscana per il riconoscimento della qualifica di museo o eco-museo di rilevanza regionale per il S. Maria della Scala, il Museo dell’acqua e il Museo Civico. Entrando nel dettaglio la consigliera Petti ha informato il consesso che <<nel decreto della Direzione musei della Regione Toscana dello scorso 28 luglio risultano presentate le istanze per il Museo S. Maria della Scala e il Museo dell’Acqua, ma non per il Museo Civico. L’atto regionale, inoltre, non riconosce la rilevanza regionale e non attribuisce la qualifica di museo ed eco-museo né al S. Maria della Scala né al Museo dell’Acqua>>. Ricordando la possibilità di avanzare ricorso al provvedimento ha chiesto al sindaco “se questo è già stato presentato o, in caso contrario, intenda farlo prima della scadenza dei termini di legge”. Petti ha infine chiesto di conoscere “i motivi per i quali non sia stata presentata l’istanza di accreditamento per il Museo Civico”.
“Non abbiamo potuto richiedere l’accreditamento per il Museo Civico – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – perché abbiamo avuto un problema tecnico nella trasmissione dei dati richiesti, ma comunque mancavano alcuni requisiti. Per il non accoglimento della domanda per il Museo dell’Acqua, durante un incontro intercorso con la Regione è stato evidenziato che non sussistono, in generale, le condizioni minime richieste: depositi, numero dei giorni di apertura, ecc. Il non accreditamento, invece, del S. Maria della Scala è da addebitarsi ai deficit, noti a tutti, che gravano sul complesso, sostanzialmente di carattere architettonico e sui quali si sta lavorando alacremente. Tra questi, sotto il profilo della protezione antincendio e sicurezza, mancano impianti, adeguamenti e autorizzazioni. Non a caso Palazzo Squarcialupi è attualmente chiuso al pubblico, proprio per il mancato rispetto di tutte le norme sulla sicurezza. Ma grazie anche ai soldi che abbiamo reperito nel nostro bilancio, nonché ai finanziamenti da parte della Regione, questi lavori sono già in corso. Il primo giugno scorso la Giunta comunale ha approvato il progetto definitivo per l’adeguamento della normativa antincendio del S. Maria per una spesa di 1, 3 milioni di euro e per l’estate prossima sarà riaperto al pubblico Palazzo Squarcialupi. Un intervento, questo che consentirà di aumentare la capienza attuale del S. Maria a 900 persone contemporaneamente, mentre ad oggi ne sono consentite 180 a rotazione. Previsto, inoltre, il rifacimento di una delle scale antincendio che attraversa i sette livelli del Complesso museale. A questo seguirà un altro intervento per un valore di 900mila euro che, a partire dal 2017, metterà in sicurezza tutte le attuali sezioni aperte portando la capienza complessiva dei visitatori a 2 mila persone, dieci volte quelle che lo possono fruire oggi.
Nonostante tutta questa progettualità – ha concluso il primo cittadino – che porrà fine alle carenze rilevate dalla Regione, non si esauriscono, però, le attuali problematiche del S. Maria della Scala, come i restauri di locali ancora non pienamente utilizzabili, la mancanza della videosorveglianza e climatizzazione interna, il recupero di alcuni affreschi e l’adozione di un sistema visuale di accompagnamento in tutto il complesso. Operazioni, queste, che saranno interamente finanziate con i fondi regionali POR già attribuiti al nostro Comune. Negli anni precedenti, avremmo dovuto fare qualche mostra in meno e alcuni investimenti strutturali in più, ma ora stiamo provvedendo in via definitiva. Anticipo comunque che i visitatori al Santa Maria della Scala nel 2016 sono aumentati del 13% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
“Finalmente – ha replicato Rita Petti – abbiamo avuto la conferma che quello che chiedevamo con insistenza già due anni fa non era affatto strumentale, né finalizzato a sterile polemica, bensì la semplice constatazione del fatto che per essere qualcosa bisogna sforzarsi di esserlo. Rispondere, cioè, ai requisiti minimi essenziali affinché un museo possa essere riconosciuto come tale. I nostri, se pur degnissimi e ricchissimi contenuti e contenitori, non lo erano e ancora non lo sono. Apprezzo – ha proseguito – il percorso concreto iniziato e che la Regione monitorizzi la sua reale attuazione. Sapevamo bene che il S. Maria della Scala non poteva essere immediatamente accreditato, conoscevamo le mancanze e gli adeguamenti necessari (standard ICOM, depositi, climatizzazione, sicurezza…) e su questo abbiamo sempre alacremente lavorato per istruire i lavori dell’Amministrazione. Per il Museo dell’Acqua dovremo riuscire a comunicare la natura specifica del museo e confrontarci con la Regione per comprendere e attuare gli adeguamenti necessari. L’accreditamento non è un’onorificenza ma un’opportunità di miglioramento secondo standard prestabiliti e un requisito per intercettare risorse e progetti. Per quanto riguarda i disguidi tecnici che hanno impedito la trasmissione dell’istanza non accettiamo che si affermi che non è importante perché tanto l’esito sarebbe stato comunque negativo, è una grave inadempienza, non solo per la tempistica imposta ai lavori del Consiglio per partecipare al bando, ma soprattutto per l’utile analisi del responso che avrebbe dato le indicazioni necessarie al raggiungimento del nostro obiettivo. Auspico, a breve, un incontro con la Regione, per concordare il percorso da intraprendere per il raggiungimento dei requisiti minimi essenziali all’accreditamento non solo per il Santa Maria della Scala ma anche per il Museo dell’Acqua e il Museo Civico. Nel Consiglio del 31 marzo 2016, all’approvazione dei regolamenti per i tre musei comunali come adempimento indispensabile per partecipare al bando per il riconoscimento di museo o ecomuseo di interesse regionale, ci siamo impegnati alla revisione entro un anno degli stessi per consentire tempi necessari all’adeguamento nella fase transitoria ma fissando obiettivi chiari”.