ABBADIA SAN SALVATORE. “Uscire dal Partito democratico è stata una scelta sofferta e pensare di rientrare in piena campagna elettorale non mi lascia entusiasta”. Con queste parole Enrico Coppi – esponente del Pd di Abbadia San Salvatore che nei giorni scorsi aveva lasciato la segreteria del partito e si era dimesso dall’incarico di assessore presso la Comunità montana Amiata Val d’Orcia – risponde alla proposta avanzata dall’assemblea comunale del partito badengo che, alcuni giorni fa, lo ha invitato a rivedere la sua decisione e a riprendere l’impegno politico.
“La posizione espressa dalla segreteria, con la quale ho avuto diverse occasioni di confronto – aggiunge Coppi – e dall’assemblea, mi ha fatto molto piacere, perché mi lascia sperare che la mia sollecitazione estrema non sia caduta nel vuoto. L’assemblea, dichiarando di condividere le ragioni poste alla base del mio pensiero, si impegna pubblicamente a rafforzare il processo unitario nella costruzione del partito. La possibilità di scegliere i rappresentanti solo sulla base delle capacità personali e non delle logiche di provenienza, infatti, potrebbe essere la vera spinta riformista che occorre al Pd. Se sarà permesso ai territori di scegliere in piena autonomia sapranno proporre una classe dirigente attenta e rappresentativa. I livelli di coordinamento aiutino a far radicare questo processo e intervengano dove si presentano evidenti segni di squilibrio”.
“Il problema – continua ancora Coppi – non è ridare fiducia al progetto politico dei democratici, quanto trovare le energie e l’entusiasmo per pensare a un nuovo impegno. Non mi entusiasma il clima sommesso e soft di questa tornata elettorale: quando non si sente parlare di programmi, quando le idee non si confrontano, la politica rischia di degenerare; le parole lasciano spazio al bisbiglio; le dicerie prevalgono sui contenuti; i fatti personali da cronaca diventano notizia politica. Prima di compiere qualsiasi scelta, voglio aspettare che siano rese pubbliche tutte le liste comunali e provinciali, perché ho masticato amaro per settimane e ora voglio togliermi la magra soddisfazione di dimostrare a molti che non sono uscito e ne rientro nel Pd per avere un posto. Mi hanno fermato amici, parenti, più o meno imbarazzati o divertiti e semplici conoscenti per congratularsi o informarsi sulla veridicità della mia candidatura a capolista dell’Udc, di una lista civica o del Pdl. Si sa che le dimissioni innescano sempre insieme alla legittima curiosità uno strale di commenti e di supposizioni, perciò un fenomeno simile era scontato, ma quando persone molto care hanno iniziato a dirmi che in molti asserivano di essere certi, di avere le prove, la cosa ha assunto una dimensione diversa. E mi ha urtato molto, anzi moltissimo. Possibile che alcuni atteggiamenti, o alcune amicizie debbano necessariamente nascondere qualcosa? Io non ho mai permesso alla politica di influire sui miei rapporti sociali. Ho sempre dialogato con tutti, forse anche con chi non lo meritava, e non vedo perché non avrei dovuto continuare a farlo. Se prendere un caffè con Claudio Pinzuti, un caro amico personale, significa essere organico all’Udc, vorrà dire che prenderò una camomilla, ma alla sua amicizia non rinuncio”.
“L’impegno politico – conclude Coppi – è una passione di vecchia data che ho maturato nelle file dell’opposizione e prescinde dal ricoprire un incarico, ma non potrà mai prescindere dall’esprimere liberamente il mio pensiero. Un vecchio adagio popolare è solito dire che il tempo gli darà ragione o torto. Staremo a vedere”.
“La posizione espressa dalla segreteria, con la quale ho avuto diverse occasioni di confronto – aggiunge Coppi – e dall’assemblea, mi ha fatto molto piacere, perché mi lascia sperare che la mia sollecitazione estrema non sia caduta nel vuoto. L’assemblea, dichiarando di condividere le ragioni poste alla base del mio pensiero, si impegna pubblicamente a rafforzare il processo unitario nella costruzione del partito. La possibilità di scegliere i rappresentanti solo sulla base delle capacità personali e non delle logiche di provenienza, infatti, potrebbe essere la vera spinta riformista che occorre al Pd. Se sarà permesso ai territori di scegliere in piena autonomia sapranno proporre una classe dirigente attenta e rappresentativa. I livelli di coordinamento aiutino a far radicare questo processo e intervengano dove si presentano evidenti segni di squilibrio”.
“Il problema – continua ancora Coppi – non è ridare fiducia al progetto politico dei democratici, quanto trovare le energie e l’entusiasmo per pensare a un nuovo impegno. Non mi entusiasma il clima sommesso e soft di questa tornata elettorale: quando non si sente parlare di programmi, quando le idee non si confrontano, la politica rischia di degenerare; le parole lasciano spazio al bisbiglio; le dicerie prevalgono sui contenuti; i fatti personali da cronaca diventano notizia politica. Prima di compiere qualsiasi scelta, voglio aspettare che siano rese pubbliche tutte le liste comunali e provinciali, perché ho masticato amaro per settimane e ora voglio togliermi la magra soddisfazione di dimostrare a molti che non sono uscito e ne rientro nel Pd per avere un posto. Mi hanno fermato amici, parenti, più o meno imbarazzati o divertiti e semplici conoscenti per congratularsi o informarsi sulla veridicità della mia candidatura a capolista dell’Udc, di una lista civica o del Pdl. Si sa che le dimissioni innescano sempre insieme alla legittima curiosità uno strale di commenti e di supposizioni, perciò un fenomeno simile era scontato, ma quando persone molto care hanno iniziato a dirmi che in molti asserivano di essere certi, di avere le prove, la cosa ha assunto una dimensione diversa. E mi ha urtato molto, anzi moltissimo. Possibile che alcuni atteggiamenti, o alcune amicizie debbano necessariamente nascondere qualcosa? Io non ho mai permesso alla politica di influire sui miei rapporti sociali. Ho sempre dialogato con tutti, forse anche con chi non lo meritava, e non vedo perché non avrei dovuto continuare a farlo. Se prendere un caffè con Claudio Pinzuti, un caro amico personale, significa essere organico all’Udc, vorrà dire che prenderò una camomilla, ma alla sua amicizia non rinuncio”.
“L’impegno politico – conclude Coppi – è una passione di vecchia data che ho maturato nelle file dell’opposizione e prescinde dal ricoprire un incarico, ma non potrà mai prescindere dall’esprimere liberamente il mio pensiero. Un vecchio adagio popolare è solito dire che il tempo gli darà ragione o torto. Staremo a vedere”.