A seguire la cessione di Antonveneta e un matrimonio francese?

di Red
SIENA. Adesso è ufficiale: come andiamo ripetendo da tempo Monte dei Paschi ha messo in vendita il suo 60% di Biverbanca. Evidentemente contava di dover procedere comunque alla parziale ricapitalizzazione programmata dopo il diktat dell’Eba (anche se lo spread nel frattempo è vistosamente calato), diminuendo le ipotetiche perdite sui BTp comprati da Mussari e Vigni, che avvelenano i conti dell’istituto senese.
Forse ci sono altri passivi da recuperare, ma se fosse solo un problema di Eba la vendita non sarebbe necessaria con i conti che sono stati illustrati ai mercati. Come al solito della vendita si occuperà il creditore della Fondazione MPS, Mediobanca. Conflitto di interessi?
Si dice che ben quattro istituti di credito sarebbero interessati all’acquisizione: Veneto Banca, Carige, Popolare di Vicenza, Ubi Banca. Biverbanca è una banca territoriale del Piemonte composta da 122 sportelli, con propaggini nella confinante Lombardia, sviluppatasi sull’asse Biella-Vercelli.
Chissà se la vendita è stata approvata dal presidente entrante Alessandro Profumo. Una volta snellita la figura di MPS, ci sarebbe un matrimonio in vista, con BNL, benedetto dal PD nazionale, con trasferimento a Roma della sede generale. Ma BNL fa parte del gruppo francese Bnp Paribas. Una banca che sta peggio di Monte dei Paschi, avendo dovuto svalutare l’enorme portafoglio detenuto di bond greci, e ben lontano ancora dal soddisfare i parametri di Basilea 3, che Viola intende già intravedere entro il prossimo mese di maggio senza ricapitalizzare per 3,267 miliardi di euro. Il favore, con una fusione, si fa a noi o ai francesi? Qualcuno metta fine a queste voci che non fanno bene a MPS.
Bisogna aggiungere che molti analisti ritengono che Profumo accetterà anche la vendita – ma con i prezzi odierni si tratterebbe di un clamoroso regalo a chiunque sia l’acquirente – di Antonveneta. Per tornare nella dimensione domestica. Senza 15 miliardi di euro.