di Ivan Meacci
Di Pietro: 23 ottobre/ore 20,30/ Teatro Comunale degli Arrischianti
SARTEANO. Siamo andati a trovare Fabio Dionori, ex-Sindaco di Sarteano, nella nuovissima sede del partito dell'ex magistrato Antonio Di Pietro – l'Italia dei Valori – in Viale Marconi, per chiedergli quali sono le ragioni della visita di Di Pietro a Sarteano. Considerando, però, che Dionori è stato per decine di anni componente e stereotipo stesso del militante comunista chianino, non potevamo esimerci dal chiedergli anche quali sono le ragioni che lo hanno spinto a lasciare il Partito per il quale, nelle feste dell’Unità, aveva arrostito migliaia di grigliate di salcicce.
Conosciuto in tutta la Valdichiana per le sua ortodossia e franchezza, anche quando le ragioni di partito avrebbero richiesto più moderazione, Dionori s’impose all’attenzione di tutta la provincia quando, contro le scelte dei dirigenti che avevano imposto la candidatura a Sindaco di Sarteano della bella Rosanna Pugnalini, si autocandidò e, con un plebiscito, vinse le elezioni.
Lo “sgarbo”, evidentemente, non fu mai digerito dai vertici provinciali che, durante tutto il suo mandato, certamente non lo favorirono. Fabio Dionori, scaduto il mandato, nello stupore di tutti, ha lasciato il Partito dove aveva militato da quando portava i calzoni corti ed è passato nelle fila dell’Italia dei Valori.
Dionori, è davvero difficile immaginare Fabio Dionori fuori dalla storia di quello che fu il partito comunista di Sarteano, cosa è successo di così drammatico da farti lasciare il PD?
"Sono sempre stato in mezzo alla gente, al servizio della gente e per la gente. Sono stato militante del PCI, del PDS e dei DS per 30 anni ma ho dovuto fare questa scelta perchè il PD era nato con principi diversi da quelli che sta perseguendo. Quella che doveva essere la “casa del riformismo italiano", che vuol dire la difesa dei diritti possibili, è diventata la casa che obbliga i gruppi dirigenti politici a stare insieme per forza per gestirsi e dividersi il potere. Comunque, aderendo al partito di Antonio Di Pietro che si pone come obiettivo primario quello della moralità e della legalità, in qualche modo credo di aiutare anche il PD…
Quindi, oltre alle ragioni ideologiche ce ne sono anche di morali ed, in particolare, legate alla politica di Sarteano?
"La mia idea di appartenenza all’Italia dei Valori è nata quando, durante l’azione di Governo, ho visto la sinistra disfarsi nella litigiosità. Io, inoltre, non posso perdonare l’attuale apparato del PD di non aver sostenuto pienamente il governo Prodi; un Governo che, per l’azione di risanamento compiuta dovrà, invece, esser rivalutato. Un allontanamento dalla politica nazionale che in qualche maniera s’intreccia in quella locale? Si, certo! Anche la mia esperienza di politica locale non può non segnare una divisione. Io ho fatto un’esperienza amministrativa che mi sembra sia stata positiva anche per Sarteano e, nel momento che si chiede democrazia, la democrazia esclude la possibilità di tutti i cittadini di scegliere il Sindaco che, non democraticamente, viene scelto da uno sparuto gruppo di amici, amichetti ed amiconi…Io ho scelto di fare una battaglia per la democrazia dall’interno dell’Italia dei Valori perché qui ho trovato un gruppo di persone che non sono colleghi, amici o compagni di partito, ma persone con le quali non devi portarti il giubbotto antiproiettile o il coltello in tasca per dare una pugnalata a qualcuno quando ci si riunisce!"
Che significato ha questa visita da parte del leader dell’Italia dei Valori, giovedì sera (23 ottobre) in provincia di Siena?
"Il nostro sostegno al valore di Di Pietro, che viene in provincia e che sceglie proprio Sarteano per presentare questa controffensiva per la legalità, non può che essere totale ed entusiasta. Tornare al rispetto delle regole e costruire il nuovo centrosinistra è uno slogan che, in previsione delle amministrative del 2009, vogliamo lanciare anche nella nostra provincia. Perché, anche qui, noi vogliamo essere gli artefici della trasformazione del governo provinciale, governo che non è del tutto negativo ma che deve essere migliorato".
In che modo?
"Due sono gli obbiettivi che abbiamo posto al PD nel dichiararci disponibili al confronto per un alleanza politica su scala provinciale: i sindaci facciano i sindaci e non abbiano altri incarichi; e, in più, chiediamo di poterci esprimere con elezioni primarie di coalizione, laddove si dovesse passare al rinnovo dei sindaci. Perché non vogliamo uomini di partito, qualsiasi essi siano, ma uomini scelti dalla gente".
Come giudichi l’attuale Amministrazione Comunale?
"Opere non né vediamo, ci sembra che ci siano tanti progetti ma aspettiamo di giudicare sui fatti. Quando ci sono stati casi positivi, abbiamo espresso giudizi positivi; in altri casi, i nostri giudizi sono stati completamente negativi".
SARTEANO. Siamo andati a trovare Fabio Dionori, ex-Sindaco di Sarteano, nella nuovissima sede del partito dell'ex magistrato Antonio Di Pietro – l'Italia dei Valori – in Viale Marconi, per chiedergli quali sono le ragioni della visita di Di Pietro a Sarteano. Considerando, però, che Dionori è stato per decine di anni componente e stereotipo stesso del militante comunista chianino, non potevamo esimerci dal chiedergli anche quali sono le ragioni che lo hanno spinto a lasciare il Partito per il quale, nelle feste dell’Unità, aveva arrostito migliaia di grigliate di salcicce.
Conosciuto in tutta la Valdichiana per le sua ortodossia e franchezza, anche quando le ragioni di partito avrebbero richiesto più moderazione, Dionori s’impose all’attenzione di tutta la provincia quando, contro le scelte dei dirigenti che avevano imposto la candidatura a Sindaco di Sarteano della bella Rosanna Pugnalini, si autocandidò e, con un plebiscito, vinse le elezioni.
Lo “sgarbo”, evidentemente, non fu mai digerito dai vertici provinciali che, durante tutto il suo mandato, certamente non lo favorirono. Fabio Dionori, scaduto il mandato, nello stupore di tutti, ha lasciato il Partito dove aveva militato da quando portava i calzoni corti ed è passato nelle fila dell’Italia dei Valori.
Dionori, è davvero difficile immaginare Fabio Dionori fuori dalla storia di quello che fu il partito comunista di Sarteano, cosa è successo di così drammatico da farti lasciare il PD?
"Sono sempre stato in mezzo alla gente, al servizio della gente e per la gente. Sono stato militante del PCI, del PDS e dei DS per 30 anni ma ho dovuto fare questa scelta perchè il PD era nato con principi diversi da quelli che sta perseguendo. Quella che doveva essere la “casa del riformismo italiano", che vuol dire la difesa dei diritti possibili, è diventata la casa che obbliga i gruppi dirigenti politici a stare insieme per forza per gestirsi e dividersi il potere. Comunque, aderendo al partito di Antonio Di Pietro che si pone come obiettivo primario quello della moralità e della legalità, in qualche modo credo di aiutare anche il PD…
Quindi, oltre alle ragioni ideologiche ce ne sono anche di morali ed, in particolare, legate alla politica di Sarteano?
"La mia idea di appartenenza all’Italia dei Valori è nata quando, durante l’azione di Governo, ho visto la sinistra disfarsi nella litigiosità. Io, inoltre, non posso perdonare l’attuale apparato del PD di non aver sostenuto pienamente il governo Prodi; un Governo che, per l’azione di risanamento compiuta dovrà, invece, esser rivalutato. Un allontanamento dalla politica nazionale che in qualche maniera s’intreccia in quella locale? Si, certo! Anche la mia esperienza di politica locale non può non segnare una divisione. Io ho fatto un’esperienza amministrativa che mi sembra sia stata positiva anche per Sarteano e, nel momento che si chiede democrazia, la democrazia esclude la possibilità di tutti i cittadini di scegliere il Sindaco che, non democraticamente, viene scelto da uno sparuto gruppo di amici, amichetti ed amiconi…Io ho scelto di fare una battaglia per la democrazia dall’interno dell’Italia dei Valori perché qui ho trovato un gruppo di persone che non sono colleghi, amici o compagni di partito, ma persone con le quali non devi portarti il giubbotto antiproiettile o il coltello in tasca per dare una pugnalata a qualcuno quando ci si riunisce!"
Che significato ha questa visita da parte del leader dell’Italia dei Valori, giovedì sera (23 ottobre) in provincia di Siena?
"Il nostro sostegno al valore di Di Pietro, che viene in provincia e che sceglie proprio Sarteano per presentare questa controffensiva per la legalità, non può che essere totale ed entusiasta. Tornare al rispetto delle regole e costruire il nuovo centrosinistra è uno slogan che, in previsione delle amministrative del 2009, vogliamo lanciare anche nella nostra provincia. Perché, anche qui, noi vogliamo essere gli artefici della trasformazione del governo provinciale, governo che non è del tutto negativo ma che deve essere migliorato".
In che modo?
"Due sono gli obbiettivi che abbiamo posto al PD nel dichiararci disponibili al confronto per un alleanza politica su scala provinciale: i sindaci facciano i sindaci e non abbiano altri incarichi; e, in più, chiediamo di poterci esprimere con elezioni primarie di coalizione, laddove si dovesse passare al rinnovo dei sindaci. Perché non vogliamo uomini di partito, qualsiasi essi siano, ma uomini scelti dalla gente".
Come giudichi l’attuale Amministrazione Comunale?
"Opere non né vediamo, ci sembra che ci siano tanti progetti ma aspettiamo di giudicare sui fatti. Quando ci sono stati casi positivi, abbiamo espresso giudizi positivi; in altri casi, i nostri giudizi sono stati completamente negativi".