PIENZA. Il centrosinistra ha deciso di convocare per venerdì 4 giugno alle ore 21.15 nel Granaio di Monticchiello un'assemblea pubblica, per la gestione del Sito Unesco, del Parco e dei servizi associati con i comuni valdorciani, e per impedire "una follia monumentale". Il sindaco e la giunta della lista civica hanno infatti deciso di far entrare Pienza nell'Unione dei Comuni della Val di Chiana entro la fine del 2011. Durante la campagna elettorale la lista civica non ha informato i cittadini sulle conseguenze del ritorno di Pienza nella Società della Salute della Val di Chiana.
Con il ritorno nella Società della Salute il comune di Pienza sarà obbligato, per la legge regionale 37 del 2008, ad entrare nell'Unione dei Comuni della Val di Chiana. Qui programmerà non solo i servizi socio sanitari, ma anche altri 15 servizi associati (controllo ambientale, biblioteche, vigili urbani, attività produttive, agricoltura, commercio ecc) insieme ai comuni chianini (cioè con Sinalunga e San Cascian dei Bagni e non con Montalcino e San Quirico). Pienza deve svolgere un ruolo costruttivo non dividere, per questo il suo posto è nell'ente o nell'unione dei comuni dove stanno gli altri comuni valdorciani. Il centro sinistra si rivolge, per cogliere questi obiettivi, ai cittadini, alle forze politiche, alle aziende agricole e turistiche, alle associazioni di categoria per confrontare idee e unire proposte e azioni e concrete per lo sviluppo sostenibile della Val d'Orcia.
Per il progetto del Parco della Val d'Orcia, se verrà approvata la legge Calderoli sugli enti locali in discussione alla Camera in questi giorni, le cose diventeranno ancora più difficili. Perché Pienza è un comune sotto i 3000 abitanti e non avrà più un proprio ufficio tecnico autonomo ma lo dovrà avere insieme (con gli altri servizi fondamentali ) a San Casciano dei Bagni, Montepulciano, Sarteano e agli altri comuni della Val di Chiana.Il progetto del Parco della Val d'Orcia sarà fragile se privato degli strumenti urbanistici fondamentali. Di che utilità è per il Parco se gli altri comuni della Val d'Orcia avranno insieme l'uffico tecnico, l'edilizia e l'urbanistica, gli interventi di recupero del territorio, i servizi sociali locali, l'anagrafe, le scuole, le scelte ambientali – mentre Pienza a partire dal 2012 li avrà con i comuni della Val di Chiana? Come non vedere che la gestione del Sito Unesco e il progetto del Parco della Val d'Orcia vengono privati di gambe e baricentro?
Dire, come fa il sindaco di Pienza, che l'ingresso di Pienza nell'Unione dei Comuni della Val di Chiana non cambia niente per la Val d'Orcia, il sito Unesco e il progetto del Parco, significa non assumersi la responsabilità di colpire al cuore i processi di solidarietà e di collaborazione tra i comuni valdorciani. E' pensabile una gestione del Sito Unesco della Val d'Orcia senza una gestione comune del territorio, delle scelte ambientali, degli uffici tecnici e dei regolamenti urbanistici ed edilizi? Che senso ha interrompere il processo, iniziato oltre venti anni fa, che ha portato ad una sempre maggiore collaborazione tra i comuni valdorciani? Come non vedere i danni per tutte le aziende turistiche e commerciali? Come non capire che Pienza perderà così il suo status di un comune conosciuto (in Italia e all’estero) del Sito Unesco della Val d’Orcia, trovandosi addirittura emarginata se non eliminata dagli sviluppi del Parco che si stanno progettando in questi questi giorni ? Anche persone bene informate non sono ancora a conoscenza di ciò che avverrà tra non molto! Occorre fare molto di più, per informare i pientini e i valdorciani di cosa sta succedendo a Pienza e nel nostro territorio. Non dobbiamo perdere altro tempo per impedire quella che molti cittadini definiscono "una follia monumentale". Il centro sinistra ha iniziato con l' assemblea pubblica di fine aprile – erano decenni che non si vedevano tanti cittadini insieme nella sala convegni – la campagna d'informazione e mobilitazione sui danni che Pienza subirebbe dalla decisione dell'amministrazione della lista civica. Nell' assemblea pubbblica – presenti i sindaci gli amministratori dell'Amiata Val d'Orcia e della Val di Chiana – sul futuro dei comuni sotto i tremila abitanti dopo la legge Calderoli, i relatori hanno invitato, con argomenti pacati e stringenti, gli amministratori di Pienza a riflettere bene prima di dire addio alla collaborazione tra i comuni valdorciani nella gestione dei servizi e associati. Tanto più, ha ricordato Giurlani presidente dell'Uncem della Toscana che scegliere oggi di cambiare ambito territoriale significherebbe per il comune di Pienza "entrare in un ginepraio".
Con il ritorno nella Società della Salute il comune di Pienza sarà obbligato, per la legge regionale 37 del 2008, ad entrare nell'Unione dei Comuni della Val di Chiana. Qui programmerà non solo i servizi socio sanitari, ma anche altri 15 servizi associati (controllo ambientale, biblioteche, vigili urbani, attività produttive, agricoltura, commercio ecc) insieme ai comuni chianini (cioè con Sinalunga e San Cascian dei Bagni e non con Montalcino e San Quirico). Pienza deve svolgere un ruolo costruttivo non dividere, per questo il suo posto è nell'ente o nell'unione dei comuni dove stanno gli altri comuni valdorciani. Il centro sinistra si rivolge, per cogliere questi obiettivi, ai cittadini, alle forze politiche, alle aziende agricole e turistiche, alle associazioni di categoria per confrontare idee e unire proposte e azioni e concrete per lo sviluppo sostenibile della Val d'Orcia.
Per il progetto del Parco della Val d'Orcia, se verrà approvata la legge Calderoli sugli enti locali in discussione alla Camera in questi giorni, le cose diventeranno ancora più difficili. Perché Pienza è un comune sotto i 3000 abitanti e non avrà più un proprio ufficio tecnico autonomo ma lo dovrà avere insieme (con gli altri servizi fondamentali ) a San Casciano dei Bagni, Montepulciano, Sarteano e agli altri comuni della Val di Chiana.Il progetto del Parco della Val d'Orcia sarà fragile se privato degli strumenti urbanistici fondamentali. Di che utilità è per il Parco se gli altri comuni della Val d'Orcia avranno insieme l'uffico tecnico, l'edilizia e l'urbanistica, gli interventi di recupero del territorio, i servizi sociali locali, l'anagrafe, le scuole, le scelte ambientali – mentre Pienza a partire dal 2012 li avrà con i comuni della Val di Chiana? Come non vedere che la gestione del Sito Unesco e il progetto del Parco della Val d'Orcia vengono privati di gambe e baricentro?
Dire, come fa il sindaco di Pienza, che l'ingresso di Pienza nell'Unione dei Comuni della Val di Chiana non cambia niente per la Val d'Orcia, il sito Unesco e il progetto del Parco, significa non assumersi la responsabilità di colpire al cuore i processi di solidarietà e di collaborazione tra i comuni valdorciani. E' pensabile una gestione del Sito Unesco della Val d'Orcia senza una gestione comune del territorio, delle scelte ambientali, degli uffici tecnici e dei regolamenti urbanistici ed edilizi? Che senso ha interrompere il processo, iniziato oltre venti anni fa, che ha portato ad una sempre maggiore collaborazione tra i comuni valdorciani? Come non vedere i danni per tutte le aziende turistiche e commerciali? Come non capire che Pienza perderà così il suo status di un comune conosciuto (in Italia e all’estero) del Sito Unesco della Val d’Orcia, trovandosi addirittura emarginata se non eliminata dagli sviluppi del Parco che si stanno progettando in questi questi giorni ? Anche persone bene informate non sono ancora a conoscenza di ciò che avverrà tra non molto! Occorre fare molto di più, per informare i pientini e i valdorciani di cosa sta succedendo a Pienza e nel nostro territorio. Non dobbiamo perdere altro tempo per impedire quella che molti cittadini definiscono "una follia monumentale". Il centro sinistra ha iniziato con l' assemblea pubblica di fine aprile – erano decenni che non si vedevano tanti cittadini insieme nella sala convegni – la campagna d'informazione e mobilitazione sui danni che Pienza subirebbe dalla decisione dell'amministrazione della lista civica. Nell' assemblea pubbblica – presenti i sindaci gli amministratori dell'Amiata Val d'Orcia e della Val di Chiana – sul futuro dei comuni sotto i tremila abitanti dopo la legge Calderoli, i relatori hanno invitato, con argomenti pacati e stringenti, gli amministratori di Pienza a riflettere bene prima di dire addio alla collaborazione tra i comuni valdorciani nella gestione dei servizi e associati. Tanto più, ha ricordato Giurlani presidente dell'Uncem della Toscana che scegliere oggi di cambiare ambito territoriale significherebbe per il comune di Pienza "entrare in un ginepraio".