L'idea di convertire i bond subordinati della clientela istituzionale in azioni potrebbe portare fino a 3 miliardi nelle casse della banca
SIENA. La notizia rimbalzata su tutti i giornali relativa al Monte dei Paschi di Siena pare aver dato fiducia alle Borse. L’ad Viola, dalla sua posizione “in bilico” ha annunciato che il fatidico ed ennesimo aumento di capitale che la banca dovrà affrontare potrebbe in essere di 5 ma di 3 miliardi. A questa operazione, infatti, l’ad avrebbe affiancato una conversione in azioni di bond subordinati, per un totale di 2 o forse anche 3 miliardi. La differenza è data dai “possessori” dei subordinati. Stando alle voci di corridoio, l’operazione dovrebbe riguardare solo i titoli detenuti dagli investitori istituzionali per un ammontare pari a 3 miliardi di euro. Dunque i 2 miliardi di titoli distribuiti alla clientela retail non dovrebbero essere stati considerati nella suddetta manovra.
La proposta è passata dal cda che però pare non abbia approvato ma si sia limitata a prendere atto di quanto suggerito da Viola.
“Il Governo aveva categoricamente escluso che la clientela retail, in possesso di due miliardi di euro investiti in questi bond, venisse colpita da questa trasformazione da titoli rappresentativi del debito della banca a capitale di rischio o, addirittura, che gli stessi titoli venissero azzerati dalla procedura di bail in ove a tanto si fosse arrivati, motivo per il quale si era avviata una lunghissima, e non conclusa, trattativa in quel di Bruxelles volta a stabilire che eventuali misure del Governo a sostegno di una banca in difficoltà non venissero considerati aiuti di Stato” scrive oggi il quotidiano online Jobsnews.it e questo dovrebbe essere già garanzia di una operazione che non porti ai drammi vissuti ed ancora non risolti, dai clienti di Banca Etruria.
Intanto, in queste ore e già da ieri, il titolo in Borsa è stato premiato. Alle ore 16,00 faceva segnare un più 1,5% per un valore di 0,24.
Secondo alcuni analisti, comunque, l’operazione relativa ai subordinati non è proprio immune da rischi: pur mostrandosi come un ottimo rivale per ammortizzare l’aumento di capitale, resta una incognita proprio per la sua caratteristica “volontaria”. Non si ha, praticamente, i numeri reali che potrebbero derivare da questa operazione.
I tempi non giocano a favore della banca senese. A novembre dovrebbe passare l’aumento di capitale mentre il settembre risulta caldissimo: deve passare al vaglio del cda il piano industriale e il confronto eventuale con la BCE su questo nuovo progetto.