SIENA. Anche Siena soffre la tendenza nazionale che vede gli asili nido con “rette record e posti vuoti” e 4 bimbi su 5 che rimangono a casa, così come riportato in un recente articolo di Repubblica? Per questo presenterò un’interrogazione per capire cosa stia succedendo nel nostro Comune su questo ambito, e i relativi risvolti socio-economici. Temo, però, che Siena non sia immune dalle dinamiche italiane e, considerata l’inadeguatezza della guida politica, temo altresì che la città soffra ancora di più di altri comuni dello stivale, le problematiche espresse nell’articolo.
Infatti, anche da noi, la diminuzione della domanda ha obbligato la Giunta a non rinnovare la gestione a una Cooperativa, di un asilo nido, ma siamo sicuri che la minore natalità sia l’unica spiegazione per tale situazione? Sono più propenso a credere al Direttore dell’area educativa dell’Istituto degli Innocenti di Firenze che non alle spiegazioni della nostra Amministrazione comunale e che la minore natalità non sia l’unica spiegazione plausibile.
Mi domando se l’Amministrazione comunale si sia mai interrogata sul numero di famiglie che non possono, economicamente parlando, permettersi di mandare un bambino all’asilo nido, causa la retta mensile? Oppure, quanti siano coloro che rinunciano a fare domanda preferendo lasciare i propri figli in casa? Quale verifica è stata fatta dell’incidenza delle rette sull’abbassamento della capacità di acquisto delle famiglie nel nostro comune e, sull’analisi di questo indice agire politiche idonee?
Sono in ogni caso, considerazioni strettamente legate alla sfera economica e quella qualitativa viene messa in secondo piano.
Siamo convinti che anche da noi non ci sia una disaffezione culturale? Raramente abbiamo assistito a indirizzi politici tesi a sottolineare l’importanza socio-educativa della frequenza dei bambini ai nidi comunali. La mancanza anche di un dibattito istituzionale su questo tema, che non può essere sostituto dalla buona mostra dell’attività dei nidi, svoltasi recentemente nei Magazzini del Sale, difficilmente sensibilizza e avvicina l’utenza a questo servizio.
Se una sigla sindacale, organizza nel nostro Comune, l’interessante iniziativa “gli asili nido si pagano da soli”, è la prova provata che l’Amministrazione sia stata ancora una volta scavalcata da persone competenti che, in un solo convegno, toccano aspetti socio-educativi degli utenti, le politiche occupazionali e gli ambiti economici di famiglie e Amministrazione.
Probabilmente è venuto il momento di “spingere” in maniera efficace sugli aspetti qualitativi dell’offerta dei nidi comunali e pensare a svincolarli dai servizi a domanda individuale, si otterrebbero i finanziamenti come le scuola dell’infanzia, con abbattimento delle rette e il conseguente aumento di domande. Una mera politica di domanda e offerta con la copertura dei costi equivale a un semplice calcolo ragionieristico che, con tutto il rispetto per i ragionieri, esula dalla buona scuola e dalla buona politica.
Pietro Staderini – Gruppo consiliare Sena Civitas