"L' attuale amministrazione non ha saputo creare nessun volano che rilanci la città con le sue peculiarità e tipicità ed anche quanto fatto risulta scollegato da un contesto organicamente organizzato"
SIENA. Sembra che quest’anno il sindaco senta l’esigenza di festeggiare il 1° maggio, festa del lavoro, e Siena, specchio perfetto di un’Italia che evidenzia più la mancanza che la presenza di lavoro, avrà, anche lei, la sua manifestazione!
Il solo pensiero che, a motivi propagandistici, l’amministrazione comunale possa anche solo immaginare di festeggiare il 1° maggio preoccupa gravemente, perché manifesta uno scollamento rispetto alla quotidianità in cui vivono i suoi cittadini. Il solco tra eletto ed elettori si allarga ancor di più!
La nostra Costituzione esordisce, all’art. 1, dando centralità al lavoro (“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…”), che è e resta un diritto indiscusso e che pone in capo allo Stato, di cui il Comune è manifestazione locale, il dovere primario di contribuire a creare, facilitare e supportare condizioni favorevoli al suo sviluppo.
In tutte le sue forme e le sue applicazioni – operai, imprenditori, dirigenti, impiegati, casalinghe, liberi professionisti – il lavoro è l’essenza stessa dell’appartenenza ad una comunità, è fattore di inclusione sociale, garantisce dignità e stabilità alla persona che è e ne deve restare “il soggetto”.
Abbiamo già ricordato come l’attuale amministrazione sia restata inattiva, salvo tentare di farsene vanto a posteriori, rispetto al tentativo di vendita del patrimonio artistico del Monte dei Paschi, rispetto alla più generale “messa in dismissione” della banca, del processo involutivo del policlinico con chiusura di scuole di specializzazione, della perdita di decoro del centro storico, biglietto da visita di una città che millantano a vocazione turistica, per passare poi, per Bassilichi e Whirpool, alla mala gestione di SEI Toscana (debiti e stipendi d’oro), ATM ex Train, Papesse, Vernice, Enoteca, Sansedoni spa, Fondazione MPS, Mens Sana, AC Siena, Consorzio Terre Cablate, Acquedotto del Fiora spa, Siena Casa spa, Enoteca Italiana e Siena Biotech (vendita all’asta di macchinari particolarmente costosi).
Il lavoro serve all’uomo e non viceversa, ma oggi, a Siena, il lavoro dov’è? Specchio di una sinistra che lo ha destrutturato fino a capovolgere la scala di priorità tra economia/politiche economiche e diritto al lavoro, l’attuale amministrazione a targa PD non ha saputo creare nessun volano che rilanci la città con le sue peculiarità e tipicità ed anche quanto fatto risulta scollegato, avulso da un contesto organicamente organizzato e, per ciò stesso, inutile.
Ecco perché riteniamo offensivo, nei confronti dei nostri concittadini, promuovere un’iniziativa puramente allegorica, stile ultimo dell’anno, pensando che il senso critico e di analisi politica, storica e prospettica, sia privilegio di poche menti illuminate.
Ci chiediamo perché il 1° maggio non sia stato festeggiato negli anni passati, bensì solo oggi a ridosso delle elezioni amministrative, e osserviamo, inoltre, come l’iniziativa non veda la partecipazione delle organizzazioni sindacali confederali (CGIL, CISL e UIL) a rappresentare veramente le istanze e i disagi dei lavoratori sul territorio. Esiste uno scollamento con le parti sociali?
Un territorio sotto piena pressione occupazionale non necessita di un evento propagandistico “epocale” ma, al contrario, di progetti concreti di rilancio imprenditoriale grazie ai quali dare speranza ai nostri giovani disoccupati, oggi a “contratto di precariato”, e tali da garantire un serio cambio di rotta a garanzia di un futuro concreto.
Domanda, infine, scontata ma non posta da tanti soggetti che, invece, sarebbero autorizzati a farlo: la spesa di questo evento, tanto sentito dal Sindaco e dall’attuale Giunta, è ugualmente sentito, approvato e condiviso dal Consiglio Comunale o siamo ancora una volta prevaricati da scelte di palazzo unilaterali e tese solo a perpetrare, immutevole, il passato di questa città?
Circolo Sena Civitas
Francesca Appolloni
Pietro Staderini