Tre giorni di recite ad alto livello ai Rinnovati
di Paola Dei
SIENA. Energia, entusiasmo, vitalità, tre termini che non tradiscono mai il loro significato quando sul palcoscenico c’è Massimo Ranieri, un artista completo che spazia da generi drammatici e impegnati come quelli che lo hanno visto recitare Pirandello, Shakespeare, etc, fino ad arrivare al Varietà e renderlo denso di senso e perfetto nella recitazione.
Al Teatro dei Rinnovati da venerdì 5 a domenica 7 aprile alle ore 21,00, è andato in scena Viviani Varietà di Raffaele Viviani sotto la regia di Maurizio Scaparro, testi a cura di Giuliano Longone Viviani,musiche di Pasquale Scialò, costumi e scene di Lorenzo Cutuli con Massimo Ranieri, Ernesto Lama, Roberto Bani, Angela de Matteo, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Antonio Speranza, Rhuna Barduagni, Simone Spirito, Martina Giordano, orchestra dal vivo sotto al palcoscenico con pianoforte.
Il connubio Scaparro Ranieri, ha già dato molte volte frutti definibili perfetti tra cui ricordiamo Pulcinella e Liolà, ed anche questa volta tocca vette artistiche indimenticabili nell’interpretazione, nel significato, nelle musiche, nei colori…
Poesie, parole e musiche messe in scena nell’anno 1929, quando il piroscafo Duilio solcava i mari per raggiungere Buenos Aires da Napoli. La compagnia di Raffaele Viviani in quell’anno si recò nell’America del Sud per proporre il proprio spettacolo in cerca di consensi e fortuna e il tutto era prevalentemente indirizzato e preparato per il popolo degli emigranti italiani nostalgici della musica e dei colori della propria terra natìa. Negli anni 20, in un momento in cui il CInema e le nuove tecnologie si affacciavano prepotentemente alla ribalta, il Varietà cercava nuova linfa e nuovi linguaggi arricchendo di colore e folklore gli spettacoli già ricchi di espressività e vita. Una domanda ed una necessità che ancora oggi il teatro sembra porsi e che di fronte agli applausi ed ai consensi ricevuti dalla compagnia sembra già aver trovato la sua risposta.
SIENA. Energia, entusiasmo, vitalità, tre termini che non tradiscono mai il loro significato quando sul palcoscenico c’è Massimo Ranieri, un artista completo che spazia da generi drammatici e impegnati come quelli che lo hanno visto recitare Pirandello, Shakespeare, etc, fino ad arrivare al Varietà e renderlo denso di senso e perfetto nella recitazione.
Al Teatro dei Rinnovati da venerdì 5 a domenica 7 aprile alle ore 21,00, è andato in scena Viviani Varietà di Raffaele Viviani sotto la regia di Maurizio Scaparro, testi a cura di Giuliano Longone Viviani,musiche di Pasquale Scialò, costumi e scene di Lorenzo Cutuli con Massimo Ranieri, Ernesto Lama, Roberto Bani, Angela de Matteo, Mario Zinno, Ivano Schiavi, Gaia Bassi, Antonio Speranza, Rhuna Barduagni, Simone Spirito, Martina Giordano, orchestra dal vivo sotto al palcoscenico con pianoforte.
Il connubio Scaparro Ranieri, ha già dato molte volte frutti definibili perfetti tra cui ricordiamo Pulcinella e Liolà, ed anche questa volta tocca vette artistiche indimenticabili nell’interpretazione, nel significato, nelle musiche, nei colori…
Poesie, parole e musiche messe in scena nell’anno 1929, quando il piroscafo Duilio solcava i mari per raggiungere Buenos Aires da Napoli. La compagnia di Raffaele Viviani in quell’anno si recò nell’America del Sud per proporre il proprio spettacolo in cerca di consensi e fortuna e il tutto era prevalentemente indirizzato e preparato per il popolo degli emigranti italiani nostalgici della musica e dei colori della propria terra natìa. Negli anni 20, in un momento in cui il CInema e le nuove tecnologie si affacciavano prepotentemente alla ribalta, il Varietà cercava nuova linfa e nuovi linguaggi arricchendo di colore e folklore gli spettacoli già ricchi di espressività e vita. Una domanda ed una necessità che ancora oggi il teatro sembra porsi e che di fronte agli applausi ed ai consensi ricevuti dalla compagnia sembra già aver trovato la sua risposta.
Si apre lo spettacolo con la scenografia di una nave e la voce di Massimo Ranieri intona le prime note in napoletano mentre lo scintillio dei costumi dell’epoca riesuma gusti raffinati e abiti dalle fogge maschili e femminili romantiche, evanescenti, affascinanti.
In scena uno schermo traduce le parole dei testi mentre lentamente appaiono altre figure sulla scena e riempiono gli spazi che si animano e ci conducono dentro alla metafora del viaggio e dentro un viaggio reale incollati sulle poltrone di velluto rosso dei Rinnovati..
“Domare la belva… o meglio il pubblico..” è il motto del direttore dello spettacolo alias Massimo Ranieri. E’ poi la volta di Mimì interpretato dal bravissimo attore che recitò accanto a Massimo Ranieri anche in Filumena Marturano e la nostalgia insegue le note di un’altro brano. Due clandestini in attesa del quinto figlio vengono accolti dal direttore artistico dello spettacolo nonostante siano ricercati dal Comandante della nave e la voglia di solidaietà vince su tutto.
“di poesia non si campa…!” ribadisce lo stesso direttore artistico fra attimi di puro varietà, citazioni a Totò e De Filippo al quale il grande attore e cantante sembra somigliare sempre più nella faces soprattutto quando indossa giacche da uomo larghe e sformate…
Don Gennarino con il cappello sulle 23 sorride e strappa un sorriso poco prima dell’arrivo della nave all’Equatore quando luci, musiche e rintocchi segnalano l’evento.
La compagnia si riunisce, Ranieri intona “Lo scugnizzo” e dalla platea come dai palchetti scrosciano gli applausi..un’onda di energia che rimanda indietro ciò che ha ricevuto in due ore di puro spettacolo dal vivo.
Si esce pieni di vivacità, di colore, con il desiderio di rivedere lo spettacolo augurandoci che così possa essere e ci si pongono domande esistenziali sulla cultura attraverso il Teatro che certe volte diviene anche documento storico, mezzo per allargare la capacità espressiva, strumento per apprezzare voci e poesie che non hanno mai perso lo smalto ma che anzi rinascono ogni volta sui palcoscenici del mondo per ricordarci che l’arte rende bella vita e che il paesaggio interno si arricchisce di fronte alla bellezza esterna che va coltivata e vissuta.
(foto di repertorio)
(foto di repertorio)