SIENA. Venerdì (16 gennaio), alle ore 17 in Sala storica (v. della Sapienza, 5), verrà presentato il volume “Vita scritta di Idilio Dell’Era” (Edizioni Cantagalli), a cura di Francesco Rossi.
La figura di Idilio Dell’Era (pseudonimo di Don Martino Ceccuzzi, (1904 – 1988) è stata poco studiata nonostante la sua notevole produzione letteraria, e non adeguatamente riconosciuta dalla critica ufficiale quando egli era ancora in vita. Bisogna inoltre considerare che la sua eredità rischiava di essere lasciata inaridire anche nella sua Toscana, regione da lui tanto amata ma dalla quale non ha ancora avuto il riconoscimento che si sarebbe potuto aspettare.
A Idilio Dell’Era, autore di opere come La mia Toscana, Leggende toscane e dell’inno del Palio di Siena che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico, non sono stati tributati onori in vita neanche nella sua città natale e pochi lo ricordano ancora, ad oltre 25 anni dalla morte. Per questi motivi questa selezione di scritti autobiografici: Vita scritta di Idilio Dell’Era, si presenta come una lettura nuova rispetto ai tempi che andiamo vivendo, che certamente riserverà non poche sorprese.
I testi scelti (poesie, prose, memorie ecc.) sono frutto di un lavoro di raccolta e sistemazione della sua opera che dura ormai da anni. Un insieme vasto e unitario, prodotto dell’intensa attività letteraria di circa 60 anni, che va dalla fine degli anni venti agli anni ottanta del secolo passato, e solo in parte pubblicato dall’autore in oltre 40 libri.
Sono prevalentemente poesie e opere di narrativa, che attestano un indubbio talento di questo parroco poeta e scrittore.
Dell’Era, caso forse unico nella storia letteraria italiana del Novecento, dagli anni trenta al 1988 (anno della morte) si è dedicato anima e corpo alla vocazione sacerdotale e a quella della scrittura, con una dedizione per quest’ultima persino maggiore, al punto che per metà della sua vita (dal 1944 alla morte) ha preferito occuparsi della seconda, chiudendosi prima nell’Eremo di Lecceto, poi in una casetta in mezzo al bosco di Toiano, ai piedi della Montagnola senese, nella “Domus bonitatis”, così la chiamava, per poter scrivere, pensare e pregare, come solo lui sapeva fare, con la sua poesia, più liberamente. Parteciperanno all’incontro: Roberto Barzanti, Presidente del Consiglio di amministrazione della Biblioteca degli Intronati, Francesco Rossi curatore dell’opera, Carlo Fini, Paolo Fioravanti, Alfredo Franchi, Vera Franci Riggio, Fausto Landi.
Nell’occasione sarà presentato da Luciano Borghi, direttore della Biblioteca comunale e Mirko Francioni, curatore dell’ordinamento del fondo, l’archivio dei manoscritti di Dell’Era recentemente inventariato e catalogato. Sarà allestita una piccola esposizione con alcuni documenti particolarmente significativi.