Al regista è dedicata un
PIOMBINO.Al Visionaria Film Festival Internazionale di Piombino arriva Daniele Vicari e il suo applauditissimo Diaz – non pulire questo sangue”, una pellicola coraggiosa che racconta senza veli i terribili fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova. Vincitore del premio del pubblico alla 62esima edizione del Festival del Cinema di Berlino, il film sarà proiettato alle 21.30 al Cinema Metropolitan di Piombino, sabato 20 aprile, in una serata speciale in cui il regista incontrerà i critici cinematografici Claudio Carabba, Fabio Canessa, Roberto Escobar e Franco Vigni per dar vita ad un interessante confronto sul film. Prodotto da Domenico Procacci per Fandango è una coproduzione Italia-Francia-Romania con un cast d’eccezione composta da Elio Germano, Claudio Santamaria, Rolando Ravello, Aylin Prandi, Alessandro Roja, Monica Birladeanu, Jennifer Ulrich, Renato Scarpa, Davide Iacopini, Paolo Calabresi, Fabrizio Rongione e Ignazio Oliva. Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna. È il 20 luglio 2001 e l’attenzione della stampa è catalizzata dagli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine durante il vertice G8 di Genova. In redazione arriva la notizia della morte di Carlo Giuliani. Luca decide di partire per Genova. La notte del 21 luglio 2001si incrociano i destini di tante persone: Alma un’anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e sconvolta dalle violenze cui ha assistito, decide di occuparsi delle persone disperse insieme a Marco, un organizzatore del Genoa Social Forum, e Franci, un giovane avvocato del Genoa Legal forum, Nick un manager che si interessa di economia solidale, arrivato a Genova per seguire il seminario dell’economista Susan George, Anselmo un vecchio militante della CGIL che con i suoi compagni pensionati ha preso parte ai cortei contro il G8, Etienne e Cecile due anarchici francesi protagonisti delle devastazioni di quei giorni. Ci sono anche Bea e Ralf che pur essendo di passaggio decidono di riposarsi alla Diaz prima di partire.
Durante la settimana di festival in programma dal 14 al 21 aprile alla produzione cinematografica di Daniele Vicari sarà dedicata una retrospettiva con la proiezione dei film e documentari “Non mi basta mai” “Comunisti” “Velocità massima” “Partigiani” “L’orizzonte degli eventi” “Il mio paese”, “Il passato è una terra straniera” e del corto “Morto che parla”. E non poteva non essere Vicari il protagonista dell’edizione 2012 di Visionaria, dedicata al cinema del reale, per festeggiare un compleanno da ricordare: i 20 anni del festival. «Avere 20 anni vuol dire aver raggiunto un traguardo importante – commenta Mauro Tozzi direttore artistico di Visionaria– averli in un momento di crisi economica, politica e culturale come questo vuol dire continuare a credere con la stessa incoscienza di 20 anni fa, che la cultura è ancora l’unico cibo di cui vale la pena nutrirsi, l’unico che non genera sazietà. Investire in cultura, vuol dire scommettere sul futuro di un territorio, sulle sue maestranze, sui suoi talenti. Ecco perché va dato atto all’amministrazione di Piombino, pur con tutte le difficoltà del far quadrare i bilanci, di aver creduto insieme a noi che con la cultura si mangia due volte, con la pancia e con la testa».
Durante la settimana di festival in programma dal 14 al 21 aprile alla produzione cinematografica di Daniele Vicari sarà dedicata una retrospettiva con la proiezione dei film e documentari “Non mi basta mai” “Comunisti” “Velocità massima” “Partigiani” “L’orizzonte degli eventi” “Il mio paese”, “Il passato è una terra straniera” e del corto “Morto che parla”. E non poteva non essere Vicari il protagonista dell’edizione 2012 di Visionaria, dedicata al cinema del reale, per festeggiare un compleanno da ricordare: i 20 anni del festival. «Avere 20 anni vuol dire aver raggiunto un traguardo importante – commenta Mauro Tozzi direttore artistico di Visionaria– averli in un momento di crisi economica, politica e culturale come questo vuol dire continuare a credere con la stessa incoscienza di 20 anni fa, che la cultura è ancora l’unico cibo di cui vale la pena nutrirsi, l’unico che non genera sazietà. Investire in cultura, vuol dire scommettere sul futuro di un territorio, sulle sue maestranze, sui suoi talenti. Ecco perché va dato atto all’amministrazione di Piombino, pur con tutte le difficoltà del far quadrare i bilanci, di aver creduto insieme a noi che con la cultura si mangia due volte, con la pancia e con la testa».