Fra i Film in Concorso Venezia 71, per contendersi il Leone d’Oro, 3 Coeur di Benoit Jacquot, un’opera Lacaniana fatta di appuntamenti mancati, di donne misteriose come Chiara, Charlotte, Catherine, e con nomi altrettanto suggestivi come
Sophie ( che significa
Saggezza si dice nel film , oppure, simbioticamente,
Silvie, come la
ninfa feggente di Nerval) , tutte loro malgrado, inevitabilmente all’interno della fiosofia del “non so”. Amore è al buio, nasconde la propria identità, poi la disvela, poi la nasconde di nuovo, fra i palpiti e le prove di psyche, nascosta nelle vesti di tre donne. La lontananza, la vicinanza e il mistero. Un Film raffinato, prettamente francese, con citazioni di miti, psicologie, Film famosi e registi come De Oliveira. Un sogno nel sogno, a tratti ironico e a tratti surreale dove Charlotte Rampling, Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni alternano i loro volti fra i fotogrammi delle scene.
The Cut
Fatih Akin, regista turco-tedesco, porta a Venezia il dramma personale di un padre che, a seguito del genocidio armeno, si mette alla ricerca delle sue due figlie che ha saputo essere ancora vive. Il tema del viaggio è una metafora sempre molto interessante e suggestiva che spesso ha più senso della mèta, non in questo caso, infatti il momento culminante del Film è alla fine, quando il giovane genitore ritrova Lucinè, una delle figlie, rimasta zoppa in mezzo agli orrori della guerra.
Tahar Rahim nei panni del genitore ha una recitazione che a tratti appare confusa e falsata, forse anche a causa della costrizione a dover recitare muto, la pellicola appare troppo pretenziosa e dai tempi artefatti che a tratti diventano insopportabili. Delizioso il ricordo di Chaplin che pur in momenti orribili riesce con i suoi Film a far sorridere e sperare, come accade allo stesso protagonista.
Hungry Hearts
Saverio Costanzo di nuovo al Lido di Venezia con un’opera nella quale affronta il difficile e complicato tema dell’anoressia e non solo. Con Alba Rohrwacher e Adam Driver è il secondo Film italiano in Concorso alla 71 Mostra d’arte cinematografica di Venezia. Una storia drammatica che narra le vicende di un amore malato tratta dal romanzo di Marco Franzoso con il titolo: Il bambino indaco. Jude,americano, incontra Mina nella toilette di un bagno di un ristorante cinese e l’inizio è fantastico, nasce un amore e Mina resta incinta. Jude decide di sposarla colmo di amore che le dichiara anche al microfono cantandole il giorno del matrimonio: Tu si na cosa grande pè me!. Mina però fin dai primi mesi di gravidanza inizia a convincersi che il suo sarà un bambino speciale, un bambino indaco, e vuole salvarlo da tutta la sporcizia del mondo e dall’inquinamento, preservandone la purezza, ma bambino rischia di morire denutrito. All’interno della coppia inizia una battaglia sotterranea che non porterà ad una facile soluzione.
Short Skin di Duccio Chiarini
Da segnaare un divertente film nella Sezione Biennale Cinema College, recitato in vernacolo toscano, più specificatamente pisano, dove ci vengono mostrate le difficoltà di un adolescente alla prese con una operazione al pene: la circoncisione.
Dialoghi esilaranti ed un disagio reale che viene mostrato nelle varie fasi del suo sviluppo e della sua soluzione riuscendo a mostrarci un problema che affligge molti ragazzi di oggi,, con la leggerezza necessaria ad accompagnarci in mezzo alle vicende che si dipanano.