Riprendono vigore le altre candidature. E Siena?
di Red
SIENA. Capitale della Cultura Europea 2019: la caccia alla città con il miglior progetto per vincere l’ambito titolo prosegue più serrata che mai. “La candidatura 2019 non porta un euro, farebbe solo arrivare altri turisti e di quelli non abbiamo bisogno. A che serve?”, così un paio di settimane fa il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, ha imposto lo stop al suo comitato promotore, che sembrava favorito nella corsa, che aveva sviluppato un progetto forse eccessivamente ambizioso per un territorio troppo vasto visto che comprendeva tutto il Triveneto. In quell’anno le capitali della cultura europea saranno due, una bulgara e una italiana. Così le ambizioni delle altre candidate nazionali si sono rinvigorite da Ravenna a Matera, passando per Aosta, Bergamo, Mantova, Urbino, Perugia/Assisi, L’Aquila, Caserta, Amalfi, Catanzaro, Bari, Brindisi, Lecce, Palermo, Siracusa, Carbonia, Terni, Torino e provincia… e Siena, che gode di un pronostico sfavorevole per le note vicende del dissesto di banca, università e comune. Un profluvio di candidature che generano per il momento pochi posti di lavoro mirati per sviluppare progetti che rimarranno inutilizzati. Tutti, tranne uno.
Secondo Il Fatto Quotidiano in pole position ci sarebbe in questo momento Ravenna, con un progetto partito già nel 2007 tenuto in gran segreto per non dare vantaggi alla concorrenza, e con la modica spesa, finora, di 250mila euro. Negli ultimi mesi ha lavorato bene l’iniziativa umbra Perugia/Assisi che partirà in grande stile il prossimo 22 aprile. Autorevole anche la candidatura di Bergamo che vorrebbe affrancarsi dal modello di città industriale per divenire città culturale come già fatto da Glasgow in Scozia: tra l’altro può contare sul patrocinio della Regione Lombardia, che è stato determinante per l’Expo milanese del 2015. Matera avrebbe calato un jolly da 600mila euro di finanziamenti. E Siena? In un report dello scorso settembre il comitato promotore, insediato dall’ex sindaco Ceccuzzi, ha dato segni di vita con alcuni incontri a cui abbiamo anche informalmente partecipato. Segni di vita anche dal sito internet, che è la vetrina principale del work in progress dell’evento.
Avevamo criticato il prof. Sacco, direttore di candidatura, notando come le liste dei partecipanti al Comitato Internazionale e al Comitato locale per Siena fossero composte per 4/5 dal comitato elettorale di Ceccuzzi. Era il settembre 2012: oggi, invece e forse in nome della trasparenza, dei nomi dei componenti dei vari comitati si è persa ogni traccia. Come si può leggere nel sito 2019si.eu, in cui si nota la mancata adesione delle amministrazioni comunali del territorio provinciale, fondamentale come si afferma nell’area dedicata. In cui si può leggere anche della brevità del lato progettuale, tanto che non riusciamo a comprendere quale sia l’idea di fondo che dovrebbe animare il progetto. Non sappiamo se in questi mesi si sia riusciti a convincere chi non fa parte del sistema Siena a contribuire a una causa che, per essere vincente, deve essere comune. Si attende l’arrivo di un nuovo sindaco per un rimpasto? Il primo cittadino si insedierà a giugno inoltrato e il termine ultimo delle candidature scade nel settembre successivo. Tempus fugit.