Giovedì (27 agosto) alle 18 in Piazza delle Erbe, la regista Francesca Archibugi e il giornalista Paolo Franchi illustreranno alla presenza dell’autore il nuovo volume di Walter Veltroni, un’importante iniziativa editoriale organizzata da Rizzoli Editore con il patrocinio del Comune di San Gimignano .
Un nuovo romanzo di 350 pagine nelle librerie dal 26 agosto, scandito in quattro capitoli, ciascuno dei quali fa riferimento a quattro anni diversi compresi tra il 1943 e il 2025.
Rizzoli pubblica dunque il più struggente e intenso tra i libri di Walter Veltroni.
Noi è il racconto di ciò che siamo stati e di quello che diventeremo; è un apologo etico sul senso della comunità; è il romanzo popolare dell’Italia che ha pagato il prezzo dei suoi sogni. Noi è anche il sito web del romanzo, online dal 26 agosto, con un forum per arricchire la galleria dei ricordi, delle immagini, delle canzoni e degli oggetti-simbolo legati agli anni e agli eventi narrati nel libro.
IL ROMANZO
1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull’album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del 19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre.
1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l’Italia del boom.
1980: l’undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l’anno terribile del
terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell’assassinio di John Lennon.
2025: l’adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di coloro che l’hanno preceduta.
Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto di svolta (l’esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell’amore) che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e di speranze. Il nuovo romanzo di Walter Veltroni intreccia voci, destini, ricordi, eventi, oggetti-simbolo, canzoni, film, sentimenti e passioni che vengono da giorni e luoghi perduti, eppure così familiari. Forse perché quelle voci siamo Noi.