Lo spettacolo nell’ambito della rassegna estiva dei Teatri di Siena e Chianti Festival
SIENA. Una panchina nel parco, luogo di attesa e di riflessione per eccellenza, diventa la scena in cui si evoca la distanza fra realtà, riflessione, sogno e desiderio, nonché l’unico luogo possibile per incontri, confronti e scontri fra sconosciuti. E’ questo (e molto altro) “Variazioni sull’anatra”, lo spettacolo di Ensarte con Elisa Bartoli, Rita Ceccarelli e Lucia Donati e l’elaborazione drammaturgica e regia di Martina Guideri che andrà in scena in piazza Jacopo della Quercia il prossimo 28 luglio, alle ore 21,15, nell’ambito della rassegna estiva dei Teatri di Siena (prenotazioni su www.teatridisiena.it). Lo spettacolo andrà in scena anche il 31 luglio nell’ambito del Chianti Festival in piazza Castelli a San Gusmè, sempre alle ore 21,15 (prenotazioni su www.teatrovittorioalfieri.com)
Una scorbutica barbona che vive nel parco, un’anziana smemorata e una giovane runner si alternano nei dialoghi in un crescente surreale delirio, che ci mostra, inevitabilmente attraverso la comicità, il dramma della stasi e dell’attesa, dell’oblio e del ricordo. L’inevitabile riflessione fra scena e platea ci spinge ad una alternante e viva identificazione fra anatre e persone. Siamo anatre selvatiche o domestiche? Distanti o contigui? Cacciatori o prede? Dalla penna del famoso drammaturgo e sceneggiatore americano David Mamet, un testo leggero e ironico che ci racconta, attraverso la metafora delle anatre, il destino dello spettatore di fronte alla libertà dell’arte. Ensarte ne dà una divertente rilettura tutta al femminile, con inevitabili ed espliciti riferimenti all’epoca ‘covid 19’.
“Questo periodo di pandemia – spiega Martina Guideri – ci ha spinto a valutare prima e a realizzare poi questo testo giovanile di David Mamet, che ci ha consentito di poter lavorare agilmente nell’ambito delle regole anticontagio da seguire. Una panchina due sconosciuti che la occupano, i loro incontri, le loro riflessioni, i loro scontri, con un unico tema di discussione che ritorna: le anatre, i loro viaggi, il rapporto con la natura. Distanziamento dei corpi che si fa differenza e talvolta affinità di pensiero, e che ci mostra l’essere umano nelle sue contraddizioni, il suo essere ad un tempo cacciatore e preda, vittima e carnefice. E così come gli eventi legati alla pandemia hanno deformato la nostra quotidianità (di persone e di artisti) così noi abbiamo ‘deformato’ l’originale messa in scena: il testo, convenzionalmente affidato a due uomini, è stato adattato per una realizzazione tutta al femminile, dove tre personaggi femminili si alternano nei vari dialoghi”.
“L’originale scrittura teatrale – spiega ancora Martina Guideri – prevede l’interazione fra George e Emile, sessantenni, che qui diventano tre donne che si alternano nei vari dialoghi. Ognuna di esse (una barbona che vive nel parco, un’anziana smemorata, una giovane runner) ha in sé qualcosa dell’anatra e qualcosa di umano, l’incontro fra loro genera, inevitabilmente relazioni ‘imprevedibili’.
Anatre e persone si alternano in un crescente surreale delirio, che mostra, inevitabilmente attraverso la comicità, il dramma della stasi e dell’attesa tipiche dei tempi che stiamo vivendo”.
Pensato per l’utilizzo di panchine all’aperto o per spazi di sosta all’interno di giardini o altri parchi pubblici, e, naturalmente, nei teatri, lo spettacolo ha visto il suo esordio nel festival Alba e Tramonto di Castiglione d’Orcia (Settembre 2020) con un’ottima presenza di pubblico e sarà realizzato in vari teatri della provincia di Siena nella stagione invernale 2020/2021.