SIENA. Su iniziativa dell’Università degli Studi e dell’Università per Stranieri di Siena si è costituito il Comitato Siena per Dante per festeggiare il settimo centenario dalla morte di Dante, che ricorrerà nel 2021. Ne fanno parte i rettori dei due Atenei, Francesco Frati e Pietro Cataldi, Pierluigi Pellini e Natascia Tonelli dell’Università degli Studi e Giovanna Frosini e Giuseppe Marrani dell’Università per Stranieri. Il Comitato ha deciso di far partire le celebrazioni già quest’anno, e di prolungarle per tre anni: tre come sono le cantiche che formano la Commedia.
Le celebrazioni avranno inizio lunedì 10 giugno alle 21.15 in Cattedrale, e partiranno, per così dire, dalla fine: Carlo Ossola, del Collège de France, presidente del Comitato nazionale delle celebrazioni dantesche 2021, parlerà del trentatreesimo canto del Paradiso. Il Coro della Cattedrale “Guido Chigi Saracini” diretto dal Maestro Lorenzo Donati eseguirà alcune musiche sacre, fra cui le Laudi alla Vergine Maria, un brano dell’ultimo Verdi per coro di voci femminili, composto sulle parole della dantesca preghiera che apre l’ultimo canto del poema. Da ora alla fine del 2021 saranno molti gli eventi organizzati, collaborando con tutte le istituzioni cittadini, a partire dal Comune; così come, in questa occasione, sono coinvolti l’Arcidiocesi, l’Opera del Duomo e l’Accademia Musicale Chigiana. Accanto a letture di testi e ad esecuzioni di musiche, è prevista l’organizzazione di mostre e di letture per le scuole.
I rapporti fra Dante e Siena sono stati segnati da eventi significativi nella vita del poeta e hanno lasciato tracce profonde nei versi della Commedia, come testimoniano le molte lapidi disseminate nelle strade della città: un lascito, fra altri meno appariscenti, delle celebrazioni del sesto centenario, nel 1921. Senesi sono d’altra parte alcuni dei personaggi indimenticabili del poema, soprattutto nelle mezze tinte del Purgatorio: dalla invidiosa Sapia, al commovente Provenzano, alla delicata Pia dei Tolomei, il cui autoritratto resta una delle numerose toccanti testimonianze della violenza subita dalle donne nel Medioevo, un “femminicidio” ancora tristemente di attualità: «Ricorditi di me, che son la Pia;/ Siena mi fé, disfecemi Maremma:/ salsi colui che ‘nnanellata pria/ disposando m’avea con la sua gemma».